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                                                                                                                 (3/3)

Io credo che i 144.000 corrispondano esattamente al Corpo di quest’Uomo, antitipo di Mosè e seme spirituale di Abrahamo.  Paolo disse “ Se siamo di Cristo allora siamo anche seme di Abrahamo ed eredi secondo la promessa”.  Il seme spirituale di Abrahamo corrisponde alle “ stelle del cielo” in contrasto con quello terreno d’Abrahamo che sarà come “ la sabbia sul lido del mare”, e che includerà nazioni, popoli e lingue; comè scritto di Abrahamo: “ ti ho costituito come padre di molte nazioni, non come padre della nazione ebraica soltanto, ma come padre di molte nazioni”. Così nel regno del Messia tutte le nazioni per essere salvate dovranno entrare nel nuovo patto della legge d’Israele e divenire seme terreno di Abrahamo per fede e per obbedienza. Prima che le benedizioni terrene vengano su Israele secondo la carne, Dio ha raccolto Israele secondo lo spirito, i 144.000. L’apostolo Paolo in Romani al capitolo 11 dice che quando sarà entrato nell’Israele spirituale il pieno numero dei Gentili, allora la cecità verso Cristo sarà allontanata da Israele naturale. Una volta raggiunto il numero compiuto, i 144.000 verranno glorificati nel regno spirituale di Dio e allora cominceranno le benedizioni su Israele naturale.

I membri della grande moltitudine, di cui nessuno è a conoscenza del numero, sono persone che non rinnegano Dio e Cristo, perché il loro cuore è leale, ma non dimostrano un particolare zelo nell’attuare il patto di sacrificio che hanno fatto. Sono persone che compiono i passi della vera consacrazione e che sono generate dallo Spirito Santo, divenendo nuove creature  in Gesù Cristo ed entrando nel Luogo Santo del Tempio dello Spirito. Ma per scarso zelo, a causa del loro sfavorevole ambiente in Babilonia, non vanno avanti,  non attuano un pieno sacrificio delle cose terrene. Sono seguaci di Cristo e contemporaneamente di Mammona, cercando di piacere a Dio e al mondo. Non hanno dei buoni maestri, e perciò non rinunciano ad errori e concetti – interpretando in modo sbagliato la Parola di Dio. Dio comunque li riconosce come figli, attraverso le sofferenze, li conduce ad assumere un ruolo positivo …… tanto che durante l’età del Vangelo probabilmente membri della grande Moltitudine hanno subito il martirio come prova finale. Tutte le Scritture  che si riferiscono alla grande folla indicano però che il tempo particolare per la tribolazione dei suoi componenti comincerà dopo che la Chiesa Eletta sarà stata raccolta in cielo, come nella parabola delle vergini sagge e delle vergini stolte. Quando le vergini sagge ( il residuo della Chiesa Eletta) saranno tutte entrate nella sala delle nozze e la porta sarà chiusa, verranno quelle stolte ( la gran folla) e diranno: “Signore,  Signore, aprici,” ma sarà detto loro che il Signore non le riconoscerà come classe della sposa e che dovranno affrontare “pianto e stridor di denti”, LA GRANDE TRIBOLAZIONE.

La grande tribolazione che  verrà sul mondo, verrà anche sulla grande moltitudine, i cui membri non sono ritenuti “degni  di sfuggire alle cose che stanno per avvenire sulla terra”. Il Signore ci avverte profeticamente che ci saranno dei cristiani che non potranno evitarle, dicendo ai consacrati: Pregate che possiate essere reputati degni di stare in piedi davanti al Figlio dell’Uomo” Luca 21:36. Hanno sofferto e soffriranno più degli eletti, hanno avuto ed avranno più tribolazioni di quelle che avrebbero avuto se fossero rimasti fedeli. Essi vengono dalla grande tribolazione per aver dimostrato fedeltà nella prova tanto da divenire onorati servitori del Regno. Come risultato saranno garantite loro le palme della vittoria e una posizione davanti al trono di Dio per servirLo nel  Suo tempio. I componenti di questa classe di persone non riusciranno a far parte del Corpo di Cristo ed a ottenere la ricompensa di essere Re e Sacerdoti. E’ stata comunque garantita una benedizione di grado inferiore a quello sacerdotale, che corrisponde a quello dei leviti del passato, che pur non essendo sacerdoti, appartenevano alla tribù sacerdotale, ed erano servitori dei loro fratelli sacerdoti.

Inoltre sono rappresentati nella Bibbia come persone, che pur indegne di far parte della classe della sposa, avranno il grande onore di essere “le vergini sue compagne che la seguono”, le amiche della sposa. (Salmo 45:14-15). Queste persone sono rappresentate dalle vergini stolte della parabola del Signore. ( Matteo 25:1-13). Sono vergini, pure, giustificate pienamente consacrate al Signore, ma sono stolte perché confondono le cose della vita presente con quelle della vita futura. Le vergine sagge seguono lo sposo, divenendo la Sposa quando il matrimonio dell’Agnello avrà luogo; ma le vergini stolte non sono ammesse a quel matrimonio e, dopo che la porta dell’alto appello sarà chiusa ed il numero degli eletti compiuto, udranno le parole del Maestro: “Io non vi riconosco”. Anche se non saranno riconosciute come far parte della Sposa, ringrazieranno Dio per la sua bontà sapendo che faranno parte delle vergini compagne della Sposa, che la seguiranno dopo le nozze celesti saranno avvenute per partecipare al banchetto nuziale. Una splendida illustrazione di ciò è in Apocalisse  19:6-9. Anche qui si parla di una gran folla  che loda Iddio  perché il matrimonio dell’Agnello è giunto e la sua Sposa si è preparata.

Dio  da infatti il prezioso messaggio “ Beati gli invitati alla cena delle nozze dell’Agnello”. Giovanni dice che la loro sarà una posizione di gloria e di onore, non sul trono con la Sposa, ma davanti al trono, come dei sottoposti. Non avranno corone, che sono le più alte insegne di vittoria portate da quelli risultati “più che vincitori”, ma saranno pur sempre vincitori, con rami di palma. Saranno parte della classe levitica del tempio come servitori, “ poiché servono Dio nel suo Tempio”. Il Signore li condurrà alle acque della vita, ma non possederanno, come la Sposa invece possiede, l’immortalità, che il Signore descrive come acqua di vita che sgorga dal Cristo ( Capo e Corpo) per il suo popolo. Giov. 4:14 – 7:37-39.

L’acqua di vita che Gesù donerà alla grande folla, sarà la vita eterna sul piano spirituale come per gli angeli, ma sul piano divino: essa non avrà l’immortalità, la natura divina degli eletti.

Per concludere riassumendo:

I 144.000 sono le Primizie = la grande folla no.

I 144.000 sono sul trono = la grande folla no.

I 144.000 hanno una veste incontaminata = la grande folla no.

I 144.000 cantano un cantico che nessuno conosce = la grande folla no.

I 144.000 sono suggellati = la grande folla no.

I 144.000 ricevono la corona = la grande folla no.

I 144.000 sono un piccolo gregge = la grande folla no.

I 144.000 sono un numero preconosciuto = la grande folla no.

I 144.000 sono le precise membra di un corpo = la grande folla no.

I 144.000 sono fedeli fino alla morte = la grande folla no.

I 144.000 ricevono la natura divina = la grande folla no.

I 144.000 sono Re e Sacerdoti = la grande folla no.

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La grande folla: una classe sempre esistita?

Vorrei analizzare seriamente se le Scritture ci consentono di attribuire la grande folla come ad  una classe  diversa da quella dei 144.000 oppure no. Partiamo dall’inizio dell’evangelizazzione  da parte del nostro Signore Gesù, egli scelse 12 persone promettendo loro un futuro celeste, e questo è inequivocabilmente espresso dalle  parole di  Matteo 26:29. La chiamata era assolutamente una, ed era per i Regno dei cieli. Anche solo se consideriamo il conosciutissimo sermone delle beatitudini comprendiamo che chi fa la volontà del Padre eredita il Regno. E’ vero che Gesù parlava a tutti, e molti lo seguivano con fede, abbiamo mirabili esempi di persone  che adeguarono la loro vita agli insegnamenti del Maestro, ma non per questo furono da Lui scelti. (Vedi il suo amico Lazzaro, con le sue sorelle, sua madre Maria, suo padre putativo Giuseppe, alcuni dei suoi fratelli da parte di madre, Maria Maddalena, la madre dei figli di Zebedeo, Giuseppe di Arimatea discepolo di Gesù, Maria madre di Giacomo e di Iose, Zaccheo ecc., e  tutto quello stuolo di persone che non sto qui ad elencare, che essendo state miracolate da Gesù, ebbero parole che testimoniavano la loro fede nel Salvatore.) Come mai Gesù fece questa distinzione  tra gli Apostoli ed il resto dei fedeli che lo seguivano? Perché nel piano di Dio è vero che c’è la salvezza per tutta l’umanità, ma questa passa prima da suo Figlio e dalla Sposa di Lui i 144.000. 

Lo scopo del Figlio di Dio quando venne sulla terra non era di convertire il mondo, ma di dare una testimonianza attraverso la quale raccogliere i veri figli del regno che poi avrebbero governato con Lui per mille anni. Da qui comprendiamo il bisogno di parlare loro in parabole, affinchè  ( come Lui ci dice il mondo non capisse, ma solo i suoi comprendessero.) Le parabole di Gesù sono un mirabile insegnamento, non solo per capire che i misteri del Regno rimanevano nascosti ai più, ma anche forniscono l’intendimento riguardante la grande folla. Prendiamo ad esempio la parabola delle nozze del Cap.22 di Matteo. In questa parabola son menzionati vari personaggi , vorrei qui elencarli: un Re, il quale prepara le nozze del Figlio, un Figlio che deve contrarre matrimonio, si suppone che ci sia una Sposa,  i Servi vengono mandati a chiamare gli invitati, gli Invitati declinano  l’invito per vari motivi, addirittura alcuni uccisero i servi, di nuovo il Re ordina ai servi di andare per le strade ad invitare ogni sorta di persone perché i primi non ne erano degni, giunse il tempo delle nozze ma fu trovato  in mezzo agli invitati chi non aveva indossato  l’abito delle nozze. Costui fu gettato fuori dalla sala e consegnato alle tenebre.

Vogliamo analizzare insieme questi personaggi  e capire chi potrebbero rappresentare?

Indiscutibilmente il Re rappresenta Geova, il Figlio del Re è Gesù. I servi al tempo della parabola raffigurano gli Ebrei. Sia Gesù che i dodici Apostoli furono mandati “alle pecore smarrite della casa d’Israele” ad invitarli alle nozze del figlio del Re. Loro declinarono l’invito, anzi perseguitarono ed uccisero sia Gesù che alcuni di loro, proprio come spiega la parabola. Per questo il Re ordina ai suoi servi di andare ai crocicchi delle strade a invitare ogni sorta di persone. Questo avviene quando l’Apostolo Pietro con la conversione di Cornelio invita i Gentili ad ascoltare la Parola del Regno. In questo modo persone di tutte le Nazioni possono essere invitati al matrimonio del Figlio dello Sposo. Quando giunse finalmente il giorno delle nozze (come in tutti i matrimoni del mondo),  viene diramato un ‘invito per la festa nuziale, ma questa volta  gli invitati vengono scelti agli incroci delle strade.  Questo sta ad indicare che la scelta non viene più solo fatta tra il popolo giudaico, ma l’invito viene fatto ai Gentili. Quale mirabile esempio fece Gesù!!

La parabola prosegue dicendoci che quando la sala fu piena di commensali,  il Re entrò per controllare se erano adeguatamente  vestiti per assistere al matrimonio, vi trovò un uomo che  non aveva l’abito della festa ed il suo atteggiamento fu di rimprovero, (certo il Re aveva l’autorità anche di disporre della sua vita) ma gli dice: Amico come sei entrato qui senza avere l’abito delle nozze? Allora disse ai suoi servi di legarlo e di gettarlo fuori  nelle tenebre! Cosa  significa il fatto che l’uomo che non viene trovato con la veste bianca non può partecipare alle nozze del Figlio del Re?

Alla quinta lettera  che viene spedita da Gesù alla  Chiesa di Sardi tramite l’apostolo Giovanni,  il Signore si congratula con alcuni appartenenti alla Chiesa di quel periodo (periodo prima della Riforma XVI secolo) poiché non avevano contaminato le loro vesti e camminavano con Lui in vesti bianche, perché ne erano degni. Apoc. 3:4. Ancora al cap. 19 ver.7-8 alla Sposa viene dato di esser vestita di lino finissimo puro e risplendente ed al versetto 9 gli invitati sono considerati Beati per partecipare come testimoni a queste nozze. Ancor più luce ci giunge dalla parabola delle dieci vergini dove il Regno dei Cieli è paragonato a dieci vergini  le quali preso le loro lampade  uscirono fuori incontro allo sposo. Ora cinque erano stolte e cinque sagge, le stolte nel prendere le lampade non presero con se l’olio, le sagge invece presero assieme alle  lampade l’olio  nei loro vasi. Poiché lo Sposo tardava (tutta l’età del Vangelo) TUTTE si addormentarono.

Questo sta ad indicare che durante l’età del Vangelo poche sono state le creature consacrate al Signore (anche se la fiaccola della Verità non si è mai spenta) anche a motivo della grande persecuzione che c’è stata in ogni tempo contro i veri seguaci di Cristo. (Hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi.) Al grido di mezzanotte “arriva lo Sposo” tutte si destarono preparando le loro lampade (la conoscenza che deriva dallo Spirito Santo) le stolte dissero alle sagge: dateci il vostro olio perché le nostre lampade stanno per spegnersi. Ma le avvedute, rispondendo dissero: NO, perché non basterebbe ne a noi ne a voi; andate piuttosto dai venditori e compratene. Ora mentre quelle andavano a comprarne, arrivò lo sposo e le vergini che avevano le lampade accese lo riconobbero ed entrarono con Lui per le nozze, e LA PORTA FU CHIUSA.

PIU’ TARDI arrivarono anche le stolte pregando il Signore di aprirli, ma Egli rispondendo, disse: “in verità vi dico che non vi conosco”. E’ da notare che sia le sagge che le stolte sono vergini; questo sta ad indicare che entrambe le classi si sono mantenute immacolate e pure non contaminandosi con falsi insegnamenti e non sono andate dietro ad amanti spirituali, ma da questo punto di vista si erano conservate pure per il loro Signore. Cos’è quindi che non consente ad entrambe di conseguire le aspettate nozze? La loro mancanza di olio ha fatto sì che metà di loro fossero al buio non consentendogli di riconoscere il loro Signore, quando questi ritorna.

Questo corrisponde alla veste che ha bisogno di essere lavata nel sangue dell’Agnello della grande folla del cap. 7 :14 di Apocalisse. L’anziano chiede a Giovanni da dove giunge questa gran folla che ha bisogno di lavarsi  la veste: e la risposta è: essi vengono dalla grande tribolazione!

Per tornare alla sposa la sua fedeltà deve essere provata, Essa deve dare dimostrazione di assoluta castità come ci dice il Cantico dei Cantici al cap.4:12.

Riepilogando può darsi che durante tutta l’età del Vangelo ci possono essere stati dei consacrati che non sono arrivati fino al corso della loro vita fedeli al Signore e che non si sono presentati il giorno delle nozze dell’Agnello con il vestito della festa, ma ricordate l’espressione AMICO! Oppure coloro che al grido di mezzanotte dormono e non avendo l’olio non riconoscono il loro Signore, ma ricordate pure che sono VERGINI e che la grande folla è un numero non calcolato di persone che attraverso il passaggio da una grande tribolazione lavano le loro vesti nel sangue dell’Agnello e per questo sono davanti al Trono di Dio e lo servono giorno e notte. Tanti quindi i chiamati in tutta l’età del Vangelo, tutti chiamati ad una eredità celeste, ma di tutti questi, pochi (solo il piccolo gregge) avrà l’onore e la gloria di regnare con Gesù. E’ evidente quindi che la classe della grande folla è sempre esistita, ma essa non conosce il proprio destino se non alla fine quando il Signore darà a seconda dei propri meriti. Il Salmo 45 ben illustra questi destini diversi, la regina; la Chiesa, le ancelle; la grande folla.

 

 

Grazie, per l'attenzione

 

 

                                                    

 

 

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