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I SETTE SIGILLI

 

All’inizio del capitolo quarto, Giovanni il quale rappresenta gli ultimi Santi viventi; e l’intera schiera dei discepoli fedeli della Chiesa, vide una porta aperta in cielo, era la porta d’ingresso nel Regno di Dio. Tale porta fu aperta dalla Pentecoste del 33 d.C. Egli ode una voce (simile ad una tromba) da dietro (cioè dal ministero terreno di Gesù) Giov.10:9 che lo invitava a salire più in alto per rendersi conto nel futuro ciò a cui andava incontro il popolo di Dio riguardo a: persecuzioni, prove, torture e lacrime per portare a termine la raccomandazione di restare fedele fino alla fine, “Ti mostrerò le cose che devono avvenire da ora in poi”

Egli vede

Un trono= il governo, il potere l’autorità di Dio. 1°Re 22:19 – Salmo 9:4 –

Lampi= messaggi di verità e di giustizia.

Voci=  proclami di libertà. Salmo 77:18.

Tuoni= giudizi.

Davanti al trono vi sono sette lampade accese che rappresentano i sette spiriti di Dio, cioè i sette occhi del Signore che percorrono tutta la terra. Zacc.4:10. Tutto è conosciuto davanti a Dio Egli scruta le attività del suo popolo.

Mare di vetro= è simile al cristallo, raffigura le genti. Il mare delle genti, la cui condizione è trasparente come il cristallo. Dio vede e scruta la vita di ognuno di noi.

Colui che sedeva sul trono aveva l’aspetto del diaspro (raffigura la giustizia di Dio) era simile al sardio(pietra rossa come il rubino raffigura l’Amore di Dio), a queste due pietre (qualità di Dio) seguì l’arcobaleno dal colore sempre verde dello smeraldo (significa l’eternità di Dio, ed anche il patto eterno che Dio stipulò con l’uomo al diluvio). Intorno al trono c’erano 24 troni sui quali sedevano 24 anziani.

Chi sono i 24 anziani?

Prima di tutto dimostriamo ciò che non sono: essi non sono i 144.000. Perché? Perché nel cap.14 ver.3 questi cantano un nuovo cantico davanti ai 24 anziani, che erano di già in cielo prima della consacrazione di Gesù al Giordano (Apoc. 5:6). Il pastore Russell nel suo commento al cap:5, pensò che si trattasse di angeli. Qui vi è scritto che suonavano , (dopo che l’Agnello si era immolato, cioè dopo che Gesù si era consacrato) l’Arpa di Dio, (la Bibbia) dopo aver visto che le testimonianze sul Messia contenute nella Legge, e nei profeti, si adempivano in Gesù Cristo. ( Atti 5:33-Gal.3:19-Ebrei 2:2.- Samo104:4-Ebrei1:7-Matteo 13:35-Salmo78:2. Questi anziani presero in mano delle coppe d'oro (espressione della volontà divina del sacrificio di se stessi, cioè la consacrazione nella morte), le quali erano piene di profumi, (di zelo per l’amore di ubbidire a Dio) che raffigurano le preghiere dei Santi, da Gesù in poi per tuta l’età del Vangelo. (Zaccaria14:5-Apocalisse8:3-5).

Inoltre come alcuni credono, i 24 anziani non possono significare i libri dell’Antico Testamento, perché è irragionevole pensare che dei libri suonino avvalendosi di se stessi come di strumenti musicali.

In Israele gli anziani erano chiamati i rappresentanti del popolo (Esdra 3:18-Giudici11:5-11-1°Samuele 8:4.) Così si suppone che i 24 anziani celesti siano la rappresentazione di tutte le schiere angeliche al servizio del Creatore, prima della venuta di nostro Signore. Essi hanno vesti bianche, splendenti, gloriose, perché quando gli angeli apparvero agli uomini in tali vesti, vuol dire che le hanno assunte solo per l’occasione ( Daniele 7:9-Matteo 28:3- Marco16:5-Giov.20:12-Atti1:10). La loro veste bianca non è data dal sacrificio di Cristo, perché essi la indossavano prima che Gesù morisse in sacrificio (Apocalisse5:6) infatti  il sacrificio di Gesù non fu mai compiuto per riscattare gli angeli. Dobbiamo considerare che il libro dell’Apocalisse è un libro altamente simbolico e il fatto che vi siano 24 troni su cui siedono 24 anziani sta ad indicare la completezza del diritto di Dio a Governare.

Abbiamo ragione di credere che  le Rivelazioni del Signore, nei tempi precedenti la Pentecoste del 33 e.v. furono compiute per mezzo di esseri spirituali. Queste apparizioni sono 24.

Esse sono:

1 Ad Agar Genesi 16:7-12.

2 Ad Agar Genesi 21:17-19..

3 Ad Abraamo  Genesi 18: 19:1.

4 Ad Abraamo. Genesi 18:19:1.

5 A Lot Genesi Genesi 19:1.

6 A Giacobbe Genesi 32:24-30. Osea 12:5.

7 A Mosè Atti 7:30-38.

8 A Mosè Atti 30: 30-38.

9 A Balaam Numeri 22:31-35.

10 Al popolo d’Israele  a Bochin Giudici 2:1-4.

11 A Gedeone Giudici 6: 11-26.

12 Alla moglie di Manoa Giudici 13:2-23.

13 A Manoa Giudici 13:2-23.

14 A Davide 2° Samuele 2° Samuele 24:16-17.

15 A Elia 1° Re 19:5-7.

16 A Ornam 1° Cronache 21:20.

17 A Ezechia 2° Cronache 32:21.

18 Agli amici di Daniele. Daniele 3:25-28.

19  A Daniele 6:22.

20 A Daniele 8:16.

21 A Daniele 9:21.

22 A Daniele 10:4-7.

23 A Zaccaria 1:9.

24 A Zaccaria 2:3.

 

In queste apparizioni non sono chiaramente incluse le apparizioni dell’Arcangelo Michele, che è il capo  dell’esercito celeste, (Gesù nella sua vita preumana)  nè quelle dei Serafini o ( Cherubini)  che sono angeli di rango più elevato. Il fatto che queste apparizioni siano state 24, vuol dire che le rivelazioni celesti dell’Antico Testamento erano finite al tempo del concepimento di nostro Signore Gesù nel grembo di Maria. Ciò è confermato dall’assenza in questa visione dell’Arcangelo Michele, della Parola di Dio, che si era fatta carne. Galati 4:4. Le creature spirituali, gli angeli hanno avuto un ruolo molto importante nei contatti tra Dio e l’uomo. Compaiono la prima volta in Genesi 3:4, dove appaiono con una spada fiammeggiante (il simbolo della giustizia di Dio) per impedire ad Adamo di rientrare nell’Eden dopo che era caduto nel peccato. Due angeli Cherubini erano sull’Arca del Patto e rappresentavano la Potenza e l’Amore di Dio che guardavano al Propiziatorio della Giustizia, che doveva essere soddisfatta dal sangue della vittima sacrificale. Nella visione del capitolo 6 il profeta Isaia vede sei Serafini che stavano sopra il Signore assiso in trono. Ognuno di loro avevano sei ali. Con due ali si coprono il viso(perché il piano di  Dio è loro sconosciuto), 1°Pietro 1:10-12. Con due ali si coprono i piedi ( perché anche il fine delle loro attività è loro ignoto) e con due volavano. 2°Samuele 22:11; Salmo 18:10.

La prescienza è una delle principali caratteristiche del nostro Padre celeste Geova Iddio. Egli ha voluto rendere partecipi del suo meraviglioso proposito i suoi fedeli servitori, facendoci sapere in anticipo attraverso le sue profezie come Egli stà operando secondo regole e principi che sono immutabili. Una straordinaria illustrazione  di tale prescienza e preordinazione divina ci è data nel quinto capitolo dell’Apocalisse. Qui Geova il Sovrano assoluto dell’universo, è raffigurato sul trono e nella sua mano vi è un rotolo di un libro, sigillato con sette sigilli. Questo rotolo non rappresenta la Bibbia (come alcuni credono) ma il Piano che Egli si era già proposto prima della fondazione del mondo e che non aveva rivelato a nessuno, né agli angeli, né al Figlio. Matteo 24:36. La Bibbia ne è il racconto, ma Dio aveva il suo Piano prima che la Bibbia fosse scritta. Lo aveva sin dall’inizio. In una parola, tutto ciò che è accaduto all’inizio dalla Creazione ( il permesso di peccare, la caduta, il patto con Abrahamo , il patto della Legge con Israele, la venuta di Gesù, la benedizione di Pentecoste, la raccolta dei membri della Chiesa) è stato tutto preconosciuto dal Padre e da Lui provveduto. In aggiunta questo rotolo contiene una registrazione di tutto quello che stà accadendo ora e che accadrà durante l’età millenaria. Apocalisse Cap.5.

Giovanni ode una voce di un potente angelo che va alla ricerca di qualcuno degno di venirgli affidato questo rotolo, di custodirlo e di poterlo aprire. Giovanni invano si guardò attorno; nessuno era degno di questo onore, e allora l’apostolo pianse. Per Giovanni fu un gran dolore vedere come Iddio aveva grandi propositi per gli uomini, ma non si trovava nessuno di essere un degno esecutore. Un angelo asciugò le lacrime di Giovanni dicendo: “Non piangere, ecco: il Leone della tribù di Giuda, la Radice di Davide, ha vinto per aprire il rotolo sciogliendone  i sette sigilli”. Genesi 49:8-10. Perché Gesù era degno di aprire questo rotolo?

Dio chiese a Gesù non solo di sacrificare la sua volontà, ciò non bastava, gli fu chiesto di rinunciare alla sua vita umana. Dio si era prefisso di provarlo con prove cruciali, in modo che fosse tentato come noi, ma senza peccare. Ebrei 4:15. Morendo fedele  Gli fu dato un Nome, davanti al quale tutti debbono inchinarsi, sia in cielo che sulla terra. Giovanni continua nella visione dicendo: “Ed ecco in mezzo al trono stava un Agnello che pareva essere stato immolato”. Aveva sette corna ( cioè la perfetta Potenza di Dio in Lui) sette occhi ( i sette spiriti di Dio, cioè la perfetta Sapienza di Dio in Lui, la conoscenza delle lacrime, delle gioie, delle prove,delle difficoltà e della prosperità dell’Israele spirituale: la Chiesa.

Per questo voci di miriadi di angeli furono uditi acclamare: “Degno è l’Agnello che è stato immolato (al suo battesimo nel Giordano) di ricevere la potenza , le ricchezze, la sapienza, la forza, l’onore, la gloria e la benedizione”. Apoc.5:12.

Gesù non divenne “l’Agnello” con la sua morte, ma lo era divenuto al Giordano, quando consacrò con il Battesimo la sua vita a Geova. Perché? Perché in quella occasione divenne “degno” dell’onore di ricevere nelle sue mani il Piano divino di Dio. Solo allora tutte le cose gli furono date da sciogliere, la parte scritta al di fuori del rotolo era sempre stato in grado di leggerla; ma la parte interna (quella che si avvolgeva su se stessa lasciando una parte nascosta) gli era rimasta sigillata.  Per questo i 24 anziani e le 4 creature viventi si prostrano davanti all’Agnello per adorarlo cantando:” Tu sei degno di prendere il libro e di aprirne i sigilli, perché sei stato immolato e hai comprato, con il tuo sangue, gente di ogni tribù, lingua popolo e nazione e ne hai fatto per il nostro Dio un regno e dei sacerdoti e regneranno sulla terra.”

Gli angeli hanno sempre cantato in tutte le età questo canto di lode, ma dopo il sacrificio di Gesù era divenuto nuovo perché l’umanità tutta insieme alla creazione era stata finalmente redenta e giustificata dal peccato.

L’apertura dei sette sigilli è stata progressiva durante tutta l’età del Vangelo. Il nostro Maestro ci disse che come il Padre aveva rivelato certe cose a Lui, così Lui le avrebbe rivelate a noi, e anche la Rivelazione è stata progressiva e graduale. Ora poiché tutti i sigilli sono stati aperti, noi siamo in grado di vedere ed intendere le meravigliose informazioni che sono state scritte all’interno del rotolo del libro. Cari fratelli in Cristo Gesù siamo anche noi degni di guardare dentro il rotolo del suo grande Piano, comprendiamo il privilegio che abbiamo, stiamo camminando in modo leale e fedele non ostacolando il Piano di Dio?

Ciò che è stato scritto all’esterno del rotolo del libro è la promessa della salvezza attraverso il Seme della Donna così com’è descritta in Genesi 3:15, questo stupendo Piano della salvezza passò attraverso Abrahamo, da Abrahamo a Giacobbe, a  parte questa promessa, che fu scritta nella parte esterna del rotolo, il genere umano non conosceva altro del Piano di Dio, finchè giunse Gesù, che provvide (attraverso il riscatto) la base per poter continuare il disegno di Dio. Se noi oggi vogliamo comprendere quello che è scritto all’interno del rotolo del libro; dobbiamo avere incrollabile fede in ciò che è scritto all’esterno cioè: che la salvezza viene dal credere in Gesù! Luca 9:23. Se all’inizio del nostro cammino di cristiani, abbiamo trovato  la croce che ci riguarda, e non l’abbiamo portata, non siamo ritenuti degni di guardare e capire il Piano di Dio;  se invece il nostro cammino è un’avanzamento progressivo verso la ricerca della Verità, di gradino in gradino, ed ogni volta che comprendiamo un passo delle Sante Scritture, gioiamo e ci rallegriamo per tanta Grazia, questa è la prova che siamo ritenuti degni di “guardare dentro il rotolo.”

Esserci impadroniti di questa Verità, ci ha consentito di scartare tutte le Teologie che vengono dal sapere umano, e ciò ci protegge dalle prove che a volte vengono anche da quelli della nostra stessa fede, infatti taluni presentano sottili errori come verità progressive, ma essendo degne pecore del Buon Pastore riconosceremo la sua Voce.

Lungo la strada troveremo tante prove atte a dimostrare la nostra dignità di Figli di Dio. Chi è degno di ricevere la Verità, di proseguire in Essa, di soffrire e di combattere come un soldato e finalmente di ottenere potenza e gran gloria quando Verità e Giustizia saranno esaltate in terra e il loro trionfo comincerà?

“Vedere” vuol dire comprendere e apprezzare le cose profonde di Dio scritte all’interno del rotolo. Per poter capire, dobbiamo essere creature  sinceramente desiderose di conoscere i dettagli del Piano di Dio, le sue parti più nascoste. Attraverso il passare del tempo, via via che ogni sigillo è stato sciolto, il rotolo si è aperto a poco a poco, permettendo che il “Mistero di Dio” fosse più chiaramente compreso.

Proviamo ad immaginare come questo rotolo che all’inizio era chiuso da un solo sigillo: il primo. Sciolto questo, la prima parte del rotolo si apre, e noi vi possiamo leggere, che già appare il secondo sigillo a chiudere la parte successiva. Sciolto anche questo, la seconda parte del rotolo si rende visibile, ma un terzo sigillo chiude la parte successiva del rotolo e così via. Poiché il rotolo via via che si srotola da un lato, dall’altro si riarrotola. Solo all’apertura del settimo sigillo tutto il proposito del Divin Piano sarà completamente rivelato.

 

                                                                            PRIMO SIGILLO

Dobbiamo comprendere una cosa fondamentale: nessun sigillo  è mai stato aperto prima che Gesù  ricevesse lo Spirito Santo e venisse unto al battesimo nel fiume Giordano. In quella occasione cominciò ad essergli rivelato il Divin Piano nascosto per circa quattromila anni. In quella occasione gli fu dato il rotolo con la piena autorità di leggervi dentro, e comprendere appieno le gloriose profezie in esso contenute, in special modo quelle inerenti alla restaurazione  e alle benedizioni che ne sarebbero conseguite a tutta l’umanità.

EGLI APRI’ IL PRIMO SIGILLO DAL GIORDANO AL CALVARIO.

Per quanto riguarda gli appartenenti alla vera Chiesa nulla poteva essere loro svelato, fino a che Gesù non fosse sacrificato come l’”Agnello”.

“E udii una delle quattro creature viventi , che diceva con una voce come di tuono: “Vieni”. Ed ecco un cavallo bianco. Chi vi sedeva sopra  aveva un’arco, ricevette una corona e uscì vincendo e per completare la sua vittoria.”(Apoc.6:1).                                                                                                                                                                                                                                                    

 Ogni membro della vera Chiesa riceve, come la ricevette Gesù al battesimo, la corona; questa corona è l’invito a soffrire come Lui per poi regnare con Lui ed implica l’appartenenza al suo Corpo (1°Cor 9:24). Se desideriamo il bene di tutti non facendo torto ad alcuno, allora il Signore ci considera meritevoli e dotati di una corona. Nel giorno dell’Espiazione (Levitico 16) antitipico, la Chiesa è rappresentata da un capro, mentre nostro Signore Gesù, come uomo perfetto, è rappresentato da un vitello per significare il suo perfetto sacrificio umano ( dalla sua consacrazione al Giordano, fino alla morte sulla croce). Questo antitipico giorno di Espiazione iniziò con il primo avvento del nostro Signore e con il suo sacrificio. Tutta l’età del Vangelo è stata una parte di questo Giorno, per permettere il sacrificio del capro per Geova la Chiesa Eletta. Tale Giorno cesserà solo alla fine del Millennio, quando tutta l’umanità sarà benedetta e riportata in armonia con Dio.

Alla fine dell’età del Vangelo sarà offerto il secondo capro. Quello per Azazel, rappresentato dai membri della Grande Moltitudine, le cui vesti sporche saranno rese bianche nel sangue dell’Agnello: non saranno infatti le loro sofferenze a pulire le loro vesti ma soffriranno, quando apprezzeranno, come mai prima di allora, la loro relazione con l’Agnello e con il Suo merito espiatorio: per fede potranno applicarlo a loro stessi  per la propria purificazione. Alla fine dell’età millenaria, quando tutte le genti saranno rese perfette, offriranno anch’esse vitelli sull’altare: cioè le loro proprie piene consacrazioni a Dio. Il  vitello quindi è rappresentato da una delle quattro creature viventi presenti all’apertura del primo sigillo, poiché  rappresenta la perfezione umana che soddisfa la Giustizia Divina.

La Corona viene ricevuta dal consacrato al momento del suo battesimo e deve conservarla fino alla morte, fino a quando avrà completato la sua vittoria. Se cade volontariamente nell’errore, cessa di far parte del Corpo di Cristo, non sarà mai un vincitore e perde il diritto alla corona. Dall’arco, simbolo della Parola di Dio, che è in mano al cavaliere dal cavallo bianco, partono frecce di Verità e di Grazia per colpire i cuori dei fedeli  giustificati onde si consacrino a Dio per poter formare il Piccolo Gregge.

Con lo stesso arco il Signore cavalcando il cavallo bianco della purificazione dell’umanità e non più della Chiesa, scaglierà nel suo Regno frecce acuminate  (parole di Verità e di Giustizia che usciranno dalla sua bocca) per penetrare nei cuori dell’umanità.  Salmo 45:5. Atti 2:37. Ebrei 4:12.

 

                                                                          SECONDO SIGILLO

“E quando aprì il secondo sigillo udii la seconda creatura vivente che diceva: ‘Vieni’. E uscì un altro cavallo, rosso fuoco. A chi vi sedeva sopra, solo a Lui, fu dato di togliere la pace dalla terra, affinchè si scannassero l’un l’altro e gli fu data una grande spada”. (Apoc. 6:3-4.)

Il secondo sigillo fu aperto dall’Agnello alla Pentecoste del 33 e.v. quando lo Spirito Santo scese sugli undici apostoli ed iniziò la mietitura dell’età degli ebrei (33-73). Tra la fine dell’età degli ebrei          e quella della età del Vangelo esiste una similitudine. La nuova condizione verificatasi dal 33 al 73 permise al grande Mietitore di raccogliere la pula per gettarla nel fuoco della tribolazione che si abbattè sulla nazione d’Israele e di raccogliere il grano  e metterlo nel granaio “l’economia cristiana”. “La seconda creatura vivente” è quella successiva al Vitello nell’elenco di Apocalisse cap.IV, cioè l’uomo.  Questa creatura fa uscire Gesù su un cavallo rosso fuoco, perché la sua dottrina è alla seconda mietitura illuminante come il fuoco, per compiere un’opera di separazione. ( Atti 2:3; Geremia 23:29; Apocalisse 11:5).  Le mietiture sono epoche di separazione tra diverse classi, con speciali doni da parte del Signore, di conoscenza  e di particolare sapienza della Parola di Dio. Anche  il profeta Zaccaria (1:8-11) vede Gesù che cavalca un cavallo rosso e in Isaia (6:6-7) la Verità della mietitura è rappresentata da un tizzone ardente.

Per comprendere meglio questa fase del vero Cristianesimo dobbiamo analizzare il quadro profetico del profeta Elia con il profeta Eliseo.  2° Re capitolo2.

Alla fine dell’età del Vangelo i cavalli di fuoco ( le dottrine illuminanti)  compiono una grande e definitiva     opera di separazione  tra la classe di Elia (I veri consacrati) e la classe di Eliseo ( la grande folla). Quando Elia accompagnato da Eliseo colpì il fiume Giordano con il suo mantello (il potere della Verità), le acque del fiume si divisero in due e i due profeti lo attraversarono all’asciutto.  Qui Eliseo rappresenta la Grande Folla perché il mantello di Elia, che è il residuo vivente del Piccolo Gregge, cadde su di lui. Ciò sta a significare che il potere e l’opera di Elia sarebbero passati a Eliseo, dopo che Elia sarebbe stato rapito. Eliseo, attraversando con Elia il Giordano, che simboleggia la morte, rappresenta una classe che attraversa la morte come quella di Elia. La divisione tra la classe di Elia  (il residuo del Piccolo gregge)  e quella di Eliseo (la Grande Moltitudine) è compiuta dal carro spirituale  di fuoco del Signore. Il carro è, in questo caso, simbolo di vittoria (Abacuc 3:8) ed è un carro di gloria perché significa il passaggio del rimanente del Piccolo Gregge dalla condizione umana a quella spirituale (2° Re 2:8). Il carro spirituale di fuoco del Signore, trainato da cavalli di fuoco, cioè le dottrine spirituali, compie oggi sempre di più un’opera di separazione definitiva tra le due classi. Il carro è trainato da verità (cavalli di fuoco) dottrine spirituali utili a dimostrare  chiaramente che tipi di persone dovremmo essere, capaci di sacrificare tutto per il premio celeste.

Dopo che la Chiesa sarà così divisa in due classi, allora il  residuo del Piccolo Gregge, come Elia, sarà trasportato verso il cielo nel turbine del vento nel tempo di afflizione.( La grande tribolazione).

Lo strumento di separazione che è alla base della mietitura tra grano e zizzania, è la parola di Dio, la spada della Verità, (Efesini 6:17); è questa che usiamo per difendere le dottrine di Cristo. La mietitura non è quindi un tempo di pace, ma al contrario deve servire a separare il grano dalle zizzanie. Se noi lasciamo che il mondo compia la propria volontà senza allarmarci, possiamo sfuggire  alle persecuzioni e vivere in pace con il mondo. Ma il Signore non fece così, e noi dobbiamo seguire il suo esempio. Le persecuzioni separano dagli altri coloro che amano la Verità più di ogni altra cosa: questa divisione non può essere evitata. L’amore per il mondo e per tutto ciò che esso comporta, viene necessariamente in conflitto con l’amore per il Signore, perché l’attaccamento alle cose terrene deve essere considerato nulla, in paragone a quello per il Signore. Giovanni 21:15.

Chi cerca di salvare la propria anima, rifiutandosi di sacrificarla dopo la propria consacrazione, la perderà con la seconda morte. Chi perderà la propria vita terrena con tutte le sue aspirazioni per amore del Signore, la ritroverà alla resurrezione con tutte le sue aspirazioni per amore del Signore,  come vita spirituale gloriosa.

 

                                                                           TERZO SIGILLO

“E quando (durante i secoli bui) aprì il terzo sigillo, udii la  terza creatura vivente che diceva: Vieni!. Ed ecco un cavallo nero e chi vi sedeva sopra aveva una bilancia nella sua mano. E udii come una voce in mezzo alle quattro creature viventi che diceva: “Una chenice di grano per denaro e tre chenici d’orzo per denaro e non far torto né all’olio né al vino”. Apocalisse 6:5.

La dottrina della salvezza e del recupero della vita attraverso la fede nel riscatto di Gesù Cristo, implica gioia e benedizioni, grazia e amore di Dio per i credenti che la odono e l’accettano. Se essa è stata oscurata       (2° Corinti 4:3) lo è stata dai credi scaturiti dalle tradizioni umane e quindi è ignota  a “coloro che stanno morendo”, cioè a tutta l’umanità schiava del peccato. Tutto il mondo è perduto e la Verità è oscura per tutti tranne che per quella piccola minoranza che vi ha creduto e lo sarà finchè il principe di questo mondo, Satana il diavolo, non sarà legato: allora gli orecchi del genere umano saranno aperti e la conoscenza del Signore riempirà la terra. “In quel giorno udranno le parole del Libro e liberati dall’oscurità e dalle tenebre, gli occhi dei ciechi vedranno”.  Isaia 29:18.

La trinità è uno dei misteri più neri con cui Satana, mediante il Papato, ha oscurato la Parola, il carattere ed il Piano di Dio. Durante i secoli lo stesso Satana ha dato luogo ad errori come quello del purgatorio o del tormento eterno, errori che hanno influenzato le menti, fino a bruciare vivi gli esseri umani sui roghi, come anticipo del fuoco eterno. Inoltre fin dal principio, il punto centrale della luce del Vangelo è stato la Croce del Cristo, il riscatto, e nonostante la sfrontatezza con il quale il Papato ha istituito in opposizione il sacrificio della Messa, i Santi di Dio si sono sempre attenuti a questo punto centrale, benedetto da tutte le promesse di Dio e da tutte le speranze del Suo popolo. Sono sempre stati fedeli al riscatto. La dottrina cattolica della messa ha invece praticamente annullato il sacrificio di Cristo poiché ogni volta che questa viene celebrata, questo sacrificio viene rinnovato, cioè Cristo muore un’altra volta.

 La dottrina Cattolica Romana della Messa è questa:

la morte di Cristo cancella il peccato originale o adamico, ma non è applicabile ai nostri peccati quotidiani; non è un sacrificio continuo, sempre efficace per tutti i nostri peccati, tanto da permettere al pentito di tornare in unità ed amicizia con Dio. Per tali peccati fu istituito il sacrificio della Messa; esso è ritenuto dai Papisti come  ulteriore sviluppo del sacrificio del Calvario. Ogni volta che la Messa è offerta in sacrificio, essa è, come loro dichiarano, un nuovo sacrificio di Cristo per i peccati delle persone, per i quali il sacerdote offerente la compie. Il pane ed il vino offerti si cambierebbero per transustanziazione (cambiamento di sostanza) nella carne e nel sangue di Cristo. In tal modo la Chiesa Cattolica ha rinnegato il sacrificio perpetuo di Cristo, sostituendolo con la “abominazione” della Messa. La Cristianità ha calpestato la Verità che è il vero fondamento del santuario ( la Chiesa Consacrata) cioè la dottrina del RISCATTO.

 

Oggi le cose non stanno diversamente, perché una gran parte dell’insegnamento attuale tende a rinnegare e a rifiutare che noi siamo stati comprati a prezzo con il sangue prezioso del Cristo, mettendo al suo posto la teoria dell’evoluzione.  Così la luce del Sole del Vangelo viene sempre meno.

Anche dopo aver accettato Cristo e divenuti suoi seguaci abbiamo bisogno di accrescere la Luce di Dio. Per il resto della Cristianità (la quarta parte della terra) rimane l’oscurantismo dell’ignoranza e della superstizione: per essa il messaggio del Vangelo non può nulla durante l’era cristiana. Deve attendere la potenza del Regno.

La terza creatura vivente è la quarta dell’elenco di Apocalisse 6 ed è l’Aquila: ciò è inequivocabile per il fatto che è citata in Apocalisse 12, quando la Chiesa fuggì nel deserto per esservi nutrita per 1260 anni  (539-1799) . Essa fa uscire Cristo su un cavallo nero, perché Dio ha permesso che la sua dottrina rimanesse oscura, nascosta alla cristianità ufficiale e all’umanità 2°Corinti 4:3.

Cristo solo ha in mano la bilancia, come simbolo di giustizia e quindi di Verità (Giobbe 31:6 –Proverbi 16:11 –Daniele 5:27). Giustizia e Verità vanno di pari passo, per cui la bilancia stessa rappresenta la Verità della Scrittura, composta dai due piatti dell’Antico e del Nuovo Testamento sui quali è pesata la fede dei cristiani.

Il giudizio della Chiesa è cominciato oltre 1800 anni fa ed è progredito da allora in poi fino al verdetto finale, alla fine della mietitura dell’età del Vangelo. Tale giudizio, durato tutta l’era cristiana, è stato per lei un processo di prova.  (1°Pietro4:17)  che è servito alla disciplina e alla preparazione della Chiesa stessa dandole la possibilità di avere la natura divina.

Dio non impedì che un periodo di carestia della Sua Parola iniziasse nel 539, quando il potere ecclesiastico ottenne la possibilità di perseguitare i Santi. Si trattò di una carestia spirituale, di fame e di sete, della Verità, che durò 1260 anni, fino al 1799. Il profeta Amos aveva predetto:”Ecco vengono i giorni (1260 giorni = 1260 anni) – dice Geova Dio – in cui Io manderò la fame nel paese, non fame di pane (letterale) o sete d’acqua (letterale), ma la fame e la sete di ascoltare la Parola di Geova”. Amos 8:11. Si tratta di una lunga carestia di cibo spirituale, prevista nell’era cristiana. Tuttavia anche i tempi attuali sono pieni di filosofie, di invenzioni, di falso pane della vita. Ancora oggi “il mio popolo perisce per mancanza di conoscenza”: Osea 4:6.

Ma una voce tra i quattro esseri viventi, quella di Dio, assicura alla vera Chiesa che, come Elia, sarebbe stata miracolosamente nutrita nel deserto per quei 1260 anni di carestia. (Apocalisse 12:6,14). Il deserto è la separazione dal mondo ed è il luogo simbolico in cui la vera Chiesa è fuggita per esservi nutrita da Dio, trasportatavi dalle ali della Grande Aquila. Ciò ricorda quel che avvenne a Israele naturale quando uscì dall’Egitto per essere condotto da Dio nel deserto (Esodo 19:1-4 – Deuteronomio 31:30; 32:11-12 –Salmo 89:14). L’Aquila rappresenta quindi, l’amore e la misericordia di Dio. In tempo di fame e di sete, i pochi, i veri figli di Dio ( simboleggiati da una misura di grano) avrebbero trovato ugualmente il cibo spirituale (simboleggiato da tre misure d’orzo) Salmo37:19, Proverbi 23:23, Matteo 13:44-46. Il pane d’orzo è quello più povero e quello più a buon mercato. E’ simbolo del pane della vita. Giov.6:11-13), spezzato per la Chiesa eletta durante l’età del Vangelo (Gesù ne diede prima ai discepoli) e poi per l’umanità nel Regno messianico (i discepoli ne dettero alla moltitudine). Come il corpo è nutrito dal cibo, così lo spirito è nutrito da Cristo, pane della vita.

                                                                                                                                                                                                           

                   

 

 

 

                                                                                                                                                                                

                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                    

 

 

 

 

              

 

 

 

 

 

 

                                                    

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