R E S O C O N T O D I S C U S S I O N E |
vlady |
Inserito il - 18 April 2011 : 18:25:41 E un copia incola del articolo di chi sostiene che pane azzimo non rapresenta il corpo del Signore, ma piutosto pane con lievito e simbolo del corpo di Agniello antitipico.
Devo dire che sono rimasto a bocca aperta dopo aver letto cosi chiara condizionata manipolazione della Parola. E sopratutto non riesco a capire che cosa a spinto ai fratelli a divulgare tale offesa al santo corpo di Cristo. Se sarei pazzo e direi nel cuore mio, supponiamo che avessero raggione, ma anche in questo caso mi viene in mente la scrittura: "È bene non mangiare carne, né bere vino, né fare cosa alcuna che porti tuo fratello a inciampare o ad essere scandalizzato o essere indebolito." (Romani 14:21).
Ed ecco l'articolo:
C ommemorazione - Ettore Giraldi _________________________________________________________________________________ Perchè commemoriamo l'ultima cena del Signore Gesù? Perchè è un Suo preciso comandamento: Egli disse quella sera: "Fate questo in memoria di me" Luca 22:19 . Quaranta giorni dopo la Sua risurrezione, prima di ascendere al cielo dal Monte degli Ulivi, Egli disse ancora: "Fate discepoli, battezzandoli e insegnando loro tutte le cose che vi ho commandate" Matteo 28:19, 20 . Quando deve essere fatta questa commemorazione? Principalmente quando giunge il tempo in cui Egli stesso isituì quella"Cena" assieme ai suoi undici apostoli. Ho detto principalmente perchè scrupolosamente esamineremo a suo tempo se tale commemorazione si può fare anche altre volte durante il corso dell'anno. Dall'esame delle Scritture ci è apparso evidente che quel tempo giunse nel giorno corrispondente al 14° giorno del mese ebraicodi Nisan , così come vuol l'originale legge mosaica relativa alla "immolazione" dell'agnello sacrificale tipico. Es. 12:6 . Ma anche per questo aspetto della data relativa alla "Cena" del Signore, sarà nostra cura fare un ulteriore approfondimento affinchè non vi siano dubbi e la Chiesa giunga ad "un pari consentimento", non per la forma ma nella sostanza. Quali sono gli emblemi usati da Gesù per illustrare lo scopo di tale "speciale" cena? Il pane e vino: i due alimenti che illustrano efficacemente il "corpo" dell'agnello di Dio edil suo"sangue" o vita, come l'ombra, o tipo, dell'originale Pasqua indicava profeticamente. In quanto al vino non vi sono obiezioni. Ma è sul pane che si sono presentate delle perplessità. La tradizione lo vuole "azzimo" , cioè senza lievito, proprio come ancor oggi gli ebrei lo usano, e chiamano "matzos" . Naturalmente anche molte chiese cristiane usano l'azzima per tale cerimonia, e la Chiesa cattolica la usa in forma di ostia. Il fondamento per tale scelta è data dal fatto che così è comandato da Mosè nell'originale istituzione pasquale, ma sopratutto dalla dichiarazione paolina esposta nella 1 Corinti 5:6-8 , in cui la "malizia" è paragonata a lievito. Anche Gesù usa la figura del lievito per mettere in guardia i suo discepoli dalle dottrine dei farisei Matteo16:6,12 . Da ciò la diffusa credenza che il lievito sia sinonimo di malizia, di peccato. In realtà se ben riflettiamo su quanto Paolo e Gesù dicono, non è il lievito che è condannato , ma è la malizia e le false dottrine farisaiche , che operano negli uomini un effetto di fermentazione, simile alla spontanea e naturale moltiplicazione della micoflora del lievito. D'altra parte, nell' originale disposizione mosaica per la Pasqua, il lievito non è usato perchè a motivo della fretta di fuggire dall'Egitto oppressore , non vi era tempo per attendere alla spontanea fermentazione dellapasta . Non viene indicato altro motivo negativo. Per convincersi basterebbe citare ciò che ancora Gesù stesso dice del lievito, come riportato da Matteo 13:33 "Egli disse loro un altra parabola: " Il regno dei cieli è simile al lievito , che una donna prende ed impasta con tre misure di farina finchè tutta la pasta sia lievitata" anche Luca 13:20,21 Considerando questa scrittura, si può ancora pensare che il lievito sia esclusivamente simbolo di peccato? Se lo fosse, il regno dei cieli sarebbe simile al peccato! Non sia mai. E' vero che nelle scritture dell'antico Testamento è ripetutamente comandato, in certe occasioni, di offrire a Dio offerte farinacee azzime e di mangiare pane assolutamente azzimo. Ma è anche vero che in una speciale occasione , e soltanto in quella , l'ispirata parola dice: " Dal giorno dopo il sabato (annuale), cioè dal giorno che avete portato il covone dell'offerta agitata, conterete sette sabati interi. Conterete cinquanta giorni fino al giorno dopo il settimo sabato, quindi offrirete all'Eterno una nuova oblazione di cibo. Porterete dalle vostra abitazioni due pani per un'offerta agitata di due decimi di efa di fior di farina; essi saranno cotti con del lievito , quali primizie offerte all'eterno ". Levitico 23:15-17 La perfetta osservanza della Legge deve compiersi non solo nella forma o modo , ma anche nel tempo stabilito . Perchè cinquanta giorni dopo il sabato annuale della festa degli azzimi e corrispondente al giorno 6 del mese ebraico di Sivan? Perchè in quel giorno Mosè ricevette sul monte sacro del Sinai, la Torà , cioè la Legge, i cui dieci comandamenti fondamentali furono scritti sulle due tavole dipietra. Quel giorno perciò, fu chiamato Shavuot che significa "settimane" , e dal greco Pentecoste o cinquanta giorni . Ma come mai, solo in quel giorno il pane offerto doveva essere lievitato? Perchè il lievito ha il potere di fare fermentare l'intera massa in cui è immesso; la fa diventare spumosa, leggera, più digeribile e più gradevole per l'alimentazione umana. Così lo "Spirito" della Legge avrebbe dovuto agiresull'intero popolo di Israele, produrre una trasformazione interiore, renderlo spirituale,gradevole e accettabile agli altri popoli gentili come popolo della scrittura di Dio, come popolo scelto per la "benedizione di tutte le famiglie della terra" , secondo la benedizione Abramica. In questi popoli avrebbe dovuto indurre, a sua volta, lievitazione per l'effetto della buona e accettevole guida divina. Genesi 12:2, 3 Ma Israele ha dimostrato di non lievitare spiritualmente , perchè ha osservato la Legge solo alla lettera. Israele è rimasto un popolo"azzimo", secco, indurito, di collo duro, per cui la Legge di Dio, non essendo stata accettata né compreso nello "spirito", non ha prodotto l'effetto della benedizione abramica, che è rimasta "ombra" di futuri beni. Ebrei10:1 Per questa sua fede azzima, al popolo ebreo fu impedito di riconoscere ed accettare il Messia. Prova della superficialità della fede dell'antico Israele, il sublime "sermone del monte" di Gesù "Voi avete udito che fu detto agli antichi: Non uccidere, e chiunque ucciderà, sarà sottoposto al giudizio; ma io vi dico: Chiunque si adira contro suo fratello senza motivo sarà sottoposto al sinedrio; e chi gli avrà detto 'stolto', sarà sottoposto al fuoco della 'Geenna' " . Matteo 5:21, 22 La vita di Gesù fu completamente diversa da quella del popolo in generale al quale apparteneva. Certamente Gesù nacque sotto la Legge, fu circonciso ed educato nella Legge, e pertanto era tenuto alla sua osservanza. Ed egli osservò in maniera perfetta o completa tanto da portarla a compimento. Potè farlo, perchè egli osservòtutti precetti, comandamenti, leggi e prescrizioni della Legge animato dallo"spirito" di quella divina Legge. "Spirito" che,simile a lievito , fece di Lui l'impareggiabile Maestro. Matteo 5:17-20 Egli, infatti, dichiarò di essere il "pane disceso dal cielo" spiegando che tale "pane" era la suacarne, il suo "corpo" che sarebbe stato offerto quale "Agnello di Dio che toglie il peccato del mondo", in olocausto alla giustiziadivina. Immacolato, senza peccato nè difetto, ma non "pane azzimo" , anzi "pane lievitato" dallo spirito di consacrazione, dallo spirito del regno e tale da avere il potere di fare lievitare a sua volta la "farina" con la quale sarebbe venuto a contatto. Giovanni 6:41, 51 Dio, infatti, nella Sua prescienza, aveva previsto tale situazione, e provvide affinchè il "lievito" figurativo fosse messo a disposizionedel popolo: "Ecco, vengono i giorni che io concluderò con la casa d'Israele e con la casa di Giuda un nuovo patto, non come un patto che feci con loro, nel giorno che li presi per mano per condurli fuori dal paese d'Egitto, perchè essi non sono rimasti fedeli al mio patto, ed io ho rigettati dice il Signore. Questo dunque sarà il patto che farò con la casa d'Israele dopo quei giorni, dice il Signore io porrò le mie leggi nella loro mente e le scriverò nei loro cuori , e sarò il loro Dio, ed essi saranno il mio popolo" Ebrei 8:8-10 La prima misura di farina , delle tre misure di cui al capitolo 13 di Luca , versetto 20,21, fu scelta o tratta dal suo popolo che, come "pecore perdute della casa (ovile) d'Israele" ricevettero la buona notizia del "regno dei cieli" , che come lievito nelle loro menti e nei loro cuori, li indusse a seguirlo. E con essi per primi, il Signore fece il Patto del Regno, e pochi giorni dopo, proprio alla festa di Pentecoste , ricevettero lo Spirito Santo promessa che, come nuovo lievito , produsse un radicale cambiamento nelle loro menti e nei loro cuori, essendo essi divenuti parte del"corpo" di Cristo, con la Sua mente ed il Suo Spirito di consacrazione. Atti 2; 1 Corinti 10:16,17 Ma la prima misura di farina risultò essere soltanto "un piccolo gregge" . Ad esse, dunque, si aggiunse tre anni e mezzo dopo, la secondo misura di farina tratta dai Gentili,"altre pecore" , ed essi pure ricevettero lo Spirito Santo, e fermentarono con lo spirito del Regno tanto che, assieme alla prima misura, furono invitati a fare discepoli fra tutti i popoli, producendo quindi, per figurativa lievitazione, quella "grande folla" descritta in Apocalisse 7:9-17 Queste prime due misure di "farina simbolica" , nelle quali era stato immesso il lievito del regno, erano state prefigurate proprio dai due pani fermentati offerti al tempo della promulgazione della Legge al Sinai. Ed esse furono chiamate "primizie" , significando che sarebbero state seguite da raccolto vero e proprio . La partecipazione agli "emblemi" del pane e del vino alla Cena del Signore, è riservata a coloro i quali hanno consacrata la loro vita, battezzandosi nello spirito di Cristo e nella sua morte , le "primizie" del regno dei cieli, ai quali è riservata la promessa risurrezione spirituale al ritorno del loro Messia. Con tale partecipazione essi rinnovano, in questa occasione, la loro consacrazione e fedeltà al loro Signore, riconoscendosi membri dello stesso "corpo di Cristo" , e quindi in intima comunione con Gesù e con tutti coloro che formano tale corpo. Nell'attesa che il Signore "venga presto" per accogliere preso di sè i suoi fratelli "eletti", istituendo il Regno di Dio affinchè sia fatta la volontà del Padre anche in terra come già nei cieli, invochiamo le benedizioni celesti su tutti i presenti e su tutti i confratelli che, come noi, osservano e ricordano l'ultima "Cena" del Signore Gesù prima che egli offrisse la sua perfetta vita sulla croce per dare a noi e a tutto il genere umano da Adamo in poi, la sola, unica e meravigliosa opportunità di vita eterna. top |
2 U L T I M E R I S P O S T E (Le più nuove sono all' inizio) |
vlady |
Inserito il - 19 April 2011 : 18:41:11 Ringrazio di cuore per intervento di sorella.
Volevo fare analisi parola a parola del articolo, ma credo non ci sia tanto bisognio per fratelli consacrati. E neanche per me. Vorrei aggiungere qua un link di articolo del fr. Russell che per me ha chiarito molte cose.
http://www.margheritaleporatti.com/studentibiblici/topic.asp?TOPIC_ID=421&FORUM_ID=48&CAT_ID=5&Topic_Title=R5049%2DPARABOLE SUL EMBRIONE DEL REGNO&Forum_Title=La Torre di Guardia %281879%2D1916%29
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gattosilvestro67 |
Inserito il - 19 April 2011 : 18:15:38 Vorrei analizzare il Giusto intendimento delle Scritture citate dal fratello Ettore Giraldi qui postate a favore del fatto che la Pasqua del Signore debba essere osservata con PANE LIEVITATO. Non dirò su questo soggetto il mio parere personale, ma mi limiterò com’è giusto che sia, a mettere in risalto ciò che la Bibbia palesemente smentisce. Tutto questo, no per contesa o per fini personali, ma semplicemente per amore della Verità e credo per una giusta onestà intellettuale, che debba distinguere ogni cristiano.
Vorrei iniziare subito con la PARABOLA di Matteo capitolo 13:33. In questo capitolo sono descritte 7 PARABOLE o sette esempi di cui Gesù si avvalse per spiegare alcuni insegnamenti. Vorrei subito partire con un inciso che è questo: se sono parabole, non parliamo di cose letterali, ma di esempi che il Maestro usò per parlare di altro, sono delle similitudini che nascondono dei semplici insegnamenti. Non possiamo certo insegnare che del lievito si trovi letteralmente nel Regno dei cieli. Trovo anche ridicolo dover spiegare che in una di queste parabole si parla di grano e di zizzanie, (dovremmo per questo insegnare che queste due metafore si trovano in cielo?) Egli volle parlare dei figli di Dio e dei figli del Diavolo (come giustamente Lui spiega nei versetti da 37 a 40) ma evidentemente il bisogno di prevalere ed il bisogno di protagonismo di alcuni fratelli è così forte, che gli fa chiudere gli occhi di fronte a dell’evidenza così marcata e schiacciante. Queste sette parabole sono narrate da Gesù tutte assieme e ci dovremo chiedere il perché, c’è un motivo? C’è un filo conduttore che le lega? Perché iniziano tutte con “Il Regno dei cieli è simile ha”? L’attento studioso, colui che non cerca l’intendimento superficiale delle cose cercherà con umiltà di rispondersi a queste fondamentali domande, e la risposta non la cercherà nel suo cervello ma nelle Scritture! Possono esse riferirsi “Al Regno dei cieli” inteso come Regno di Dio? E’ ASSOLUTAMENTE IMPOSSIBILE! Altrimenti dovremo ammettere che nel Regno di Dio vi sia grano e zizzania, vi siano tesori, perle, reti, seminatori, ecc. Come possiamo prendere letteralmente ciò che è una semplice metafora? Solo per far tornare il nostro pensiero? Tutto ciò è molto pericoloso e ci può portare molto lontano dal pensiero di Dio!
Le sette parabole del regno dei cieli, raffigurano ben altro! Esse sono il CAMMINO DI TUTTA LA CHIESA DURANTE TUTTA L’ETA’ DEL VANGELO che inizia giustamente con la parabola del Seminatore (Gesù). Gesù qui anticipò ciò che poi diede in visione al suo schiavo Giovanni nel libro dell’Apocalisse con le sette lettere alle sette chiese dell’Asia. Non per niente Egli ebbe ha dire che parlava alle folle in parabole, affinchè non capissero, solo i suoi avrebbero compreso le sue misteriose parole. Sempre Gesù all’inizio dell’Apocalisse dà al suo schiavo Giovanni, la Rivelazione in segni affinchè solo alcuni comprendessero. Mi torna in mente un aneddoto di quando andai la prima volta in Israele. La guida locale diceva agli ignari e “ignoranti” (solo perché non conoscevano le Scritture) pellegrini: Ecco vedete, (indicando i ruderi di una casa) questa è la casa del figliuol prodigo! Poteva mai esserci in Israele la casa di colui che fu solo un esempio? Tale ignoranza e cecità si può ammettere solo nelle persone che ignorano le Sante Scritture, ma non certo da persone che da anni pretendono di leggere, e quel che è peggio insegnare la Parola di Dio!
Il lievito a cui fece riferimento il nostro Signore al versetto 33 non per niente si trova nella quarta parabola che corrisponde alla quarta Chiesa dell’Apocalisse dove purtroppo si affaccia l’apostasia nella vera chiesa (il regno dei cieli). E’ la Chiesa di Tiatira che corrisponde guarda, il caso, proprio all’avvento dell’Anticristo dentro la vera Chiesa del Signore che sarebbe lievitata in adempimento alle parole di Paolo in 2Tessalonicesi 2:4-7. Nelle Scritture il lievito non è mai visto come qualcosa di buono, ma solo di negativo e di PECCATO. Leggete con attenzione la Scrittura di 1Corinti 5:7-8, come si può sostenere il contrario? La Bibbia ci insegna che dalla stessa fonte non può sgorgare il dolce e il salato, se quindi il lievito è sinonimo di peccato come può voler dire da un’altra parte il contrario?
Cosa dire dell’altra Scrittura di Levitico 23:15-17? Prima di tutto è arbitrario accostare questa Scrittura alla Pasqua perché qui si parla della Pentecoste.
Secondo punto: qui si parla di due pani; quando invece Paolo fa riferimento a Gesù come ad un unico Pane, (1Corinti 10:17) e siamo ben lontani dal giorno della Pasqua, di 50 giorni. Si riferisce infatti al giorno di Pentecoste, avente tutt’altro significato nelle Scritture. In quell’occasione si dovevano offrire ben sette agnelli un torello e due montoni agitati insieme al pane delle primizie (Esodo 23:13 – farina mescolata con olio). In queste feste comandata dal Signore in Israele questi pani non erano mangiati dal popolo ma erano offerti in olocausto al Signore, e non avevano niente a che fare con la Pasqua di Liberazione dall’Egitto. Anche per il pane di presentazione nella festa delle capanne si parla di dodici pani (alcuni traducono focacce) si parla solo di farina, pani disposti due file; sei per parte. (Levitico 24:5).
E’ molto bello scoprire nella Parola di Dio, cosa significassero i due Pani lievitati, perché venivano agitati insieme con i covoni ed ai due agnelli; ma questa è un’altra storia e non si riferisce certo alla Pasqua e tanto meno a Israele perché essi non ne mangiavano. Solo i dodici pani della presentazione venivano mangiati da Aaronne e dai suoi figli, ma erano pani di sola farina. Ed anche qui come tutta la Scrittura troviamo applicazione chiara nell’adempimento profetico della Legge, ma non è il tema che voglio qui approfondire. Torniamo alla Pasqua. Gesù da perfetto israelita osservò completamente la legge. All’età di trent’anni (Numeri 6:2-21 e Luca 3:23) si presentò a Dio consacrando la sua vita. La legge del Nazireato esposta così chiaramente nel libro dei Numeri, non ammette compromessi di sorta; il voto di consacrazione del nazireo (colui che si era presentato al Signore per adempiere un voto) si concludeva con la presentazione di un paniere di pani azzimi affinchè il Signore accettasse tale voto. Possiamo mai immaginare che il più grande consacrato abbia concluso il suo ultimo pasto portando a termine fedelmente il suo voto di completa consacrazione al Signore mangiando del pane lievitato? Ed anche se per assurdo volessimo scendere su questo terreno; dove mai avrebbe preso il Signore pane con lievito, dal momento che contemporaneamente alla Pasqua iniziavano i sette giorni dei pani azzimi, ed in tutto Israele sarebbe stato ucciso colui che avesse mangiato pane lievitato? Inoltre come accettare l’idea che l’Agnello doveva essere puro immacolato così come insegnava la legge; dovesse essere accompagnato da un pane che mostrava essere il contrario?
Ancora, poteva Gesù annullare il patto della legge se non avesse mangiato la Pasqua? Certamente nò! Solo se avesse annullato il vecchio patto ne avrebbe potuto stabilire uno nuovo e migliore, altrimenti coloro che asseriscono che Gesù non fece la Pasqua si trovano ancora sotto il patto della legge di Mosè. A loro la scelta. Trovo più onesto e meno contraddittorio coloro che continuano ad osservare l’intera legge di Mosè, di coloro che decidono a loro proprio uso e consumo, ciò che fa loro più comodo per dimostrare ad ogni costo l’indimostrabile.
Consideriamo adesso la festa dei pani non fermentati (Azzimi) la quale faceva parte delle tre grandi feste nazionali; AZZIMI, PENTECOSTE E CAPANNE. La festa dei pani non fermentati (Esodo 23:15)iniziava il giorno dopo la celebrazione della Pasqua e durava dal 15 al 21 Abib (Nisan) La Pasqua era una celebrazione a se, e durava solo un giorno ebraico (da tramonto a tramonto) ed era il giorno 14. Con il tempo divenne una celebrazione intimamente unita alla festa degli azzimi e spesso entrambe venivano chiamate Pasqua. Per questo noi troviamo scritto nei Vangeli: Luca 22:1.
Quindi quando leggiamo in Matteo 26:17 “ora era il primo giorno degli azzimi”i discepoli gli si accostarono dicendo:”dove vuoi che apparecchiamo la Pasqua?” ci riferiamo sicuramente al 14 di Nisan il giorno della Pasqua ebraica. Come possiamo cambiare il testo biblico dicendo che era una comune cena? Su che base possiamo asserire che il Signore fece una cena normale e non la Pasqua ebraica? Se poi prendiamo Giovanni 13:1 (il Vangelo di Giovanni è l’unico Vangelo, non ne conosciamo il motivo, che non ci parli della cena del Signore nei dettagli del pane e del vino; ma si sofferma sulla seconda parte dopo la cena pasquale sulla lavanda dei piedi e sul tradimento di Giuda Iscariota) la Traduzione del Nuovo Mondo sembra essere la più vicina al significato del testo. Recita: “Ora siccome sapeva prima della festa della Pasqua che era venuta la sua ora di passare da questo mondo al Padre …” La traduzione di Monsignor Ravasi rende l’espressione “passare” “Passaggio” “Pasqua” come se lo scriba attribuisse il termine passare solo in relazione all’ora della sua morte. Il Commento letterale riporta: (Ancora una volta Giovanni utilizza l’espressione ambivalente: Eis telos può avere infatti un significato temporale “fino alla fine della sua vita” oppure qualitativo “Fino all’estremo delle sue possibilità”.
In conclusione possiamo affermare con sincera lealtà all’insegnamento scritturale che gli Studenti Biblici riconoscono la purezza del corpo del Signore e come tale riconosco puro anche il simbolo del suo corpo il pane senza lievito così come riconoscono nel calice del vino il simbolo del suo puro sangue sparso per tutti.
Personalmente non trovo basi per poter accettare un insegnamento simile e mi associo allo sconcerto del fratello Vlady, ma maggiormente il mio sconcerto nasce dal fatto che tali insegnamenti non vengano tenuti "celati" ma vengano "propinati a fratelli semplici" per farsi dei discepoli.
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