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 LA RESTAURAZIONE D'ISRAELE.

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R E S O C O N T O    D I S C U S S I O N E
gattosilvestro67 Inserito il  - 12 November 2013 : 14:03:52
LA RESTAURAZIONE DI ISRAELE.

Il ristabilimento di Israele in Palestina, un evento da aspettarsi entro questo periodo di mietitura — Come, in che misura e con quale classe, do-vremmo aspettarci questa Restaurazione —
La data del suo inizio, e testimonianze della sua progressiva realizzazione effettiva da allora — Perché le benedizioni Millenarie, destinate a tutta l'umanità, raggiungeranno e ravviveranno prima gli Ebrei — Il risveglio della speranza Ebraica — Osservazioni di scrittori leader ebrei e gentili — L'armonia di queste speranze con la profezia — La cecità di Israele riguardo a Cristo sta già svanendo — La diffusione e lo slancio del Movimento — Dio li aiuterà.


“In quel giorno, io rialzerò il tabernacolo di Davide che è caduto, ri-parerò le sue brecce e rialzerò le sue rovine, e lo ricostruirò come nei giorni antichi. Farò tornare dalla cattività il mio popolo Israele, ed essi ricostruiranno le città desolate e le abiteranno, pianteranno vigne e ne berranno il vino, coltiveranno giardini e ne mangeranno i frutti. Li pianterò sulla loro terra e non saranno mai più sradicati dal suolo che io ho dato loro, dice il Signore, Dio tuo.” Amos 9:11,14,15.



Tra i cimeli dell'antichità che sono giunti fino ai nostri giorni, non c'è altro soggetto di così grande interesse come il popolo ebraico. I ricercatori degli antichi folklori hanno instancabilmente messo in discussione ogni oggetto inanimato che possa dare un tantino di informazioni storiche o scientifiche. Monumenti, altari, tombe, resti di edifici pubblici e privati, dipinti, sculture, geroglifici e lingue morte sono stati tutti esaminati, e alcuni hanno anche cercato con pazienza di scoprire quale sia il confine della verità che probabilmente ha ispirato molte tradizioni fantasiose, leggende, canti ecc., che sono giunti fluttuanti attraverso i secoli, per sapere così tutto ciò che è possibile conoscere sull'origine dell'uomo, la sua storia e il suo destino.

Ma il cimelio più interessante, e quello per cui la storia può essere più facilmente decifrata e capita è il popolo ebraico. In loro abbiamo un monumento antico di valore inestimabile, su cui sono registrati, in caratteri ben leggibili, le origini, i progressi e il destino finale di tutta la razza umana, una testimonianza viva e intelligente del graduale completamento di un proposito meraviglioso negli affari umani, in esatta conformità con le esatte previsioni dei loro profeti e veggenti divinamente ispirati.


Come popolo, sono contrassegnati come distinti e peculiari per ogni circostanza della loro storia e dalla loro comune fede religiosa, così come per ogni elemento del loro carattere nazionale, e persino dalla loro fisiono-mia e dei loro usi e costumi. Le caratteristiche nazionali di molti secoli fa, sono tuttora importanti, come la loro predilezione per i porri, le cipolle e l'aglio d'Egitto, e anche per la loro proverbiale cervice ostinata.

Come popolo, avevano certamente molti vantaggi, sia per esser stati loro affidati i medesimi oracoli di Dio, ma anche per aver sviluppato tra di loro poeti, avvocati, statisti e filosofi, che li ha condotti passo dopo passo dall'essere una nazione di schiavi ad essere, come al tempo di Salomone, all'apice della loro gloria, un popolo distinto e onorato tra le nazioni, attirando la meraviglia e l'ammirazione del mondo. Romani 3:1,2; 1 Re 4:30-34; 10:1-29.


Che il ristabilimento di Israele nella terra di Palestina sia uno degli eventi che si possono attendere in questo Giorno del Signore, ne siamo pienamente rassicurati dall'espressione del profeta precedentemente riportata sopra. In particolare si noti, che la profezia non può essere interpretata in nessun senso simbolico.

Non esiste infatti alcun paese di Canaan in cielo a cui essi sono eletti, ma solo un Canaan qui sulla terra. Essi saranno piantati sulla “loro terra”, la terra che Dio dice di aver dato loro, la terra che ha promesso ad Abraamo, dicendo: “Alza ora i tuoi occhi e mira dal luogo dove sei a nord e a sud; a est e a ovest, poiché tutto il paese CHE TU VEDI, io lo darò a te e al tuo seme [o discendenza], per sempre.

E renderò il tuo seme [discendenza] come la polvere della terra; così che, se qualcuno può contare la polvere della terra, si potrà contare anche il tuo seme [discendenza]. [Un indizio questo che si sta parlando di un periodo di tempo molto distante, dando così il tempo necessario per una tale moltiplicazione del suo seme.] Levati, percorri il paese, in lungo e in largo, perché io lo darò a te.” “E a te, e al tuo seme [discendenza] dopo di te, darò il paese dove abiti come straniero, tutto il paese di Canaan, come PROPRIETÀ ETERNA.” (Genesi 13:14-17; 17:8)

Questa è una terra in cui un tempo ebbero il privilegio di entrare, e in cui vi abitarono per secoli. Ma durante tutto quel tempo furono sradicati e portati via in cattività in altri paesi molte volte, mentre forestieri rovinavano le loro città, bevevano il vino delle loro vigne, e mangiavano il frutto dei loro giardini.

Alla fine, furono completamente sradicati, le loro città devastate e lasciate desolate, ed essi furono condotti come erranti ed esuli da un paese all'altro per tutto il mondo. Ma quando saranno ripiantati nella loro terra, secondo questa promessa, “essi non potranno mai più essere strappati via dalla loro terra” che Dio ha dato loro, ed “essi dovranno costruire le loro città desolate [città in cui essi avevano vissuto in precedenza], e le abiteranno.”

Benché un popolo disperso, senza patria, desolato e perseguitato, essi sono tuttora un popolo distinto e omogeneo. Uniti da forti legami di consanguineità, da speranze comuni ispirate da una fede comune nelle meravigliose promesse di Dio, anche se hanno compreso solo vagamente quelle promesse, e ancora di più legati dal vincolo di crescente simpatia proveniente dalle loro comuni sofferenze e privazioni come esuli, essi, fino a questo stesso giorno, levano lo sguardo e desiderano la realizzazione della speranza di Israele.



continua. ...
15   U L T I M E    R I S P O S T E    (Le più nuove sono all' inizio)
gattosilvestro67 Inserito il  - 07 September 2014 : 20:17:38
Nulla nella nostra comprensione degli insegnamenti delle Scritture è in opposizione all'idea che la Gran Bretagna, la Germania e gli Stati Uniti, possono contenere alcuni dei discendenti delle dieci tribù che si separarono dalle due tribù nei giorni di Roboamo.

Non si può affermare, tuttavia, da chiunque abbia familiarità con la mistura radicale prevalente oggi, in particolare negli Stati Uniti, che una di queste nazioni sono di pura stirpe israelita. Né possiamo dibattere sulla questione se la prosperità di queste nazioni, più di quella di altre nazioni del mondo, sia dovuta al loro lignaggio. Forse questo è vero. Ma quello che sosteniamo, comunque, è che per quanto riguarda la “chiamata celeste” della Chiesa del Signore, essendo stato abbattuto il muro di separazione, l'origine israelita di un individuo o di una nazione, secondo i termini del Patto della Grazia, non recherebbe all'individuo o alla nazione alcun vantaggio rispetto ad altri individui o nazioni di una razza diversa. Da esso “tutto Israele”, “i rami naturali”, sono stati recisi, eccetto un solo “rimanente” che ha accettato Cristo, il Mediatore della Nuova Alleanza, e tale “rimanente” non ha avuto la preminenza sugli altri a causa della sua nazionalità. Dio, attraverso gli Apostoli, non ha predicato alcun favore a Israele secondo la carne durante il periodo della selezione dell'Israele spirituale, ma ha dichiarato che quando la compagnia dell'Israele spirituale è al completo, il suo favore ritornerà alla casa carnale.


Poiché crediamo che l'Israele spirituale è quasi al completo, ci aspettiamo benedizioni anche su Israele secondo la carne, insieme all'allontanamento della loro cecità, anticipando così il fatto che essi saranno i primi della classe di restituzione ad essere benedetti dall'Israele spirituale, e quindi a ‘ottenere misericordia attraverso la misericordia a loro mostrata.’ (Romani 11:31)

Dopo aver così ottenuto misericordia attraverso la completa e glorificata Chiesa di Cristo, essi saranno davvero utilizzati come strumenti del Signore per benedire tutte le famiglie della terra e quindi, le promesse Abraamiche saranno adempiute ad entrambi i semi, sia a ciò che è secondo la carne, che a ciò che è secondo lo spirito. “In modo che la promessa sia sicura per tutta la discendenza, non soltanto per quella che è sotto la legge, ma anche per quella che discende dalla fede di Abramo.” Romani 4:16. Cordialmente,


L'Autore di STUDI SULLE SCRITTURE.


Coloro che affermano che “il termine Israele si applica solo alle die-ci tribù disperse” e che “Giuda è l'unico nome a poter essere giustamente applicato a coloro che sono tornati in Palestina dopo la cattività babilonese”, dovrebbero cessare di fare tali affermazioni fino a che non potranno rispondere ai seguenti semplici fatti. Nostro Signore ha dichiarato: “Io non sono stato mandato che alle pecore perdute della casa d'Israele.” (Matteo 15:24; 10:6)

Egli non ha detto una sola parola sulla Casa di Giuda, eppure tutta la sua predicazione fu fatta in Palestina a coloro che gli anglo-israeliti ci dicono non erano tutta la Casa di Israele, ma solo la Casa di Giuda. Poi, come se non bastasse, secondo questa stessa teoria, San Pietro avrebbe fatto un grande errore quando, parlando sotto la plenaria ispirazione diretta dello Spirito Santo alla Pentecoste, ha dichiarato: “Sappia dunque con certezza tutta la Casa d'Israele, che Dio ha fatto lo stesso Gesù, che VOI avete crocifisso, sia Signore che Cristo.” (Atti 2:36) Gli anglo-israeliti tuttavia ci dicono che non fu la Casa d'Israele, ma la Casa di Giuda, ad esser colpevole di aver crocifisso Cristo.

Lasciamo pure loro concludere che il nostro Signore e il Suo Apostolo hanno preso una grossa cantonata e che invece le idee anglo-israelite sono corrette; ma in quanto a noi considereremo solo Dio verace, e accetteremo solo il parere che si dimostrerà coerente non solo con la parola di nostro Signore e di San Pietro ma anche con tutti gli altri Insegnamenti del Nuovo Testamento oltre che con la ragione.


Le maledizioni, menzionate da Mosè (Deuteronomio 28:15, 46, 49, 63-67) che si sarebbero abbattute su Israele (le dodici tribù) se fossero stati infedeli al Signore, sembrano avere avuto una realizzazione molto letterale su tutto l'Israele del nostro Giorno del Signore (soprattutto le due tribù, Giuda e Beniamino, ma comprensive anche di tutti i rappresentanti delle altre dieci tribù che veneravano il Signore), su cui il nostro Signore ha dichiarato che tutte le cose scritte nella Legge e nei Profeti si adempiranno, e su cui l'Apostolo Paolo dichiarò che tali predizioni furono rispettate fino all'estremo. Cfr. 1 Tessalonicesi 2:15,16.

Ma se anche la nazione Britannica avesse qualche parte nell'Israele qui menzionato ai versetti 64 e 65 [di Deuteronomio 28] non sembra allora essersi stato nessun adempimento.
gattosilvestro67 Inserito il  - 29 August 2014 : 07:42:01
Permetteteci di dissentire per quanto riguarda la dichiarazione di cui sopra. Il Signore non si è risposato, né ha mai risposato le dieci tribù. Le citazioni non dimostrano nulla di tutto questo.

Osea sta solo fornendo alcune immagini severe di un popolo cattivo. Al capitolo 1:4, 6, 7 sembra citare le dieci tribù separatamente dalle altre due, senza promette ulteriore misericordia, ma, invece, una totale sottrazione delle dieci, e la misericordia solo su di Giuda.

I versetti 9 e 10 mostrano il rifiuto (per un tempo) di tutto Israele (i rami naturali dell'olivo), e l'innesto dell'Israele spirituale sulla sua radice originale o la promessa secondo cui quelli tra i pagani che in precedenza non erano stati riconosciuti dal Signore come suo popolo, che erano stati estranei e stranieri e alieni alla comunità di Israele, ora sono portati vicino e resi partecipi attraverso Cristo.

Questa applicazione della scrittura è fatta dall'apostolo Paolo. (Romani 9:23-26) Il versetto 11 dichiara che “allora”, al momento del loro rifiuto e al tempo del riconoscimento dell'Israele spirituale, Giuda e Israele sarebbero stati riuniti sotto un solo capo.


Osea 2:1-7 descrive una delle prove offerte, ma una lettura più attenta di questi versetti non dischiude affatto alcuna promessa del Signore di risposarsi. Anzi, leggendo il versetto 13 si evince esattamente il contrario. Poi ai versetti 14-18 si mostra la “porta della speranza” per queste persone ribelli, che il Regno Millenario del vero seme spirituale di Abramo (Galati 3:16, 29) aprirà, perché il versetto 18 individua la data di questa “porta della speranza”, dichiarando che sarà dopo il periodo di tribolazione, quando le guerre non ci saranno più.

I versetti 19 e 20, se applicabili a tutto il seme carnale, dovrebbero essere applicati a “tutto Israele” (l'ultimo ad esser citato), — vedi al capitolo 1:11 — e in quel caso non si richiederebbe la realizzazione se non prima della fine dell'età del Vangelo, quando le guerre non ci saranno più. Ma ci sono buone ragioni per credere che questi versetti (19 e 20) si riferiscono alla classe spirituale, selezionata durante il periodo in cui l'Israele carnale è stato rigettato. Per questo punto di vista il versetto 23, nonché il capitolo 1:10 forniscono il sostegno, sia perché entrambi sono citati in Romani 9:23-26, e concordano bene con l'altra affermazione dell'Apostolo, quando dice: “Israele non ha ottenuto ciò che cercava, ma l'hanno ottenuto gli eletti, mentre gli altri sono stati accecati.” Romani 11:7.


Per quanto riguarda invece Isaia 54:1-8, l'apostolo Paolo vi ha gettato sopra la luce della saggezza sovrumana, e lo ha applicato alla Sion spirituale, nostra madre o alleanza, simboleggiata da Sara.

Il seme carnale di Abramo era stato cacciato via dall'essere erede della promessa, e il vero seme, Cristo (rappresentato da Isacco e Rebecca), era stato ricevuto come il solo seme della promessa. Galati 4:22, 24, 26-31.

Geremia 31:29-33 chiarisce abbastanza bene il punto. Esso fu scritto in un momento in cui le dieci tribù, chiamate Israele, erano separate dalle due tribù, chiamate Giuda; e quindi fu necessario che il profeta le menzionasse entrambi, per non essere frainteso a significare soltanto le dieci tribù e basta.

Ma qui, al versetto 31, mette le due entità (Israele e Giuda) insieme, e dopo averle unite come fossero una sola nazione, egli usa persino un solo nome per entrambe anche nei versetti 33 e 36, e questo è confermato anche dai versetti 38-40, che descrivono luoghi geografici appartenenti alla porzioni delle due tribù, in Gerusalemme e nei suoi immediati dintorni [nonostante si stia parlando di Israele e non di Giuda].
Ma oltre a questo rammentiamoci pure che questa è una profezia non ancora adempiuta; pertanto le dieci tribù, anche se ora potessimo identificarle chiaramente, non avrebbero comunque ancora una ragione di vanto.

Farebbero meglio prima ad aspettare che il Nuovo Patto o Alleanza sia fatto con loro, e a quando la legge della Nuova Alleanza sia stata scritta nei loro cuori. Allora sicuramente non si vanteranno più della loro vecchia alleanza, ma di quella nuova.
Durante l'età del Vangelo la Nuova Alleanza con i suoi cuori benedetti dalla scrittura dell'insegnamento dello spirito santo, non è per le dieci tribù, né per le altre due. Occorre prima che esso sia sigillato dal sangue (morte) del Mediatore, Testa e Corpo, dagli Ebrei e dai Gentili.

Il seme carnale (Ismaele), deve pertanto attendere che il seme spirituale (Isacco) abbia ereditato tutto, per ottenere poi la sua parte attraverso Isacco. In quei giorni, quando il seme carnale riceve la sua parte, i benedetti privilegi Millenari menzionati ai versetti 29 e 30 saranno realizzati.


Carissimi, rendiamo sicura la nostra chiamata ed elezione per mezzo dell'obbedienza motivata dalla fede, e non da una speranza per le benedizioni spirituali avvenire motivata da semplici connessioni carnali, poiché la Parola del Signore ci mostra chiaramente che ciò non può accadere.

Se le razze anglosassoni sono realmente i discendenti letterali delle dieci tribù disperse, è certamente a loro vantaggio che il Signore ne trascura la relazione carnale e le considera come Gentili, perché il suo favore è stato ritirato dal seme naturale quando il rimanente è stato selezionato, e si rivolse a portar fuori un popolo per il suo nome tra i Gentili, che in precedenza non erano suo popolo; e, come abbiamo visto, nessun ritorno del suo favore è promesso fino a quando gli eletti della Chiesa saranno stati completati, ovvero nell'alba del Millennio.


CONTINUA. ...
gattosilvestro67 Inserito il  - 20 August 2014 : 08:29:36
“Per quanto riguarda il non ritorno di Israele, un confronto di Geremia 29:1, 4, 10 con Esdra 1:1 dimostra che l'editto di Ciro era in adempimento di una profezia che si riferiva esclusivamente agli ebrei, e da Ezechiele 4:3-8 è ovvio che il termine della prigionia di Israele doveva esten-dersi ben al di là di quella di Giuda.

Non vi è alcuna prova che le dieci tribù fossero incluse nell'offerta di Ciro”.
Dobbiamo fare delle eccezioni a queste affermazioni, e chiedere ai vostri lettori di esaminare più attentamente i testi citati. Geremia (29:1-10) non consiglia alla gente di stabilirsi con soddisfazione senza mai aspettarsi di ritornare a Gerusalemme, ma solo che dovevano farsi una casa comoda nella terra di Babilonia, perché non ci sarebbe stata liberazione per settanta anni, un periodo molto più lungo di prigionia di quello che avevano mai sperimentato prima.


Esdra 1:1 non limita ai soli membri di Giuda e di Beniamino il privi-legio o la libertà di tornare. Al contrario, il versetto 3 dichiara che Ciro estese l'offerta a “chiunque tra voi è del suo popolo”; il versetto 4 ripete il “chiunque” ed estende l'invito a livello mondiale, com'era in effetti il dominio di Ciro, per mezzo delle parole “in ogni luogo”; e il versetto 5 dichiara che non solo i capi di Giuda e di Beniamino risposero, ma anche “i sacerdoti e i Leviti, assieme a tutti coloro che lo spirito di Dio aveva risvegliato”, cioè, tutti coloro il cui cuore, come quello di Simeone, stavano “aspettando il conforto di Israele.” Tra questi ci sono stati alcuni dalle dieci tribù, anche se sono stati di meno.

Per esempio, tra coloro che aspettavano con Simeone nel tempio per la consolazione di Israele c'era la profetessa Anna, figlia di Fanuel, della tribù di Aser.” Luca 2:36, 38.
Per quanto riguarda la citazione di Ezechiele (4:3-8), nessun suggerimento ci è offerto su quando i quarant'anni di Giuda, o i trecentonovanta anni sul resto d'Israele, sono compiuti.

Il vostro corrispondente trascura il fatto che anche se questo guaio è diviso in due parti è tutto rappresentato mentre si abbatte su un solo popolo, come dimostra la sola città capitale della nazione, Gerusalemme, che è stata rappresentata dal profeta come parte principale nella sua scena drammatica d'insegnamento. Alcuni suppongono che la lezione insegnava che l'ira di Dio contro le dieci tribù risaliva al tempo della rivolta, quando essi caddero nell'idolatria, circa 390 anni prima della desolazione di Gerusalemme, e che l'ira contro le due tribù datava quaranta anni prima della desolazione, quando, sotto il re Manasse, le due tribù divennero idolatre, e che l'ira di Dio cessò, o si placò, grazie all'espiazione per i loro peccati nella desolazione di Gerusalemme e della terra.

Se questo è corretto, il suo favore ritornò mentre erano in Babilonia, a tutti coloro che venerarono le sue promesse e attesero lo scadere dei settanta anni di desolazione, affinché essi potessero tornare al culto di Dio nella sua città santa e nel suo tempio.


Rispondiamo allora, che non vi è alcuna prova per affermare che i volenterosi, i fedeli delle dieci tribù sono stati ostacolati e non tornarono così in Terra Santa, dopo i suoi settanta anni di desolazione. Al contrario, l'evidenza dimostra che essi ebbero la libertà di ritornare e che alcuni di essi lo fecero.


Dopo aver citato dagli Studi sulle Scritture, vol. III, “Essi [le dieci tribù] disertarono il patto israelita, e divennero idolatri, infedeli, e praticamente Gentili”, il vostro corrispondente continua:
“Questo è perfettamente corretto: le dieci tribù apostatarono, e furo-no ufficialmente divorziate dall'alleanza mosaica. (Geremia 3:8)

Ma egli trascura il compagno gioiello di salvataggio, cioè, che esse dovevano risposarsi in un patto nuovo e migliore. (Isaia 54:4-8; Osea 2:7, 19; Geremia 31:31-33). Gli Israeliti erano infatti praticamente dei Gentili, e sono stimati Gentili fino a questo giorno, ma ciò è concorde con la profezia, perché le ‘moltitudini di nazioni’ di Efraim sono goyim o Gentili nominali (Genesi 48:19), e i figli di Efraim o Israele, ‘che non possono essere misurati né numerati’, sono i discendenti di Lo-Ammi, o dei Gentili nominali. Osea 1:9,10.”

Continua. ...
gattosilvestro67 Inserito il  - 19 July 2014 : 06:46:10
Ciò che noi sosteniamo, è che il Grande Maestro aveva ragione quando ha dichiarato che “la Salvezza viene dai Giudei”, e che il grande Apostolo aveva ragione quando ha dichiarato che l'ordine di Dio è, “Gloria, onore e pace a chiunque opera del bene; al Giudeo prima e poi al Gentile; perché davanti a Dio non c'è favoritismo.” (Romani 2:10,11)

La nostra comprensione di questo è che, dopo la cattività babilonese il nome di Ebreo divenne sinonimo di Israelita, e comprendeva tutti coloro che si sono attenuti alla Legge e hanno sperato per l'adempimento delle promesse fatte ad Abraamo, tra cui alcuni dalle dieci tribù così come pure i proseliti tra i Gentili, tutti quelli che erano circoncisi. Inoltre, anche in occasione della rivolta delle dieci tribù, non si unirono ad essa tutti i singoli membri di quelle tribù. Alcuni fedeli hanno continuato a recarsi nel Regno di Giuda, e continuarono a vivere tra gli ebrei. 1 Re 12:17.


Abbiamo trovato, e sottolineato il fatto significativo, che il nostro Signore e gli Apostoli si rivolsero alle “dodici tribù” sotto un unico nome, “la Casa d'Israele”, e anche questo, parlando direttamente alla gente che viveva a Gerusalemme, che, come tutti ammettono, erano principalmente della tribù di Giuda, ma in parte anche di tutte le altre dodici tribù. Il fatto che il Signore e gli Apostoli, dunque, si rivolsero alle “dodici tribù” come ad un'unica nazione, e applicarono ad essi le profezie in quanto tali, a noi sembra piuttosto una ragione sufficiente perché anche noi facciamo lo stesso.


Citare i testi della Scrittura sulle varie fasi del soggetto richiederebbe molto spazio, ma chiunque avrà una copia della Concordanza di Young, vadi a pagina 528 e noti i vari casi in cui la parola “Israele” viene usata nel Nuovo Testamento, avrà quella che sembra essere la prova schiacciante che la Casa di Israele non era più considerata dal nostro Signore e dagli apostoli come le “dieci tribù” soltanto, ma, come vi si esprime, di “tutto Israele”. Si noti soprattutto i seguenti testi: Matteo 8:10; 10:6; 15:24, 31; 27:9, 42; Marco 12:29; 15:32; Luca 1:54, 68, e in particolare il versetto 80; anche 2:25, 32, 34; 24:21; si noti pure attentamente Giovanni 1:31, 49; 3:10; 12:13; anche Atti 2:22, 36; 3:12; 4:10, 27; 5:21, 30, 31, 35; 13:16, 24; 21:28; Romani 9:6, 31; 10:19; 11:25, 26; 1 Corinti 10:18; Galati 6:16; Efesini 2:12; Filippesi 3:5; Ebrei 8:8.


“La salvezza viene dai Giudei”, ovvero gli Israeliti che mantengono il patto, nel senso che

(1) il nostro Signore Gesù, il Salvatore, è venuto in questa linea genealogica,

(2) che un rimanente di questi Ebrei (gli Apostoli e la maggior parte della Chiesa antica), chiamata un rimanente di Israele (Romani 9:27; 11:1, 5, 7), divenne ministro della riconciliazione per portare il messaggio ai Gentili, e

(3) che in tale disposizione del Signore è l'opera di restituzione del futuro, quando l'Israele carnale, recuperato dalla cecità, sarà utilizzato come un mezzo attraverso il quale scorre la salvezza, che uscendo dal glorificato Israele spirituale, sgorgherà poi verso tutte le famiglie della terra; com'è scritto, “Da Sion [la Chiesa del Vangelo, o Israele spirituale glorificato] uscirà la legge, e la parola del Signore da Gerusalemme [il ristabilito Israele carnale].” Isaia 2:3.


Ma in ogni caso le dieci tribù sono lasciate fuori da questa e da tutte le altre promesse, perché né Sion né Gerusalemme (né la tipica, né la reale) apparteneva a loro. Per avere una partecipazione completa nel patto fatto con Abraamo, questi devono essere uniti con l'Israele spirituale, di cui il Leone della tribù di Giuda, è il capo, o devono divenire associati alla letterale Giuda a Gerusalemme, in modo da condividere la sua porzione nei tempi a venire della restituzione, perché “il Signore salverà le tende di Giuda per primo.” Zaccaria 12:7.


Gli argomenti del vostro corrispondente sembrano essere riassunti nei seguenti estratti, che abbiamo inserito citandoli dal vostro giornale. Egli dice:


CONTINUA. ...
gattosilvestro67 Inserito il  - 12 July 2014 : 08:38:11
“A tal fine noi rispettosamente presentiamo una petizione a Sua Ec-cellenza, Benjamin Harrison, presidente degli Stati Uniti, e all'Onorevole J. G. Blaine, Segretario di Stato, di utilizzare i loro buoni uffici e l'influenza dei governi delle loro Maestà Imperiali; Alessandro III, Zar di Russia; Victoria, Regina di Gran Bretagna e Imperatrice d'India; Guglielmo II, Imperatore di Germania; Francesco Giuseppe, Imperatore di Austria-Ungheria; Abdul Hamid II, Sultano di Turchia; Sua Maestà Reale, Maria Cristina, Regina reggente di Spagna; con il governo della Repubblica di Francia; e con i governi di Belgio, Olanda, Danimarca, Svezia, Portogallo, Romania, Serbia, Bulgaria e Grecia, per garantire la partecipazione, in tempi brevi, di una conferenza internazionale che prenda in considerazione la condizione degli Israeliti e le loro pretese sulla Palestina come loro antica patria, e per promuovere in tutti gli altri modi considerati giusti e corretti di alleviare la loro condizione di sofferenza”.


[Il memoriale è firmato da eminenti uomini di tutte le professioni e le credenze di Chicago, Boston, New York, Philadelphia, Baltimora e Wa-shington.]


LA QUESTIONE ANGLO-ISRAELITA


Dopo la pubblicazione della prima edizione di questo volume, una critica e soprattutto di questo capitolo è comparsa in un giornale inglese The Banner of Israel (Lo Stendardo di Israele), dedicato alla teoria secondo cui i popoli anglosassoni sarebbero i rappresentanti delle “dieci tribù disperse” di Israele.

Quanto segue è apparso nel dicembre 1891, sul numero della nostra rivista. Lo pubblichiamo qui, credendo che possa essere di interesse, in quanto tratta dei punti aggiuntivi, come segue:

Al Direttore dello “Stendardo di Israele”:

Egregio Signore: Un recente articolo nel vostro periodico, recensen-do Studi sulle Scritture, volume III, e soprattutto il suo riferimento alla Questione Anglo-Israelita in connessione con il ritorno degli ebrei in Pale-stina, è giunto alla mia attenzione, e dal momento che sembra richiedere una risposta, mi affretto a risponderle brevemente.


Il punto di discussione verte sulla questione se, dopo la separazione delle dieci tribù dalle due tribù d'Israele, nei giorni di Roboamo, essi siano mai tornati ad essere uniti, sia di fatto che solo idealmente.

Il vostro interlocutore sostiene che non vi fu alcuna riunione e che il nome di Israele, da quella data in avanti spetta esclusivamente alle dieci tribù, e non alle due tribù di Giuda e Beniamino, note come ebrei. Questo errore sembra necessario per la sua teoria: ovvero che il popolo anglosassone sono quelle dieci tribù, e che la loro prosperità è dovuta a questo fatto. Noi riteniamo che dal periodo della desolazione di 70 anni, e soprattutto dal ritorno dalla cattività babilonese, la nazione di Israele è stata riconosciuta da Dio come uno, compresi tutti coloro che di tutte le tribù hanno rispettato le promesse di Dio e sono tornati in Palestina quando Ciro emanò il suo decreto di autorizzazione.

Noi riteniamo che tutti coloro che non tornarono non sono stati della comunità di Israele, non il vero Israele, ma che furono da allora in poi contati come Gentili.

Affermiamo anche che queste tribù “disperse” che non erano veri Israeliti, necessiteranno del riconoscimento e della benedizione sotto la Nuova Alleanza nel corso della prossima era Millenaria, e non durante l'età del Vangelo. Su alcuni punti sembra che ci sia un leggero fraintendimento della nostra posizione.

Noi non neghiamo che le dieci tribù si siano separate dalle altre due tribù, né che le dieci, in rappresentanza della maggioranza, siano state ritenute tali nel nome originale di tutti (Israele), né che le due tribù divennero note come Giuda, né che vi fu una notevole causa per la loro separazione, né che fosse in accordo con il piano di Dio per il loro castigo, né che le dieci tribù andarono in cattività circa settanta anni prima delle altre due tribù, né che Dio ha forse qualche porzione di benedizione per i discendenti delle dieci tribù, così come per quelli delle due tribù e per tutte le altre famiglie della terra durante i “tempi della restaurazione di tutte le cose che Dio ha parlato per bocca di tutti i santi profeti fin dal principio del mondo.” Atti 3:19-21.


CONTINUA. ...
gattosilvestro67 Inserito il  - 26 June 2014 : 08:41:57
A questo proposito la seguente notizia dal dispaccio della stampa pubblica è certamente molto significativa. L'esito del movimento sarà guardato con profondo interesse da tutti coloro che stanno camminando nella luce della verità presente, e che realizzano dalla Parola di Dio che è venuto il tempo che Dio annunciò per mezzo del profeta Isaia, dicendo: “Consolate, consolate il mio popolo, dice il vostro Dio.

Parlate al cuore di Gerusalemme e proclamatele che il tempo della sua schiavitù [a margine, il suo tempo stabilito] è compiuto; che il debito della sua iniquità è pagato, e che essa ha ricevuto dalla mano del Signore il doppio per tutti i suoi peccati.” Isaia 40:1, 2

Il dispaccio riferisce come segue:

PROPOSTO UN REGNO EBRAICO


Washington, D.C., 5 Marzo 1891

“William E. Blackstone, di Chicago, ha visitato oggi il presidente degli Stati Uniti in compagnia con il segretario Blaine, e ha presentato un memoriale in favore degli ebrei russi.


“Ha spiegato che il memoriale è stato il risultato di una Conferenza di Cristiani ed Ebrei recentemente svoltasi a Chicago, che ha attirato una particolare attenzione a motivo del fatto che con essa non ci si è inimicata la Russia, ma si è cercato piuttosto in modo pacifico di dare al popolo ebraico il controllo sulla loro vecchia casa, la Palestina.


“Ha indicato molte prove sulla possibilità di un grande sviluppo di quel paese, sia dal punto di vista agricolo che commerciale, sotto un governo energico, e ha detto che la ferrovia che si sta costruendo da Giaffa a Gerusalemme, se estesa a Damasco, Tadmor e giù per l'Eufrate, non può non diventare un'autostrada internazionale.


“Ha detto che la povertà del governo turco non fa che accentuare il risarcimento proposto per finanziare una parte del debito nazionale turco attraverso i capitali ebrei, e che sono richiesti solo negoziati diplomatici pacifici al fine che tutte le proprietà private del paese e possedimenti siano accuratamente rispettati e protetti. In chiusura, ha detto che sulla base di tali rapporti amichevoli con la Russia e non essendoci complicazioni in Oriente, è più che opportuno e promettente che il nostro governo avvii questo movimento amichevole, per dare a questi milioni di erranti d'Israele una patria stabile e permanente.

“Il presidente ha ascoltato con attenzione il commento del Sig. Bla-ckstone, e ha promesso di dare all'argomento seria considerazione”.

IL MEMORIALE

Il testo del memoriale è il seguente: “Che cosa dev'essere fatto per gli ebrei russi? È sia poco saggio che inutile impegnarsi a dettar legge alla Russia in materia dei suoi affari interni. Gli ebrei sono vissuti come stranieri nei suoi domini per secoli, ed essa crede pienamente che sono un fardello sulle sue risorse e pregiudizievoli per il benessere della sua popolazione contadina, e non permetterà loro di restare. È determinata a mandarli via. Quindi, come i sefarditi di Spagna, anche questi ashkenaziti devono emigrare.

Ma dove possono andare due milioni di persone così povere? L'Europa è già affollata, e non ha spazio per un'ulteriore popolazione contadina. Devono venire forse in America? Questa sarebbe una spesa enorme e richiederebbe molti anni.


“Perché non ridare loro di nuovo la Palestina? Secondo la distribuzione di Dio delle nazioni, è la loro patria, un possedimento inalienabile da cui sono stati espulsi con la forza. Sotto la loro coltivazione era una terra straordinariamente feconda, in grado di sostenere milioni di israeliti, che diligentemente coltivavano le sue colline e le sue valli. Erano agricoltori e produttori, oltre che una nazione di grande importanza commerciale, il centro della civiltà e della religione. Si dice, che le piogge stiano aumentando, e ci sono molte prove che la terra sta recuperando la sua antica fertilità.


“Perché mai non dovrebbero le potenze che, in base al trattato di Berlino nel 1878, hanno ridato la Bulgaria ai bulgari e la Serbia ai serbi, ora di nuovo dare pure la Palestina agli ebrei? Queste province, così come la Romania, il Montenegro e la Grecia, furono strappate dai turchi e ridate ai loro legittimi proprietari naturali. Non appartiene forse la Palestina di diritto agli ebrei?



“Se potessero avere autonomia di governo, gli Ebrei del mondo certamente chiamerebbero a raccolta e stabilirebbero i loro fratelli che soffrono nella loro abitazione consacrata dal tempo. Da più di diciassette secoli infatti, hanno pazientemente atteso una tale occasione privilegiata. Essi non sono diventati agricoltori altrove perché credevano di esser solo dei forestieri nelle varie nazioni, e che dovevano ancora ritornare in Palestina per coltivare la loro propria terra.

Qualunque diritto sia stato acquisito dal possesso da parte della Turchia può essere facilmente compensato, possibilmente da parte degli stessi ebrei assumendo una parte equa del loro debito nazionale.
“Crediamo che questo sia un tempo adeguato per tutte le nazioni, e specialmente le nazioni cristiane d'Europa, per mostrare benignità verso Israele. Un milione di esuli, con la loro parte di terribili sofferenze, fanno pietosamente appello alla nostra compassione, giustizia e umanità. Facciamo ora in modo di restituire loro la terra di cui sono stati così crudelmente spogliati dai nostri antenati romani.


CONTINUA. ...
gattosilvestro67 Inserito il  - 10 June 2014 : 19:29:22
Joseph Rabinowitch


Oltre a questo notevole risveglio, un movimento simile sta procedendo in Siberia, di cui abbiamo il seguente racconto proveniente dal Presbyterian Witness:


“Notizie ci arrivano dai ghiacci della Siberia di un movimento evangelico essenzialmente simile a quello del Sig. Rabinowitch. Il leader è Jacob Scheinmann, un ebreo polacco, il quale, venti anni fa, attraverso un pensiero indipendente, giunse alla conclusione che Gesù di Nazareth, il Fi-glio di Davide, era il vero Salvatore. I rigorosi ebrei talmudici lo trasferirono in Siberia, dove per quindici anni egli lavorò, quasi inascoltato, per risvegliare la fede nei suoi compagni d'esilio.

Tra la posta giacente che è stata trovata a Tomsk, dove era impegnato in affari, c'era un libretto di Rabinowitch, con il quale ha subito comunicato. È stato impegnato a diffondere le sue idee attraverso i libretti chiamati ‘La Voce di Uno che Grida nel Deserto’. La traduzione ebraica del Nuovo Testamento di Delitzsch sta venendo letta e studiata avidamente dagli ebrei siberiani. Si dice che tutte le 36.000 copie sono state pertanto utilizzate.”

Vediamo così indicazioni notevoli del ritorno del favore di Dio a Israele: nel guidarli fuori dagli altri paesi per mezzo di grandi persecuzioni, e nell'apertura della Palestina nel riceverli, invitandoli là grazie a provvidenze speciali a loro favore e per mezzo di imprese benevoli per il loro miglioramento e assistenza, e anche in questo movimento significativo che è solo l'inizio dell'allontanamento della cecità da Israele.

Quanto è evidente che tutto ciò viene da Dio! In questo lavoro per la restaurazione dell'Israele carnale, così come nel lavoro di raccolta per il grande raduno dell'Israele spirituale, l'agenzia terrena dell'ormai rigettata chiesa nominale viene del tutto ignorata. In entrambe queste grandi opere attualmente in corso, le diverse organizzazioni nominali della “Cristianità” sono tranquillamente messe da parte, a suo tempo e a suo modo da nuovi e umili strumenti del raccolto ebraico, in cui Dio sta causando il suo grande lavoro di prosperità e progresso.


E ora ci chiediamo, Che cosa significa tutto ciò? Quale sarà l'esito fi-nale di quest'opera strana e meravigliosa, inizio marcato del rapido progresso che si manifesta in questo periodo di raccolta? L'apostolo Paolo indica chiaramente che il nuovo radunamento di Israele significa un radunamento, o restituzione, per tutta l'umanità: “Ora, se la loro caduta risulta essere la ricchezza del mondo, e la loro diminuzione la ricchezza dei Gentili, [così come lo è stato a loro il ritorno del favore divino], quanto più lo sarà la loro pienezza!” [Romani 11:11, 12]

Attraverso il rigetto dell'Israele carnale i Gentili hanno ricevuto il favore della vocazione celeste e i “pochi” che l'apprezzano, e che superano gli ostacoli che si frappongono al suo raggiungimento, saranno esaltati al diritto dell'eredità con Cristo. Essi costituiscono il corpo di Cristo, il grande Liberatore. Questo era l'intento e sarà il risultato finale del rigetto dell'Israele carnale, ma il loro nuovo radunamento e la loro reintroduzione nella terra promessa segna un altro passo nel grande disegno divino: questi avvenimenti dichiarano che la restituzione di tutte le cose “per l'Ebreo prima”, ma poi anche per “tutte le famiglie della terra”, stanno per iniziare.

Il Grande Giubileo della Terra sta dunque per essere introdotto, e comincia secondo l'ordine di Dio, ovvero con l'Ebreo. Così compreso il piano di Dio, i Fratelli Rabinowitch e Scheinmann e i loro collaboratori non sono altro che strumenti di Dio per la preparazione del suo antico popolo alla restituzione, proprio mentre abbiamo l'onore di essere collaboratori con il Signore nel lavoro di mietitura collegato con il periodo di raccolta dell'età Vangelo e della sua selezione, la classe spirituale.

Sicuramente, il pieno ritorno d'Israele alla propria terra e al favore divino significa che il grande Liberatore, Testa e corpo insieme, attraverso il quale la restituzione si compirà, è stato esaltato al potere, e che dunque il Regno è venuto, e che il suo lavoro di restituzione, di cui l'Israele carnale sarà la primizia, è già iniziato. Perciò, “Se il loro ripudio ha portato alla riconciliazione del mondo, che sarà mai la loro riammissione nel suo favore, se non la vita dai morti?” [Romani 11:15] Restituzione non solo per i vivi, ma anche per i morti, secondo la promessa, non solo per Israele, ma per tutta l'umanità, di cui Israele è stato un prototipo e primizia.

Gli attuali inizi del favore a Israele sono solo le prime gocce di un potente acquazzone che rinfrescherà, non solo Israele, ma tutta l'umanità. E sebbene l'aumento di intensità delle lotte si abbatteranno ancora pesantemente contro Israele, e per un tempo li porteranno nella tri-bolazione e nell'angoscia ancora maggiore, in mezzo a tutto questo Dio sarà con loro, e a tempo debito li aiuterà e li esalterà.


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gattosilvestro67 Inserito il  - 03 May 2014 : 19:12:24
Il seguente è un estratto di una lettera del Sig. Rabinowitch, datata 2 gennaio 1885, a un gentiluomo di Londra:

“La vostra preziosa lettera, ecc., è stata ricevuta. Il mio cuore si è rallegrato molto quando leggendola vi ho percepito quanto grande e forte è l'amore del vostro cuore verso il nostro fratello secondo la carne, il Signore Gesù, il Messia, e quanto preziosa è la salvezza della nazione d'Israele hai vostri occhi.


“Io mi prostro davanti a Geova, il Dio del nostro Signore Gesù, e dal profondo del mio cuore sgorgano le dolci parole del cantore d'Israele (Sal-mo 35), ‘Siano svergognati e confusi tutti quanti quelli che si rallegrano del mio male. Cantino, e si rallegrino quelli che hanno buona affezione alla mia giusta causa; E dicano di continuo, Magnificato sia il Signore, che prova piacere nella pace del suo servitore.’ Amen. [35:26, 27]


“Con la presente vi invio le mie opinioni e dichiarazioni in riferimento a quei figli d'Israele nel sud della Russia che credono in Gesù come al Messia. Da loro imparerà a conoscere l'origine della nostra fede in Gesù (nostro fratello corporalmente), il Messia. Egli è il desiderio e la bramosia più profonda del nostro cuore. I nostri amici inglesi e fratelli in Gesù, nostro Salvatore, possono convincersi dal fascicolo di cui sopra che dopo che il Signore ha messo a nudo il suo santo braccio agli occhi di tutte le nazioni, e dopo che tutti i confini della terra hanno veduto la salvezza del nostro Dio, ora è giunto il tempo in cui si allontanerà da mezzo a Israele tutte le persone immonde, e i portatori dei vasi del Signore saranno così purificati.


“È vero, la salvezza del Signore non può uscire e venire al mondo frettolosamente (Giosuè 6:1), né può camminare con rapidità; ma ora così come Geova, l'Avanguardia e Re dell'universo, è passato dinanzi al popolo d'Israele, così ora il Dio d'Israele verrà anche da Retroguardia, come Radu-natore dei reietti d'Israele. Dedico il mio tempo e nome per il benessere della mia nazione testarda e infelice, per testimoniare a loro con una fronte di bronzo, nella forza di Dio, il Vangelo della promessa che avevano ricevuto i nostri padri; ovvero che Dio ha risuscitato Gesù di Nazareth, dal seme di Davide, come Salvatore d'Israele.


“Attraverso la profondità della ricchezza della sapienza di Dio, i no-stri padri, che sono stati i titolari della promessa, si ribellarono contro Gesù, affinché la grazia potesse esser concessa alle nazioni pagane, non attraverso una promessa, ma per grazia del vangelo del Messia. Ora, dopo che la pienezza dei gentili è entrata, è arrivato il momento per noi, i figli di Israele, per poter ritornare al Dio d'Israele e al suo re, e per essere suoi amati figli.

Dobbiamo accettare la nostra eredità di Giacobbe, che è senza limiti, perché siamo gli eredi legittimi, i figli di Abramo, i discepoli di Mosè, i servitori della casa di Davide per l'eternità. Così la nostra pienezza (cioè la venuta di molti Israeliti a Cristo) sarà la nostra ricchezza e le ricchezze delle nazioni, secondo le parole di Geova per mezzo di San Paolo, il primogenito di Israele, e allo stesso tempo il principale tra i pagani che vi hanno fatto ritorno.


“Tra i miei fratelli, e nelle grandi riunioni, ho sinceramente ammoni-to, ‘Scuotiti dalla polvere; sorgi, indossa le tue bellissime vesti, oh popolo mio; attraverso il figlio di Iesse, Gesù di Nazareth, il Signore ha fatto grandi cose per te, Oh Israele, affinché egli possa anche far funzionare le grandi cose fra le nazioni della terra, che sono state benedette nei nostri padri.’


“Ringrazio moltissimo a Dio che ora vedo migliaia di persone che allegramente ascoltano. Molti degni figli di Israele sono in attesa e deside-rosi per l'ora, l'ora della grazia del nostro Dio. Vi supplico, in nome dei nostri fratelli in Russia che cercano la salvezza, affinché gli amici del Signore nostro Gesù Cristo, ovunque essi siano, non stiano in silenzio, ma diano consiglio e parlino con coraggio, fino a che Emmanuele sia anche con noi, fino a quando Geova ci mostri la sua persona e la sua dimora.





“Queste sono le umili parole da me scritte che vi giungono da lontano”.


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gattosilvestro67 Inserito il  - 24 April 2014 : 07:55:29
Quando il signor Rabinowitch cominciò a pensare che doveva essere un credente in Cristo pubblicamente riconosciuto, rimase molto perplesso davanti al gran numero di sette esistenti fra i cristiani, ed esitò a unirsi a qualcuno di esse.

Egli dice: “Come il Giordano dev'essere attraversato per raggiungere Canaan, così Gesù è la via per il possesso spirituale e il ripo-so.” Riguardo alla Cena del Signore, egli dice che i membri della Nuova Alleanza non celebrano l'evento, se non come una Cena Pasquale. Essi (come noi) ancora non vedono il motivo di celebrarla in altri momenti dell'anno. Egli dice che il Signore Gesù Cristo non ha comandato i suoi discepoli di ricordare la sua risurrezione, ma solo di ricordarsi di lui.

Né lui né i suoi seguaci celebrano la Domenica come fosse il Sabato, ma continuano l'osservanza del Sabato ebraico. La circoncisione è ancora osservata, ma non è ritenuta necessaria per la salvezza.
È stato riferito che un pastore luterano propose ad un comitato di Londra che il Sig. Rabinowitch fosse impiegato dalla loro Società come missionario tra gli ebrei. La commissione declinò la proposta, anche se solo per il fatto che egli allora non era battezzato.

Tuttavia, da allora egli è stato battezzato a Berlino, non nella Chiesa Luterana, né nella Chiesa Anglicana, ma semplicemente nella Chiesa di Cristo. Il Sig. Rabinowitch è in possesso di lettere ricevute da parte di ebrei provenienti da tutte le parti della Russia e della Romania, che domandano del movimento, le sue regole e le sue dottrine, al fine di farne parte, o per iniziarne un altro o uno simile.


“Il signor Rabinowitch possiede un animo molto dolce, umile e pieno d'amore, e risponde rapidamente, anche fino alle lacrime, alle assicurazioni di affetto cristiano. Egli non desidera identificarsi con alcuna setta, ma vuole attingere il suo cristianesimo dal Nuovo Testamento, che si sviluppa partendo da antiche abitudini e dottrine in nuove, così come lo Spirito Santo può insegnargli attraverso il suo costante studio dell'intera Parola di Dio fatto sotto preghiera.”


Il Prof. Franz Delitzsch, di Lipsia, il capo missione degli ebrei in Germania e redattore della Saat auf Hoffnung, un trimestrale dedicato a quest'opera, ha pubblicato un opuscolo di circa settantacinque pagine su questo nuovo sviluppo religioso, di cui la maggior parte dello spazio è occupato da documenti originali su questo movimento, sia in ebraico che nella loro traduzione in tedesco. Questi documenti abbracciano tredici dissertazioni, una Confessione di Fede della National Jewish Church of the New Testament (Chiesa Nazionale Ebraica del Nuovo Testamento); una Spiegazione della Fede nel Messia, Gesù di Nazareth, secondo il senso di questa congregazione; una Haggadah [racconto talmudico] per gli Ebrei credenti nel Messia, Gesù di Nazareth; e, infine, un Mandato della Cena del Signore.

Come allegati sono aggiunti una dichiarazione di un insegnante, Friedmann, per i credenti ebrei in Cristo, e una dichiarazione approvata da una conferenza tenutasi a Kischinev, di quest'ultimo. Il piccolo opuscolo contiene tutto il materiale necessario per uno studio del nuovo movimento.

Queste tesi, che devono essere considerate come la base della nuova fede, iniziano con un resoconto del deplorevole stato in cui versano gli ebrei in Russia, sostenendo che gli sforzi per il miglioramento da parte degli ebrei stessi si sono dimostrati finora tutti inutili, e procede poi nell'affermare:

“C'è bisogno di un profondo rinnovamento morale interiore, di una rigenerazione spirituale. Dobbiamo mettere da parte il nostro falso dio — l'amore per il denaro — e al suo posto dobbiamo stabilire nei nostri cuori un'abitazione per l'amore della verità e per il “timore del male”.

Per questo, tuttavia, è necessaria una guida. Chi può esserlo per noi? Nessuno può trovarsi in tutto Israele che sia all'altezza di questo compito. “Un uomo che possieda tutte le qualifiche di un'amorevole guida per Israele, disposto a sacrificare la propria vita, e che nella sua vita manifesti purezza insieme a una profonda conoscenza della natura umana e serietà nell'esporre i peccati e i mali del suo popolo. Dopo un'attenta ricerca in tutti i libri della storia del nostro popolo, si è trovato un solo uomo, e quell'uomo è Gesù di Nazareth.”

I saggi Israeliti del suo tempo non poterono comprenderlo, “ma possiamo dire con certezza che lui solo, Gesù, ha cercato il benessere dei suoi fratelli. Perciò dobbiamo santificare il nome di Gesù nostro Fratello”. “Dovremmo ricevere i libri del Vangelo nelle nostre case come una benedizione, e unirli con tutte le Sacre Scritture che ci sono state tramandate dai nostri saggi.”


Uno dei più notevoli articoli sulla fede che essi hanno scritto è il seguente:

“Secondo il decreto dell'imperscrutabile sapienza di Dio, i nostri padri furono riempiti con durezza di cuore, e il Signore li punì con uno spirito di profondo sonno, in modo che si opposero a Gesù Cristo e peccarono contro di lui fino ai nostri stessi giorni. Ma grazie alla loro incredulità essi hanno condotto le altre nazioni a un maggior zelo, contribuendo così alla propiziazione del genere umano che ha creduto invece in Gesù Cristo, figlio di Davide, nostro re, quando ha udito le buone notizie attraverso i messaggeri promettenti la pace (Isaia 52:7) che sono stati vergognosamente cacciati dalla comunione con Israele.

A conseguenza, però, di questo nostro peccato contro il Cristo di Dio, il mondo è diventato ricco per la sua fede in Cristo, e le nazioni sono entrate nella pienezza del Regno di Dio. [Su questo punto però non sono chiari. È il numero completo del “piccolo gregge” tratto dalle nazioni, e non le intere nazioni erroneamente chiamate Cristianità, a cui Paolo fa riferimento in Romani 11:25]

Anche ora, il tempo della nostra pienezza è giunto, e noi, il seme di Abramo, stiamo per essere benedetti per mezzo dalla nostra fede nel Signore Gesù Cristo, e il Dio dei nostri padri, Abramo, Isacco e Giacobbe, avrà pietà di noi e ripianterà i rami che sono stati strappati dalla nostra Santa Radice, Gesù. E così tutto Israele condivi-derà la salvezza eterna, e Gerusalemme, la nostra Città Santa, sarà ricostruita, e il trono di Davide reso stabile nei secoli dei secoli.”


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gattosilvestro67 Inserito il  - 14 April 2014 : 20:43:30
Ma il riconoscimento generale da parte di Israele del vero Messia e del suo Regno verrà senza dubbio solo sotto e attraverso i patriarchi e i profeti ristabiliti, la cui perfetta restaurazione sarà la prima opera del Cristo, dopo che tutto il suo “corpo” sarà stato glorificato.

Ma la loro cecità comincerà a passar via anche prima, poiché già ora un grande movimento verso il Cristo si è già messo in azione, soprattutto tra gli ebrei della Russia.

Guardando in questa direzione, i segni dei tempi sono così marcati da risultare sorprendenti. Il notevole movimento religioso in corso tra gli ebrei nel sud della Russia sta portando migliaia di queste persone a un riconoscimento di Gesù Cristo come del Messia lungamente promesso, e a un riconoscimento del loro peccato nazionale nel respingerlo e nel crocifiggerlo.

E questo non è in alcun modo il risultato dell'attività missionaria cristiana: ma si tratta piuttosto di un movimento indipendente, che spunta fuori da un terreno interamente ebraico. Il leader del movimento è un ebreo, un certo Sig. Joseph Rabinowitch, ex commerciante, e ora avvocato, un uomo di alta reputazione tra la sua gente.

Il Sig. Rabinowitch non era un rabbino ebreo, e né lui né alcuno degli uomini di punta del movimento erano ecclesiastici di qualsiasi setta o credo. Riguardo a questo movimento, citiamo ora un articolo dell'Harper's Weekly, così come da altri rapporti, quanto segue:

“Il suo sviluppo è stato tale che può tranquillamente essere ora considerato non più un semplice esperimento con possibilità di dubbia esistenza permanente. Esso ha manifestato una notevole vitalità, la sua crescita è stata costante e sana, positiva nel carattere, evitando pure ogni fretta innaturale e pericolosi estremismi. Dopo esser stato riconosciuto dalle autorità russe come una religio licita, ha ora anche un'esistenza giuridica.

Il suo carattere lo rende uno dei fenomeni più unici nel caleidoscopio variegato degli interessi nazionali, sociali e religiosi che dividono i cuori e le menti dei centosedici milioni di sudditi dello Zar.
“La fede di questa nuova comunità è ulteriormente peculiare anche in questo, ovvero che si propongono di non formare alcun legame organico con qualsiasi forma attuale del cristianesimo, ma, con l'obiettivo dichiarato di ignorare lo sviluppo storico delle dottrine fin dall'età apostolica, attingono i loro insegnamenti direttamente dalla fonte del Nuovo Testamento, senza avere particolare riguardo per le formule dottrinali che si trovano nelle chiese ortodosse dei nostri tempi.

Questo movimento dichiara di essere modellato secondo il modello delle congregazioni ebraico-cristiane ai tempi degli apostoli.
“Energico nel carattere e ambizioso nel perfezionamento di se stesso e nel progresso politico, sociale e morale del suo popolo, il Sig. Rabino-witch anni fa divenne noto come un amico zelante delle riforme tra gli ebrei d'oriente. Con un'istruzione e intraprendenza ben oltre quella dei suoi fratelli, si accinse a trovare i modi e i mezzi per raggiungere i suoi fini e ideali.

Fece quello che poté per assicurar loro maggiori diritti politici, ma non fu in grado di proteggerli contro le feroci persecuzioni intraprese contro gli sfortunati Israeliti in Russia, Romania e nei paesi limitrofi. Egli era a conoscenza del pensiero filosofico avanzato dell'Occidente, sperando che la sua adozione da parte del suo popolo li avrebbe elevati ad un piano superiore, assicurando loro ideali più elevati e fini più nobili. Ma ben presto imparò a dubitare sia dell'efficienza di tali mezzi che della possibilità di applicarli ad un popolo che secoli di persecuzione e di ultra-conservatorismo aveva indurito a principi così in contrasto con le loro idee tradizionali.

Egli tentò nuovamente di conquistarli lontano dalla loro avidità di guadagno, che, accanto ai loro esercizi formalistici religiosi, è il fattore che più controlla e degrada la mente dell'Ebreo orientale. Ma i suoi sforzi di stabilire colonie agricole sia a casa loro che in Terra Santa, si rivelarono infruttuosi. Così mentre si trovava in Palestina, attraverso uno studio indipendente del Nuovo Testamento in relazione con l'Antico, maturò in lui la convinzione che Israele aveva commesso un'errore nazionale, fallendo così la sua missione storica a motivo del suo rifiuto di Gesù Cristo.


“Questa convinzione riguardo a Cristo, visto come l'incarnazione e il compimento delle antiche profezie e degli ideali e degli obiettivi di Israele come nazione, è il pensiero centrale attorno al quale orbita anche l'intero movimento. I principi enunciati dall'umile Nazareno sono riconosciuti come quelli che da soli possono compiere i destini del popolo, e permettergli così di raggiungere lo scopo per cui essi furono santificati come popolo eletto. Si è pertanto considerato come una grave rottura nello sviluppo naturale e storico di Israele, il fatto che 1.800 anni fa questo popolo come nazione rifiutò di accettare tali dottrine e principi che sono considerati da tutti i cristiani, ed ora anche dal Sig. Rabinowitch e dai suoi seguaci, come il solo risultato legittimo e corretto di tutto il precedente sviluppo storico di Israele.

Sanare tale frattura è l'obiettivo ideale del riformatore della città di Kischinev, che riparte in modo diverso proprio da dove il popolo eletto entrò in un percorso erroneo di sviluppo nazionale. Nel 1880 pubblicò un programma in cui auspicò una completa riorganizzazione del sistema rabbinico. Egli fu anche attivo nei lavori di una società per la promozione dell'agricoltura tra gli ebrei della Russia meridionale, e durante i giorni della persecuzione del 1882 ardentemente auspicò pure il ritorno del suo popolo nella Palestina.

Fu durante tale periodo che ebbe luogo un cambiamento nella sua convinzione re-ligiosa. Non fu il risultato del lavoro missionario dei cristiani, né è egli un convertito nel senso ordinario della parola. Il cambiamento è avvenuto poco a poco, e solo dopo una lunga riflessione maturò nella sua mente l'idea di organizzare una comunità cristiana di nazionalità ebraica.

Dal suo ritorno dalla Palestina la sua convinzione è stata: ‘La chiave per la Terra Santa sta nella mano del nostro fratello Gesù.’ Nelle parole, ‘nostro fratello Gesù’, si trova il nocciolo del suo punto di vista religioso. Il suo lavoro ha avuto successo, e molti stanno accettando i suoi insegnamenti.”


CONTINUA. ...
gattosilvestro67 Inserito il  - 05 April 2014 : 07:45:48
“‘Per la Casa che giace desolata,’ ecc.
“Il più commovente lamento su Gerusalemme è quello a cui si assi-ste nelle case degli ebrei più pii. A mezzanotte si avvolgono nelle loro vesti di preghiera, si gettano ceneri sul capo, e si prostrano a terra. Poi in tono malinconico recitano:

“‘Voce di dolore dalla venerabile torre di Rama,
Voce di pianto dalla collina consacrata di Sion;

Ahimè! oh mio diadema e dote regale,

Degli onori giovanili mi ricordo ancora.
Tenebra è per me la solitaria dimora
Che nel passato era un trono pieno di splendore.

“‘Sono stata soprannominata la bellissima sposa di Geova;
Ma ora sono costretta, abbandonata, sconsolata,
La sua pesante collera e vendetta devo sopportare;
Le mie gioie sono volate vie, il mio cuore è desolato.

Venite, piangete, figlie mie, al mio fianco barcollante,
Perché nessuno si avvicina per alleviare il mio dolore.

“‘Danneggiata da un'eminenza senza pari,
Vittima d'orgoglio e vanità sfrenate,
Il mio cuore tremante per la violenza
Batte nella sua prigione toracica di disperata miseria.
Giuda piange lacrime di penitenza,
Una vedova vestita a lutto in cattività.

“‘Sono stato a Solima [Gerusalemme] una regina raggiante,
Una nuvola d'oro ero, il monte di Dio;
Ma ora spogliata da infedeli, io giaccio,
Mai pellegrino più povero di me ha mai calcato il deserto,
Strappati dal mio seno tutti i miei figli sono stati,
Gli anziani uccisi, e il terreno intriso del loro sangue.

“‘Ha qualcuno preso a cuore la mia disgrazia?
Ha qualcuno notato le mie lacrime?
Ha qualcuno consolato l'anima mia addolorata?
Nessuno dice, ‘I pagani non oseranno
A chiamarlo mio marito?’ Oh, dardo avvelenato.
Le beffe crudeli sono costretto a sopportare!

“‘Padre delle misericordie, vieni, ritorna con grazia
Alla dimora di Sion nuovamente abbellita.
L'occhio d'Israele osservi la tua dimora e
Restaurato, elenchi canti d'alleluia, che
Voci di inni solenni d'un popolo riscattato,
Salutino le mura nascenti d'un Tempio eterno.’


“Dopo questo alcuni salmi vengono letti e delle preghiere recitate. Quando si alzano da terra essi dicono, ‘Scuotiti dalla polvere; sorgi e mettiti a sedere, o Gerusalemme. Libera te stessa dai legami che hai sul collo, o figlia prigioniera di Sion.’


“Una straordinaria preghiera che viene pronunciata in queste occasioni, e con riferimento senza dubbio ad Isaia 7:14, è la seguente:

“‘Misericordia, oh Signore, verso la preghiera del tuo popolo:
Fa concezione al desiderio di Israele ch'è a lutto.
O scudo di Abraamo, mandaci il nostro Redentore,
E chiama il suo glorioso nome di Emmanuele.’”


Fino a che ulteriori persecuzioni non avranno sospinto molti più poveri ebrei in Palestina, e la civiltà moderna non si sarà ancora più sviluppata in quella regione; le classi abbienti degli ebrei non vi saranno attratte, e anche allora lo saranno in gran parte per motivi egoistici, quando il generale e grande momento di difficoltà renderà meno sicura la loro proprietà in altre terre, più di quanto lo sia adesso.

Allora la Palestina, lontana dal socialismo e dall'anarchismo, sembrerà un paradiso di sicurezza per i ricchi ebrei. Ma con l'attuale tasso di progresso, in queste varie direzioni, i prossimi quindici anni significheranno molto per la Palestina.



LA CECITÀ STA ABBANDONANDO ISRAELE.


Vi è un'altra caratteristica della profezia riguardante l'Israele carnale, il cui adempimento ora dovremmo cominciare a notare.

L'apostolo Paolo dichiarò: “La cecità è venuta in parte ad Israele, finché la pienezza dei Gentili sia entrata” — cioè fino a quando il numero eletto tra i Gentili, i quali, insieme al rimanente di Israele vengono a costituire la fase spirituale del Regno, sono tutti venuti al più alto favore, da cui Israele come nazione fu gettato fuori, e ai cui vantaggi essi come popolo hanno continuato ad essere ciechi.

Nel senso più completo, quindi, la cecità dell'Israele carnale, altrimenti chiamato Giacobbe, non dovrà passare prima che la scelta dell'Israele spirituale sia stata completata. Siamo inoltre espressamente avvisati (Romani 11:26) che il loro recupero e la loro liberazione dalla cecità e dal pregiudizio verranno grazie al (monte) Sion, ovvero la Chiesa o Regno glorificato.

Ma, come il Regno di Sion ha avuto inizio in qualche misura nel 1878, quando il nostro re ha preso il suo gran potere per cominciare a regnare, nonostante la classe dei “piedi” non era ancora completamente sviluppata e glorificata, così il favore di Dio verso “Giacobbe” attraverso Sion, ebbe propriamente un inizio allora, anche se non li raggiungerà in piena misura fino a quando i membri dei “piedi” del Corpo di Cristo non saranno anche glorificati.

E così, come il 1881 fu il tempo parallelo dello spostamento della luce da Giacobbe ai Gentili, così esso segna pure il tempo per l'inizio del ritorno di nuovo della luce speciale agli ebrei per lungo tempo accecati. E allo stesso modo, fedele al suo modello ebraico, anche la Chiesa cristiana nominale sta ora inciampando per la cecità, mentre solo un piccolo residuo di essa è stato benedetto. Come sono dunque efficacemente applicabili le parole dell'Apostolo, qui: “Non ti insuperbire, ma temi; poiché, se Dio non risparmiò i rami naturali, stai attento, perché egli non risparmierà neanche te”, ecc.


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gattosilvestro67 Inserito il  - 26 March 2014 : 06:56:11
“L'effetto che questo canto produce, non può essere apprezzato senza averlo prima udito. I vecchi e le donne in lacrime, che baciano le pietre del muro che li separa da quello che una volta era il sito del tempio di Salomone, e che è ancora oggi la parte più santa della terra per l'Ebreo; il genuino sentimento espresso da tutti, e la fede che mostrano da condurli qui, settimana dopo settimana, e anno dopo anno, sono meravigliosamente impressionanti.

È davvero uno dei luoghi più strani della città più strana del mondo.
“Ci sono otto colonie agricole in diverse parti della Palestina. Una di queste scuole vicino a Giaffa ha più di settecento alunni, e una fattoria di ventotto mila ettari. Si trova nella pianura di Sharon, dove vivevano i Filistei, e ha decine di migliaia di viti e di ulivi. I turchi sono molto contrari alla vendita d

i terre agli ebrei, ma quest'ultimi si mostrano così bravi nell'agricoltura quanto lo sono negli affari, e le colline a terrazze di Gerusalemme dimostrano che la Terra Santa era molto meglio coltivata da loro di quanto lo è mai stata sotto i loro conquistatori. Una grande quantità di terra, appena fuori della città di Gerusalemme è ora nelle mani o degli ebrei o delle loro istituzioni di beneficenza.

Il Sig. Behar, il capo delle scuole Rothschild, mi dice che hanno appena acquistato l'Hotel di Gerusalemme, e che lo aggiungeranno alla loro scuola. Il Sig. Moses de Montefiore, che ha gestito il fondo lasciato da un ricco ebreo di New Orleans, ha costruito molte case per gli ebrei sulla strada tra Betlemme e Gerusalemme, e ci sono anche un certo numero di ospedali ebraici.
“Tra le persone che con fiducia credono che gli ebrei saranno presto di nuovo proprietari della Palestina c'è una colonia di quindici persone, che vivono in una bella casa costruita sulle mura di Gerusalemme, e che sono conosciute come ‘gli americani’.

Queste persone non sono Ebrei. Sono cristiani che sono venuti qui da diverse parti degli Stati Uniti, e più in particolare da Chicago, ad attendere il compimento della profezia secondo cui Dio rigenererà il mondo, cominciando da Gerusalemme. [Non comprendono che deve prima realizzarsi la scelta della Chiesa del Vangelo.]

“Non c'è dubbio alcuno, Gerusalemme sta migliorando sotto tutti gli aspetti. La maggior parte delle sue strade sono ora ben lastricate e le condizioni igieniche della città stanno notevolmente migliorando. La Gerusalemme di fuori delle mura è ormai grande quasi come la città dentro le mura, e mi dicono che la terra è aumentata di valore a tal punto che nella città santa si può parlare di un vero e proprio boom immobiliare. Vengo a sapere anche che lungo la strada di Giaffa, appena fuori dalla porta, la proprietà è salita in un anno circa di parecchio il cento per cento.

Un pezzo che appartiene a un ente di beneficenza è stato acquistato poco tempo fa per soli 500 dollari, ma il suo valore ormai è di $ 8.000, e non è facile acquistarlo neppure per tale importo. Una linea telegrafica ora corre da lì al mare, e a una compagnia ferroviaria gli è stato commissionato di costruire una linea ferroviaria che da Giaffa va a Gerusalemme.

Per la prima volta nella sua storia, Gerusalemme ha una forza di polizia, e il suo ordine ora è buono quanto quello di New York.”
Di seguito, abbiamo un ritaglio di giornale preso da The Hebrew Christian del luglio ‘89, è un altro interessante resoconto della visita di un ebreo americano al muro del pianto a Gerusalemme. Egli racconta:

“Dopo aver trascorso diverse ore in visita agli ebrei, un mio amico anziano, un rabbino di Kovno, in Russia, mi ha chiesto se volevo andare con lui al muro del pianto per dolermi della desolazione di Gerusalemme e pregare per la restaurazione di Israele al suo antico splendore. ‘Verrò con te’, risposi, ‘e pregherò molto sinceramente affinché Dio possa affrettare il giorno in cui Giuda tornerà al Signore.’

Essendo venerdì pomeriggio, il tempo in cui molti ebrei si riuniscono per la preghiera al muro dell'antico tempio, mi sono unito assieme a loro. Fu davvero uno spettacolo indimenticabile. C'erano ebrei da tutte le nazioni nei loro costumi peculiari orientali, e alcuni vestiti nei loro Talith (indumenti di preghiera).

Lessero il Salmo 22 più forte che potevano. Le donne con grande serietà gridarono ad alta voce, ‘Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato? Perché sei così lontano da me, e dalle mie parole ruggenti? O mio Dio, io grido di giorno, ma tu non mi senti, e pure nella notte, non resto in silenzio.’ Anche gli uomini stavano piangendo e provando salmi, litanie e preghiere. La maggior parte di questi premevano le labbra contro le pietre per baciarle. Mentre ascoltavo le loro preghiere commoventi mi sono ricordato quello che i rabbini hanno detto nel Talmud, cioè che ‘Dalla distruzione del Tempio, le porte della preghiera sono rimaste chiuse, e solo le porte delle lacrime sono rimaste aperte.’ Il rabbino in tono triste ripeté:


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gattosilvestro67 Inserito il  - 20 March 2014 : 20:50:31
Gerusalemme, 12 luglio 1889

“Trentamila dei quarantamila abitanti di Gerusalemme sono ebrei. Il governo turco, che per secoli ha vietato loro di vivere per più di tre settimane in Terra Santa, sta ora, sotto l'influenza dei governi stranieri, riducendo le restrizioni, e al momento gli ebrei stanno arrivando qui a centinaia. Essi si stanno impegnando negli affari, e ora controllano gran parte del commercio di Gerusalemme.

Alcuni tra loro ritengono che il giorno in cui la profezia della Bibbia, secondo cui essi abiteranno ancora le loro terre si adempirà fra breve, e una curiosa tribù dal sud della Penisola Saudita sostiene persino di aver ricevuto una rivelazione di lasciare il paese desertico e tornare in Palestina. Questi ebrei sono vissuto nello Yemen durante gli ultimi 2.500 anni.


Essi sono della tribù di Gad, e hanno lasciato la Palestina 700 anni prima della nascita di Cristo. Stanno portando con sé molti preziosi documenti che proverebbero la loro origine, e si stanno impegnando nell'agricoltura nei pressi di Gerusalemme. La persecuzione degli ebrei in Russia e in Austria sta portando molti di loro qui, ma ci sono anche un gran numero di ebrei polacchi e spagnoli a Gerusalemme.

Il visto per gli ebrei rimasti in Palestina è stato esteso, e le restrizioni ad una loro residenza a Gerusalemme, sono stati praticamente eliminati. Mezzo secolo fa c'erano solo 32 famiglie di ebrei in tutta Gerusalemme, e il numero in tutta la Palestina era soltanto di 3.000. Ora ci sono quasi 50.000 di loro in Terra Santa, e tre quarti della popolazione di Gerusalemme è costituito da loro.


“Che gente curiosa che sono! Come nessun altro ebreo sulla faccia della terra. Essi sono più vicini al carattere di coloro che vivevano qui in passato. I molti che sono stati costretti dalla persecuzione a rifugiarsi qui, sono sostenuti quasi interamente dalle diverse sinagoghe ebraiche nel mondo.


“Una delle più grandi attrazioni di Gerusalemme è il muro del pian-to, dove ogni venerdì alcune sette si incontrano all'esterno delle mura della Moschea di Omar, che occupa il sito dove sorgeva il tempio di Salomone, e con la testa piegata contro le pietre, piangono per la perdita di Gerusalemme, e pregano a Dio di ridare di nuovo la terra al suo popolo eletto. Questa usanza è stata osservata fin dai tempi del medioevo, ed è una delle visioni più tristi.

Il luogo l'ho visitato la scorsa settimana. In un vicolo stretto circondato da misere case su lastrichi di pietra che sono state consumate dai piedi nudi di migliaia di ebrei, contro un muro di grossi blocchi di marmo, che li sovrasta per cinquanta piedi o più, una lunga fila di uomini in abiti lunghi e donne con scialli sopra le loro teste prostrate, pregano e piangono. Molti degli uomini aveva la barba bianca e lunghi riccioli d'argento.

Altri erano lì per la prima volta, ma non ho potuto fare a meno di meravigliarmi quando li ho visti sconvolti per l'emozione. Ognuno aveva un Bibbia ebraica ben rilegata in mano, e di volta in volta il gruppo prorompeva in una specie di canto, un vecchio dai capelli grigi in qualità di guida, e il resto che seguiva il ritornello. Il canto era in una lingua strana, ma è stato tradotto come segue:

La Guida: Per la Casa che giace desolata
Risposta: Sediamo nella solitudine e nel cordoglio.

La Guida: Per le mura che sono distrutte
Risposta: Sediamo nella solitudine e nel cordoglio.


La Guida: Per la Maestà nostra che è partita
Risposta: Sediamo nella solitudine e nel cordoglio.

La Guida: Per i nostri grandi uomini che giacciono morti
Risposta: Sediamo nella solitudine e nel cordoglio.

La Guida: Per i nostri sacerdoti che hanno inciampato
Risposta: Sediamo nella solitudine e nel cordoglio.

La Guida: Per i nostri re che lo hanno disprezzato
Risposta: Sediamo nella solitudine e nel cordoglio.


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gattosilvestro67 Inserito il  - 14 March 2014 : 07:24:04
“Questa persecuzione improvvisa degli ebrei nella nazione in cui es-si sono più numerosi, non potrebbe essere un segno precursore, e un'ammonizione della Provvidenza che la loro città eterna non è la Tartaria Europea?

[Ed. La Tartaria è stato il nome usato dagli europei dal Medioevo fino all'inizio del XX secolo per designare un grande tratto del nord e dell'Asia centrale che si estendeva dal Mar Caspio e dagli Urali fino all'Oceano Pacifico, abitata da turchi e dai popoli mongoli che erano genericamente denominati “tartari”.] La Palestina può essere colonizzata efficacemente sola dalla Russia, dove ci sono tre milioni di ebrei tremanti per la loro vita e la loro proprietà.

La storia è uno specchio puntato alle nostre spalle. Qualunque cosa hanno fatto gli ebrei, gli ebrei la possono rifare. Sono persone piene di genio, e il genio non è limitato dalla natura, ma dalla volontà, dalle abitudini o dal caso. In che cosa queste persone hanno tentato e hanno fallito? Sono stati guerrieri, scrittori, costruttori, commercianti, legislatori, agricoltori, e si sono dimostrati sempre primi in tutto! In questo, la storia si ripete.


“Essi sono grandi nell'arte della pace e della guerra, e i loro nemici si sciolgono davanti a loro come neve al sole. Se essi in partenza sembrano richiedere l'aiuto di qualche altra nazione, benedetta sarà quella nazione che aiuto gli offrirà, mentre la nazione che li perseguita sarà resa un esem-pio ammonitore. Pertanto, se per caso oltraggi recenti dovessero spingere i leader ebrei a colonizzare la Palestina dalla Russia, cerchiamo di offrire liberamente le navi, i marinai, i soldi e qualunque cosa ci venga richiesto. Risulterà essere un investimento molto migliore rispetto alle obbligazioni nazionali di Egitto, Brasile o Perù.”


Un proverbio ebraico recente dichiara: “Quando la ferrovia giunge a Gerusalemme, è venuto il Messia”, e questo è in armonia con la rappresen-tazione simbolica della ferrovia fatta dai profeti Naum (2:3-5) e Isaia (66:20). E, certamente, il proverbio non ha mancato di molto il segno, perché la ferrovia raggiungerà Gerusalemme “nel giorno della sua preparazione”, nel tempo cioè della presenza del Messia. Il seguente stralcio, che abbiamo preso dalla stampa quotidiana, è su questo argomento di grande interessante:

“Galileo aveva ragione: il mondo si muove. Una ferrovia sta per essere costruita da Gerusalemme a Giaffa, sul Mediterraneo, per una distanza di 31 miglia tra l'antico porto della capitale ebraica, e il luogo di sbarco dei cedri con i quali fu costruito il tempio. Un ebreo di Gerusalemme, Joseph Nabon, che è un suddito ottomano, ha ottenuto dal Sultano un brevetto a questo scopo. Il documento è valido per 71 anni.

Il costo stimato per la costruzione è di $ 250.000. A tanto è addomesticata la civiltà in Palestina. Il XIX secolo arriverà da quelle parti quando le prime sbuffate di fumo della prima locomotiva arriveranno a Gerusalemme.”

La lettera che segue, scritta da un corrispondente del Pittsburgh Di-spatch, che è apparsa recentemente in questo giornale, ci conferma ulteriormente dei recenti progressi fatti in Palestina e in particolare a Gerusalemme:

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gattosilvestro67 Inserito il  - 05 March 2014 : 07:59:45
Il Jewish Chronicle dice:

“Il movimento è irresistibile. Noi non possiamo tormentarci stando con le mani congiunte mentre questo nuovo esodo è in corso. Noi ebrei abbiamo ritenuto, per quasi duemila anni, che la consumazione dei secoli di sofferenza che abbiamo attraversato sarà raggiunta solo quando avremo di nuovo possesso della terra dei nostri padri.

Può questa fiducia morire pro-prio nel momento in cui sta per compiersi? Oppure, c'è da aspettarsi che il ritorno sarà portato avanti per mezzo di strumenti così misteriosi da essere al di là della collaborazione degli esseri umani? Dio opera la sua volontà attraverso la volontà degli uomini, e se le profezie si devono adempiere, sarà per la volontà e le energie umane. Questi possono sembrare argomenti elevati da trascinare e mettere in collegamento con un piano concreto per l'installazione di solo alcune colonie ebraiche in Palestina.

Ma è da inizi modesti, come questi, che spesso sorgono grandi eventi, e il ritorno di un piccolo gruppo di ebrei in Terra Santa non può non portare alla mente la possibilità e la praticabilità del ritorno più vasto a cui tutta la storia degli ebrei e tutte le aspirazioni ebraiche hanno finora mirato.”


Altri, oltre agli ebrei, uomini di gran rilievo nel mondo, vedono e commentano l'importanza crescente di Israele. Per esempio, si noti quanto segue dal Central Presbyterian:

“Invece di scomparire, l'organismo ebraico dimostra crescente vitali-tà. Essi non possono essere sradicati o inghiottiti. Passano da un paese all'altro per diventare padroni praticamente ovunque vadano. Ottengono terra in Germania e Ungheria, e si arricchiscono in Russia: sono i grandi banchieri di Londra e Parigi e dei centri del commercio europeo.

Nei dieci (ultimi) anni i Rothschild fornirono ben 100.000.000 £ in prestiti per l'Inghilterra, Austria, Prussia, Francia, Russia e Brasile.”

Lord Shaftesbury d'Inghilterra ha detto recentemente:

“C'è una grande gelosia di queste persone meravigliose che sta ve-nendo fuori. E ciò non è che un segno dei tempi, ovvero che, ovunque sono gli ebrei, sono anche le persone più importanti che vengono perseguitate, o le persone più importanti nell'assumere un ruolo guida in tutte le diverse professioni! A un eminente cittadino di Berlino fu chiesto: ‘Da cosa è dovuto questo forte sentimento anti-ebraico che avete a Berlino e in tutta la Germania?’ Egli rispose: ‘Io vi dico: questi ebrei, se entrano in commercio, diventano i primi commercianti del paese, se entrano in operazioni bancarie, diventano i primi banchieri, se entrano in legge, diventano i migliori avvocati, o se si mettono a far letteratura, essi battono tutti noi.

Qualunque sia la carriera che essi intraprendono, cacciano via i Gentili, e vi dico, signore, noi non lo sopportiamo’.
“La persecuzione degli ebrei in Russia e Polonia non dipende dalla religione o dalla nazionalità. Queste non hanno nulla a che fare con tutto ciò.

I russi perseguiterebbero qualunque popolo fossero nella stessa posizione degli ebrei. Tenete conto solo di questo, gli ebrei tengono in ipoteca una parte considerevole della proprietà fondiaria della Russia, che sono padroni del debito di una percentuale molto elevata dei contadini, e di molti dei commercianti in diverse parti dell'impero. Pertanto ogni singola occasione che si presenta ora al popolo russo per il saccheggio e la spoliazione degli ebrei è quasi certa di essere afferrata al volo.

Nella distruzione degli ebrei e delle loro carte, i russi possono sbarazzarsi di documenti a cui sono legati, e che potrebbero essere portati come prova contro di loro, e fintantoché vi è la proprietà ad essere in gioco, vi troverete anche il popolo russo che insorge contro gli ebrei.”
Il seguente paragrafo è un estratto di una lettera a un giornale inglese del Sig. Charles Reade, il romanziere, ben noto nei circoli letterari, la cui conversione a Cristo e alla Bibbia si è verificata pochi anni fa:

“La nazione ebraica, anche se sotto una fitta nube, alla fine riprenderà il loro antico territorio, che è evidentemente mantenuto in attesa per loro. Le profezie sono chiare come il giorno su almeno due punti: Che gli ebrei devono rientrare in possesso della Palestina, e, anzi, che dovranno governare dal Libano fino all'Eufrate, e che questo evento sarà il primo di una serie di grandi cambiamenti che porteranno ad un notevole miglioramento della condizione della povera umanità sofferente, e della creazione in generale.

Ora, abbiamo qui in prospettiva un evento così glorioso e tanto sicuro come il fatto che il sole sorgerà domani. L'unica differenza è che il sole sorgerà a una certa ora, mentre gli ebrei occuperanno la Siria e si riprenderanno la loro gloria nazionale in una giornata imprecisata.

Senza dubbio è la parte debole degli uomini a supporre che una data incerta debba essere per forza una data distante. Ma questo è irragionevole. Sicuramente è dovere degli uomini saggi e sobri cercare di vedere i segni precursori e prestare loro umile collaborazione, fosse un così gran privilegio accordatoci.


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