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gattosilvestro67
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Lasciato il - 12 November 2013 : 14:03:52
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LA RESTAURAZIONE DI ISRAELE.
Il ristabilimento di Israele in Palestina, un evento da aspettarsi entro questo periodo di mietitura — Come, in che misura e con quale classe, do-vremmo aspettarci questa Restaurazione — La data del suo inizio, e testimonianze della sua progressiva realizzazione effettiva da allora — Perché le benedizioni Millenarie, destinate a tutta l'umanità, raggiungeranno e ravviveranno prima gli Ebrei — Il risveglio della speranza Ebraica — Osservazioni di scrittori leader ebrei e gentili — L'armonia di queste speranze con la profezia — La cecità di Israele riguardo a Cristo sta già svanendo — La diffusione e lo slancio del Movimento — Dio li aiuterà.
“In quel giorno, io rialzerò il tabernacolo di Davide che è caduto, ri-parerò le sue brecce e rialzerò le sue rovine, e lo ricostruirò come nei giorni antichi. Farò tornare dalla cattività il mio popolo Israele, ed essi ricostruiranno le città desolate e le abiteranno, pianteranno vigne e ne berranno il vino, coltiveranno giardini e ne mangeranno i frutti. Li pianterò sulla loro terra e non saranno mai più sradicati dal suolo che io ho dato loro, dice il Signore, Dio tuo.” Amos 9:11,14,15.
Tra i cimeli dell'antichità che sono giunti fino ai nostri giorni, non c'è altro soggetto di così grande interesse come il popolo ebraico. I ricercatori degli antichi folklori hanno instancabilmente messo in discussione ogni oggetto inanimato che possa dare un tantino di informazioni storiche o scientifiche. Monumenti, altari, tombe, resti di edifici pubblici e privati, dipinti, sculture, geroglifici e lingue morte sono stati tutti esaminati, e alcuni hanno anche cercato con pazienza di scoprire quale sia il confine della verità che probabilmente ha ispirato molte tradizioni fantasiose, leggende, canti ecc., che sono giunti fluttuanti attraverso i secoli, per sapere così tutto ciò che è possibile conoscere sull'origine dell'uomo, la sua storia e il suo destino.
Ma il cimelio più interessante, e quello per cui la storia può essere più facilmente decifrata e capita è il popolo ebraico. In loro abbiamo un monumento antico di valore inestimabile, su cui sono registrati, in caratteri ben leggibili, le origini, i progressi e il destino finale di tutta la razza umana, una testimonianza viva e intelligente del graduale completamento di un proposito meraviglioso negli affari umani, in esatta conformità con le esatte previsioni dei loro profeti e veggenti divinamente ispirati.
Come popolo, sono contrassegnati come distinti e peculiari per ogni circostanza della loro storia e dalla loro comune fede religiosa, così come per ogni elemento del loro carattere nazionale, e persino dalla loro fisiono-mia e dei loro usi e costumi. Le caratteristiche nazionali di molti secoli fa, sono tuttora importanti, come la loro predilezione per i porri, le cipolle e l'aglio d'Egitto, e anche per la loro proverbiale cervice ostinata.
Come popolo, avevano certamente molti vantaggi, sia per esser stati loro affidati i medesimi oracoli di Dio, ma anche per aver sviluppato tra di loro poeti, avvocati, statisti e filosofi, che li ha condotti passo dopo passo dall'essere una nazione di schiavi ad essere, come al tempo di Salomone, all'apice della loro gloria, un popolo distinto e onorato tra le nazioni, attirando la meraviglia e l'ammirazione del mondo. Romani 3:1,2; 1 Re 4:30-34; 10:1-29.
Che il ristabilimento di Israele nella terra di Palestina sia uno degli eventi che si possono attendere in questo Giorno del Signore, ne siamo pienamente rassicurati dall'espressione del profeta precedentemente riportata sopra. In particolare si noti, che la profezia non può essere interpretata in nessun senso simbolico.
Non esiste infatti alcun paese di Canaan in cielo a cui essi sono eletti, ma solo un Canaan qui sulla terra. Essi saranno piantati sulla “loro terra”, la terra che Dio dice di aver dato loro, la terra che ha promesso ad Abraamo, dicendo: “Alza ora i tuoi occhi e mira dal luogo dove sei a nord e a sud; a est e a ovest, poiché tutto il paese CHE TU VEDI, io lo darò a te e al tuo seme [o discendenza], per sempre.
E renderò il tuo seme [discendenza] come la polvere della terra; così che, se qualcuno può contare la polvere della terra, si potrà contare anche il tuo seme [discendenza]. [Un indizio questo che si sta parlando di un periodo di tempo molto distante, dando così il tempo necessario per una tale moltiplicazione del suo seme.] Levati, percorri il paese, in lungo e in largo, perché io lo darò a te.” “E a te, e al tuo seme [discendenza] dopo di te, darò il paese dove abiti come straniero, tutto il paese di Canaan, come PROPRIETÀ ETERNA.” (Genesi 13:14-17; 17:8)
Questa è una terra in cui un tempo ebbero il privilegio di entrare, e in cui vi abitarono per secoli. Ma durante tutto quel tempo furono sradicati e portati via in cattività in altri paesi molte volte, mentre forestieri rovinavano le loro città, bevevano il vino delle loro vigne, e mangiavano il frutto dei loro giardini.
Alla fine, furono completamente sradicati, le loro città devastate e lasciate desolate, ed essi furono condotti come erranti ed esuli da un paese all'altro per tutto il mondo. Ma quando saranno ripiantati nella loro terra, secondo questa promessa, “essi non potranno mai più essere strappati via dalla loro terra” che Dio ha dato loro, ed “essi dovranno costruire le loro città desolate [città in cui essi avevano vissuto in precedenza], e le abiteranno.”
Benché un popolo disperso, senza patria, desolato e perseguitato, essi sono tuttora un popolo distinto e omogeneo. Uniti da forti legami di consanguineità, da speranze comuni ispirate da una fede comune nelle meravigliose promesse di Dio, anche se hanno compreso solo vagamente quelle promesse, e ancora di più legati dal vincolo di crescente simpatia proveniente dalle loro comuni sofferenze e privazioni come esuli, essi, fino a questo stesso giorno, levano lo sguardo e desiderano la realizzazione della speranza di Israele.
continua. ...
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gattosilvestro67
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Lasciato il - 19 November 2013 : 20:09:19
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Come popolo, hanno ancora fede in Dio, anche se nella loro cecità e orgoglio di cuore, essi hanno inciampato sull'umile condizione del messaggero designato da Dio per la salvezza del mondo, di modo che, invece di riceverlo, crocifissero il Salvatore, il Signore della gloria.
Eppure gli apostoli e i profeti ci mostrano che anche questo flagrante crimine, a cui il loro orgoglio e caparbietà li ha condotti, non era tale da non potere essere perdonato. A causa di ciò, sono stati puniti, e pure severamente.
Quando hanno condannato il Giusto e dissero: “Il suo sangue ricada su di noi e sui nostri figli”, non avrebbero certo mai immaginato la ricompensa terribile che ne seguì.
I terribili guai e le perdite di vite, la distruzione della loro città santa e del tempio, la fine completa della loro esistenza nazionale, e la dispersione del rimanente sopravvissuto come esuli in tutte le nazioni, completò il lavoro del loro periodo di mietitura.
Esso iniziò in una guerra civile faziosa ed si completò con l'esercito invasore romano. Fuoco, spada e carestia compirono su di loro una paurosa ricompensa.
E sin da allora Israele è stato veramente un popolo disperso e spella-to vivo. Deportato come esule da un paese all'altro e da una provincia all'altra, sono stati privati di quasi ogni diritto e privilegio di cui godevano gli altri esseri umani. Rifiutando il Cristianesimo, sia nella sua forma corrotta che in quella pura, sono diventati oggetti di disprezzo e di implacabile persecuzione da parte della Chiesa di Roma.
A proposito uno storico scrive: “In Germania, Francia, Inghilterra e Italia, gli sono stati circoscritti i loro diritti per mezzo di decreti e leggi ecclesiastiche, nonché da poteri civili; esclusi da tutte le occupazioni onorevoli, deportati da un luogo all'altro, costretti a sopravvivere quasi esclusivamente grazie a occupazioni mercantili e di usura, oberati da imposte e degradati nelle città, stipati in quartieri stretti, e segnati nei loro abiti con segni di disprezzo, saccheggiati da baroni senza legge e principi squattrinati, facili prede di tutti i partiti durante le lotte civili, derubati continuamente dei loro stessi crediti pecuniari, posseduti e venduti come servi dagli imperatori, massacrati dalle folle e dai contadini ribelli, inseguiti dai monaci, e infine bruciati a migliaia dai crociati, che bruciarono nelle loro sinagoghe anche i loro fratelli a Gerusalemme; oppure li tormentarono mettendoli in ridicolo, con sermoni offensivi, con accuse mostruose e prove varie, con minacce ed esperimenti di conversione.... Essi non potevano possedere la terra e non potevano appartenere a nessuna gilda della meccanica o impegnarsi in nessuna forma d'arte; di fatto erano esclusi quasi esclusivamente dal commercio. Trovandosi così in guerra con tutti gli uomini, il loro orgoglio nazionale ed arroganza non ne risultò affatto ammorbidito, anzi, la conseguenza fu che la breccia tra gli ebrei e i loro vicini Gentili si allargò sempre di più ovunque.” Estraniati così da Dio e dai loro simili in ogni nazione, tristi e pieto-se davvero sono state le loro misere condizioni. Durante le implacabili persecuzioni Pontificie, hanno sofferto in comunione con i santi e i martiri di Gesù; il cristiano per il suo rifiuto dell'Anticristo, l'Ebreo per il suo rifiuto sia di Cristo che dell'Anticristo.
Mentre Dio ha permesso a queste afflizioni e persecuzioni di venire su di loro come un castigo per il crimine nazionale di rifiuto del Vangelo e per la crocifissione del Redentore, avrà modo comunque a tempo debito di premiare la costanza della loro fede nelle sue promesse, alle quali si sono per così a lungo e con così tanta perseveranza protesi.
Dio previde l'orgoglio e la durezza del loro cuore, e predisse inoltre tutti i mali che sono venuti su di loro, e non meno acutamente ha pure predetto la fine della loro cecità e il compimento ultimo su di loro di tutte le promesse terrene dichiarate molto tempo fa ad Abraamo e ripetute da uno dopo l'altro dai santi profeti.
Man mano che il tempo per la restaurazione promessa del favore di Dio verso Israele si avvicina, ne vediamo la preparazione. Entro questo no-stro secolo un processo di vagliatura e separazione si sta manifestando tra loro, dividendoli in due classi, gli Ortodossi e gli ebrei Non-ortodossi.
I primi tengono ancora alle promesse di Dio, e sperano ancora che il tempo fissato da Dio a favore di Sion possa presto arrivare. Questi ultimi invece stanno perdendo la fede in un Dio personale, così come nelle promesse ad Abraamo, e sono alla deriva verso il liberalismo, il razionalismo e l'infedeltà. Gli Ortodossi includono la maggior parte dei poveri, gli ebrei oppressi, così come alcuni dei ricchi e dei dotti, e sono di gran lunga più numerosi dei Non-ortodossi, anche se questi ultimi sono di gran lunga i più influenti e rispettati, spesso mercanti, banchieri, editori, ecc.
CONTINUA. ...
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gattosilvestro67
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Lasciato il - 24 November 2013 : 15:27:19
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Quello che segue è una breve sintesi della fede degli ebrei Ortodossi: “Credo con una fede vera e perfetta (
1) che Dio è il Creatore, Governatore e Fattore di tutte le creature, e che egli ha forgiato tutte le cose;
(2) che il Creatore è uno, e che lui solo è stato il nostro Dio, che è, e che per sempre sarà;
(3) che il Creatore non è corporeo, né può essere compreso attraverso le proprietà del corpo, e che non c'è essenza del corpo che può essere paragonata a lui;
(4) che nulla è stato prima di lui, e che egli dovrà restare per sempre;
(5) che lui solo deve essere adorato e nessun altro;
(6) che tutte le parole dei profeti sono vere;
(7) che le profezie di Mosè erano vere, e che era il principale di tutti i saggi che hanno vissuto prima di lui o che mai vivrà dopo di lui; [Possiamo considerarli in qualche modo scusabili per questa sopravvalutazione di un così nobile e degno personaggio.]
(8) che tutta la legge che in questo giorno si trova nelle nostre mani è stata consegnata da Dio stesso al nostro maestro, Mosè;
(9) che la stessa legge non deve mai essere cambiata, né che alcun altro sarà dato a noi da Dio;
(10) che Dio ha intendimento di tutti i pensieri e le opere degli uomini, come è scritto nei profeti: “Egli modellò il loro cuore allo stesso modo, egli comprese tutte le loro opere”;
(11) che Dio ricompensa col bene a quelli che osservano i suoi comandamenti, e punirà coloro che li trasgrediscono;
(12) che il Messia deve ancora venire e, anche se ha tardato la sua venuta, tuttavia “Io lo aspetterò finché egli verrà”;
(13) che i morti saranno restituiti alla vita quando sembrerà appropriato a Dio, il Creatore, il cui nome sia benedetto e la cui memoria sia celebrata senza fine. Amen.”
Dal momento della distruzione del loro tempio e della loro dispersione, i sacrifici sono stati sospesi, ma in tutti gli altri aspetti i requisiti della legge Mosaica si osservano tuttora tra gli ebrei Ortodossi. Il loro culto, come in passato, consiste nella lettura delle Scritture, la preghiera e le lodi.
Il secondo giorno della loro festa delle trombe essi leggono il racconto dell’offerta di Abraamo di suo figlio Isacco e la benedizione di Dio su di lui e sul suo seme. A quel punto suonano la tromba e pregano che Dio li riporti a Gerusalemme.
Gli ebrei Non-ortodossi Riformati, o “Radicali” d’altro canto, differiscono parecchio dagli Ortodossi: molti di loro infatti sono atei dichiarati che negano un Dio personale. Negano anche che un qualsiasi Messia stia per arrivare, e se non negano del tutto la profezia, spiegano che il Messia predetto altri non è che la nazione ebraica stessa, che sta riformando il mondo a poco a poco, e che le predette sofferenze del Messia si sono adempiute nella loro persecuzioni e sofferenze come popolo.
Altri tra loro infine, dichiarano che la civilizzazione è l'unico Salvatore del mondo che essi aspettano. Sarà la prima classe, senza dubbio, quella che verrà ricondotta e benedetta, quando il Messia, tornando una seconda volta nella gloria e potenza gli dirà: “Ecco, questo è il nostro Dio, lo abbiamo atteso, ed egli ci salverà: è questo il Signore, lo abbiamo atteso e saremo lieti e gioiremo nella sua salvezza.” (Isaia 25:9)
Alla luce più chiara dell’insegnamento del Messia, tutta la fede nelle vane tradizioni umane che ancora detengono come preziose aggiunte alla legge di Dio, sparirà. Si avvicina rapidamente il tempo quando Dio parlerà di pace a Israele, li conforterà e pienamente distoglierà la cecità dai loro occhi. Con questo non vogliamo lasciar intendere che coloro che hanno vagato lontano nell’infedeltà non avranno mai rimossa la loro cecità. Dio non voglia.
Piuttosto gli occhi ciechi di tutti, cioè di ogni nazionalità, saranno aperti, e tutte le orecchie sorde saranno sturate. Ma nessun favore particolare verrà mostrato a questi ebrei infedeli al momento della restituzione del favore, perché “non è Ebreo, colui che lo è all'esterno”, ovvero solo da vincoli familiari e fisionomie facciali.
Gli Ebrei riconosciuti da Dio come veri figli di Abraamo sono coloro che si appoggiano alla fede di Abraamo e mostrano fiducia nelle promesse divine.
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gattosilvestro67
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Lasciato il - 04 December 2013 : 14:23:35
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GLI EBREI ANGLOFONI.
A questo punto dobbiamo esprimere il nostro dissenso dalle opinioni di coloro che sostengono che gli anglosassoni sono l'Israele della promessa fatta nelle Scritture.
In poche parole essi sostengono che gli anglosassoni, il popolo degli Stati Uniti, ecc., sono i discendenti delle dieci tribù d'Israele, che si separarono dalle tribù di Giuda e di Beniamino dopo la morte di Salomone, e che sono spesso denominati come “le dieci tribù disperse”, perché, dopo la cattività (di tutte e dodici le tribù) a Babilonia, le dieci tribù non si stabilirono nella terra di Canaan, come invece fece “Israele”, ma furono sparsi come tribù e come individui tra le varie nazioni.
Coloro che fanno queste asserzioni, la cui teoria noi critichiamo, sostengono persino che possono rintracciare il loro viaggio verso la Gran Bretagna, e che la grandezza e l'influenza dei popoli di lingua inglese nel mondo sono riconducibili al fatto che essi appartengono a Israele, e che stanno ereditando le promesse fatte a Israele.
A queste affermazioni noi rispondiamo: Alcune delle prove offerte a sostegno del fatto che essi siano le “tribù disperse” d’Israele sembrano tutt'altro che solide, ma anche se dovessimo ammettere tutto ciò che essi dicono, ciò non proverebbe tuttavia la loro posizione, ovvero che la grandezza e l'influenza della razza anglo-sassone siano attribuibili al loro essere Israeliti per generazione naturale, non più di quanto lo sia il loro presunto stato di “dispersi.”
La loro grandezza è piuttosto attribuibile alla loro libertà e intelligenza, che sono rintracciabili, non al loro stato di dispersi, né alla loro nascita come Israeliti secondo la carne, ma piuttosto grazie alle dottrine del Cristo, ovvero alla luce che alcuni dei semi spirituali di Abramo hanno fatto risplendere fra di loro.
Il fatto che le dieci tribù si siano smarrite lontano dalle altre due non gli rende onore, è vero piuttosto il contrario. Si tratta infatti di un'evidenza che sono stati inclini a respingere le promesse di Dio; è un segno di infedeltà, di incredulità, perché sapevano bene che Dio aveva predetto che il Legislatore, il Salvatore, il Liberatore, il Re; nel quale e dal quale le promesse dovevano adempiersi, sarebbe dovuto venire da Giuda.
La tribù di Beniamino fu dunque l'unica tribù, oltre a Giuda, che al momento della rivolta, manifestò fede nelle promesse di Dio. Anche se è vero che la maggioranza di coloro che mostrarono fede in Dio e nelle sue promesse tornando alla terra di Canaan al momento del ritorno dalla cattività babilonese, erano delle tribù di Giuda e di Beniamino; non tutti però quelli che erano tornati appartenevano a queste due tribù. Tra loro c'erano alcuni provenienti anche da varie tribù, che amavano il Signore e lo cercavano con pentimento, basandosi ancora sulle sue promesse.
Tuttavia, la stragrande maggioranza delle dieci tribù, così come delle due tribù, non si sono avvalse della possibilità di tornare nella terra promessa, preferendo Babilonia o altre terre ad essa, molti tra loro essendo pure caduti nell'idolatria e avendo così perso il loro rispetto per le promesse di Dio.
Dobbiamo ricordare che solo alcuni di coloro che tornarono alla loro terra sotto la guida di Esdra e nessuno di coloro che sono tornati sotto Neemia, erano di quelli che erano stati presi prigionieri, essendo ormai la maggior parte di loro morta anni prima a Babilonia.
Questi erano solo i loro figli, nel cui cuore ardeva ancora la fede dei loro padri, e che ancora sperava nelle benedizioni e negli onori promessi al seme di Abramo.
Così il gruppo di poco meno di cinquantamila che fece ritorno erano tutti gli Israeliti rimasti, di tutte le tribù, che con l'atto di ritornare alla terra promessa dimostrarono di detenere ancora la fede di Abramo.
Fu ai discendenti di questi scelti, setacciati da tutte le tribù d'Israele, anche se principalmente delle due tribù, e tutti chiamati Ebrei dietro alla tribù reale e predominante, che il nostro Signore presentò se stesso e il Regno al suo primo avvento, in quanto rappresentava la nazione santa, tutto l'intero Israele.
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gattosilvestro67
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Lasciato il - 18 December 2013 : 07:36:55
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Nostro Signore si riferì a loro come a Israele, e non come a una parte di Israele, né come alla sola tribù Giuda.
Egli parlò anche di coloro che erano rimasti attaccati alle promesse e agli uni agli altri, come delle “pecore smarrite della casa d'Israele”, in quanto avevano vagato lontano dalla verità, dietro alle tradizioni di falsi pastori che li avevano condotti dietro a loro e non a Dio.
Egli disse: “Io non sono stato mandato se non [eccetto] alle pecore smarrite della casa d'Israele”. Di conseguenza, in armonia con quanto disse, il suo ministero fu limitato solo alla casa d'Israele, dimostrando così che gli ebrei del suo tempo erano gli unici rappresentanti riconosciuti della “casa di Israele”; così come i termini: “tutto Israele”, e “le nostre dodici tribù che servono costantemente Dio”, e molte altre espressioni simili del nostro Signore e degli Apostoli ci indicano.
A tal proposito si ricorderà infine che il nostro Signore, in accordo con queste affermazioni, ovvero che il suo ministero era solo per Israele, proibì ai suoi discepoli di andare a parlare a chiunque al di fuori degli ebrei della Palestina. Matteo 10:5,6; 15:24.
Si noti inoltre come gli apostoli usavano la parola “Israele”, e non “Giuda”, quando parlavano di coloro che vivevano in quel momento in Pa-lestina (Atti 2:22, 3:12, 5:35, 13:16, 21:28), e come applicavano le parole di Isaia concernenti il rimanente di Israele solo ai relativamente pochi che accettarono il Vangelo (Romani 9:4, 27, 29, 31-33; 10:1-4; 11:1, 7-14, 25, 26, 31), mentre si riferirono a tutto il resto come a coloro che avevano inciampato ed erano accecati. Così, dunque, anche se si potesse dimostrare che i popoli anglosassoni fanno parte delle “dieci tribù disperse”, in forza di tale patto si vede chiaramente che nessun favore divino avrebbe potuto andare a loro su questo punto; perché essi abbandonarono il patto Israelitico e diventarono idolatri, infedeli, e praticamente dei Gentili.
Inoltre, come è stato già osservato, tutti coloro che furono riconosciuti come il seme naturale di Abraamo, e che continuarono a rifiutare Cristo, furono tagliati fuori da ogni favore dal momento della morte di Cristo fino all'anno 1878, quando, cronologicamente, il favore divino doveva tornare a loro, e la loro cecità cominciare ad essere rimossa. Di conseguenza, l'importanza degli Anglo-sassoni nei secoli passati non può in alcun senso essere inteso come un ritorno del favore divino a Israele.
Coloro a cui è stato tolto il favore per il rifiuto e la crocifissione del Signore, sono coloro a cui il favore è ora ritornato. A quel tempo, e da allora, Israele è stato rappresentato dal “Giudeo” (Romani 2:9,10), ed è il Giudeo che sarà ora restaurato nel favore come il naturale “seme di Abraamo”.
Questi, con il “seme” spirituale (selezionati durante l'età del Vangelo, un rimanente di Israele, gli Ebrei, e il resto raccolti dai Gentili), sono gli agenti di Dio per la benedizione di tutte le famiglie della terra.
Né il favore mostrato a Israele sarà esclusivo. Tutti i credenti nelle promesse del patto possono condividere questo ritorno dei favori verso il seme naturale proprio come durante l'età del Vangelo, ogni Ebreo che accettò Cristo ebbe i requisiti per tutte le benedizioni spirituali e i vantaggi offerti durante l'età del Vangelo.
Così come un solo piccolo rimanente credette e accettò i favori del Vangelo all'inizio, così ora, a parte gli ebrei, solo un piccolo numero di uomini saranno pronti per le nuove leggi e le nuove condizioni dell'Età Millenaria, sotto la giusta amministrazione del glorificato Signore e della sua Chiesa glorificata, e quindi, in principio, pochi a parte gli ebrei saranno benedetti sotto di essa.
L'Ebreo, da tempo abituato a cercare di adempiere e di confidare nelle opere di obbedienza alla Legge [mosaica] per garantirgli le benedizioni divine, inciampò proprio nelle prime caratteristiche della dispensazione evangelica, ovvero la remissione dei peccati senza le opere a tutti coloro che credevano nell'opera perfetta di Gesù, un sacrificio sufficiente per l'eliminazione del peccato.
Ma il rispetto dell'Ebreo per la Legge [mosaica] si trasformerà a suo vantaggio all'alba dell'Era Millenaria, e nessuno sarà più pronto di lui per i requisiti rigorosi e le leggi di quell'Età, dopo che la sua cecità, relativa a Cristo e al valore del suo sacrificio per i peccati, sarà passata; poiché è necessario che le opere seguano la fede in Cristo, e non il contrario.
E l'Ebreo, accogliendo l'amore e la grazia di Dio in Cristo, in questo modo non sarà incline a perdere di vista la giustizia di Dio come lo sono molti altri oggi. Altri, al contrario, saranno accecati per un tempo e impreparati a riconoscere le regole del Regno, in cui la giustizia e la rettitudine saranno ristabilite alla perfezione.
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gattosilvestro67
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Lasciato il - 29 December 2013 : 08:39:18
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Così come l'Ebreo è stato accecato da una falsa visione della Legge [mosaica], che attraverso falsi insegnamenti è stata praticamente annullata; così ora, in ragione della presentazione della falsa dottrina della grazia nel perdono dei peccati, fatta da falsi maestri del tempo presente che rendono nullo il Vangelo della grazia di Dio attraverso ragionamenti sofistici, a molti Gentili verrà impedito di usufruire delle condizioni di favore durante l'Età Millenaria; arrivando persino “anche a negare che il Signore li ha comprati” (2 Pietro 2:1), e che ci fosse bisogno di pagare alcun prezzo di riscatto necessario per il ristabilimento dell'uomo.
Essi sostengono che errare è umano, perdonare è divino, e quindi inferenzialmente, che il peccato occasionale è del tutto scusabile, e che la severità della pena o il bisogno di un riscatto ecc., non sono ipotizzabili, in quanto se non ci fossero peccati da perdonare si avrebbe tolto a Dio sia il piacere che il dovere di perdonare.
Perdendo così di vista la giustizia di Dio, non riescono a vedere la filosofia del suo piano di riconciliazione attraverso il sangue della croce e la concessione di remissione dei peccati attraverso un sacrificio di riscatto disponibile solo a coloro che accolgono Cristo e lottano contro il peccato.
Accecati dalle loro idee negligenti sulla giustizia e sul rigore di Dio, pochi saranno allora così ben preparati come l'Ebreo per quella stretta obbedienza in base alle proprie capacità che sarà richiesta a tutti nell'Età successiva. Come illustrazione della preparazione dell'Ebreo a riconoscere la morte di Cristo Gesù come riscatto o prezzo corrispondente, l'espiazione legale per il peccato dell'uomo; riportiamo qui di seguito, dalla penna di un giovane ebreo convertito a Cristo, un resoconto della commemorazione annuale del “Gran Giorno dell'Espiazione”, così come viene osservato in questo momento dagli ebrei ortodossi.
L'articolo è apparso sul The Hebrew-Christian [L'Ebreo-Cristiano], come segue: “Lo Yom Kippur, o Grande Giorno dell'Espiazione, è stato un giorno straordinario per mio padre, perché non solo ha digiunato, pregato e morti-ficato se stesso in questo santo giorno di espiazione, ma ha anche passato tutta la notte in devozione nella sinagoga.
In questo gran giorno ho visto spesso il mio devoto genitore piangere, mentre ripeteva la commovente confessione seguita dall'enumerazione dei sacrifici che sono stati designati da Dio per essere offerti per i peccati di omissione e di commissione; e molte volte anch'io ho versato lacrime solidali mentre mi univo a lui nel lamentarmi che ora non abbiamo più nessun tempio, nessun sommo sacerdote, nessun altare e nessun sacrificio. Il giorno prima di quel giorno solenne, egli, in compagnia con il resto degli Ebrei, aveva preso un gallo, e durante la ripetizione di certe forme di preghiere, aveva mosso il pollo vivo intorno alla sua testa tre volte, ripetendo queste parole: 'Sia questo il mio sostituto, sia questo il mio scambio, sia questo la mia espiazione, possa questo uccello andare nella morte, mentre io a una vita benedetta.'
Poi aveva messo le mani su di esso, come si usavano posare le mani sui sacrifici, e subito dopo lo aveva dato per essere sgozzato. Questo è il solo sangue che viene versato in Israele adesso. Il sangue di tori e di capri non scorre più accanto all'altare di bronzo.
“Mio padre ha penato moltissimo per procurarsi un gallo bianco e per evitarne ad ogni costo uno rosso, e quando gliene chiesi la ragione, lui mi ha spiegato che un gallo rosso è già coperto con il peccato, poiché il peccato in sé è rosso, come sta scritto: 'Benché i vostri peccati fossero come lo scarlatto, diventeranno bianchi come la neve, anche se fossero rossi come la porpora, diventeranno bianchi come lana.' (Isaia 1:18)
Poi ha proseguito: 'Ti accorgerai che i rabbini hanno stabilito nel Talmud, che se il gallo è bianco, non è stato infettato da alcun peccato, e può pertanto portare i peccati degli Ebrei; ma se è rosso, egli è completamente coperto di peccati, e non è adatto per portare le nostre iniquità.'
“Il motivo per cui utilizzano un gallo, piuttosto che qualsiasi altra creatura è questo. In ebraico uomo si dice gever. Ora, se gever (l'uomo) ha peccato, gever deve anche subirne la sanzione. Ma dal momento che la pu-nizione è più pesante di quanto gli ebrei possano sopportare, i Rabbini hanno sostituito al loro posto un gallo, che in dialetto Caldeo si chiama gever, e quindi la giustizia divina si presume sia soddisfatta: perché, così come gever ha peccato, così gever, vale a dire un gallo, è sacrificato.
CONTINUA. ...
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gattosilvestro67
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Lasciato il - 01 January 2014 : 20:43:04
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“Questa vana invenzione può essere vista come una prova straordinaria di un fatto ancora più sorprendente, ovvero che, mentre molti tra gli ebrei al giorno d'oggi negano del tutto l'espiazione, il corpo della nazione ha ancora un sentimento dell'assoluta necessità di un sacrificio per il peccato, e che senza l'espiazione il pentimento non è di alcuna utilità per la salvezza.
Se, invece di leggere le favole rabbiniche, gli ebrei studiassero la Bibbia, troverebbero che il Signore Gesù, il vero Messia, nella Sua propria persona benedetta compì l'espiazione dei peccati che essi, nella loro ignoranza, immaginano si possano riscattare mediante il sacrificio di un gallo. Gever (l'uomo) ha peccato, e gever (l'uomo), l'uomo giusto Gesù Cristo, ha offerto la sua anima in sacrificio per il peccato.” Isaia 53:10.
AGLI EBREI PER PRIMA.
Vediamo pertanto che come la previsione di Dio, secondo cui Israele (tranne i pochi fedeli) sarebbe stato accecato dalla loro Legge (Romani 11:9) si adempì in modo naturale, allo stesso modo anche la sua ulteriore predizione, ovvero che i favori e le condizioni dell'Età Millenaria benedi-ranno molti di loro più velocemente di altri, si adempirà in modo perfetta-mente naturale e come conseguenza di cause ragionevoli.
Così i favori Millenari saranno per prima rivolti agli ebrei, così co-me a motivo delle alleanze ecc., i favori del Vangelo sono stati offerti a loro per primi.
E così infine accadrà come profetizzò Simeone: “Questo bambino è posto per la caduta e il risorgere di molti in Israele.” Il tempo per risollevare quella nazione, da così tanto tempo senza alcun favore divino, è ormai prossimo. Ma cerchiamo di evitare un errore fin troppo comune fatto da molti che vedono qualcosa di queste promesse, e che suppongono che l'affermazione dovrebbe essere presa alla lettera, quando dice: “Dopo questo io ritornerò e rialzerò nuovamente il tabernacolo [casa] di Davide che è caduto, ricostruirò le sue rovine, e le rialzerò.” “E il Signore gli darà il trono di Davide suo padre.” “E Davide, mio servitore sarà re su di loro” (Atti 15:16; Luca 1:32; Ezechiele 37:24)
Mentre la letteralità del promesso ritorno di Israele alla propria terra, e la ricostruzione di Gerusalemme sui propri cumuli di rovine non può essere messa in discussione, possiamo d'altro canto essere altrettanto sicuri che con casa e trono di Davide, non si sta intendendo le pietre, i legni, ecc. letterali.
Il ristabilimento della casa di Davide si riferisce piuttosto al ristabilimento della sovranità e dominio nelle mani di alcuni dei posteri di Davide. Gesù Cristo è il rampollo promesso della casa di Davide e l'erede del suo trono, e quando la sua autorità comincia ad essere stabilita, ciò sarà l'inizio della radunamento (permanente) della precedente casa temporanea o tabernacolo di Davide che è stata rovesciata, e che per molti secoli ha alloggiato nella polvere.
Così, allo stesso modo, il “trono di Davide”, su cui il Messia siederà, non si riferisce al seggio di legno, oro e avorio su cui Davide sedette, ma alla dignità, al potere e all'autorità della carica da lui esercitata.
Tale autorità, carica o trono che Davide occupò per alcuni anni, deve essere adempiuta su una scala molto più grande dall'Unto di Geova, il Signore nostro Gesù. Ma quale autorità aveva ed esercitava Davide? Rispondiamo che era l'autorità di Geova: Davide infatti “sedeva sul trono di Geova” (1 Cronache 29:23), e questa è la stessa autorità che sosterrà Cristo nel suo Regno Millenario.
E quando tutto è visto correttamente, è evidente che Davide e il suo trono o divina autorità istituita sulla nazione tipica di Israele, erano solo delle illustrazioni tipiche di Cristo e del suo Regno, e l'onore principale di Davide sarà, se è ritenuto degno, quello di essere uno dei “principi” a cui Emmanuele affiderà la fase terrena del suo Regno. Salmi 45:16 Sia il nome di Davide che il suo regno erano rappresentativi.
Il nome Davide significa Diletto, ed è il Figlio diletto di Dio che sarà il re di tutta la terra in quel giorno, e non il tipico diletto Davide di un tempo. È bene anche saper distinguere chiaramente tra la Nuova Gerusalemme, la città celeste o spirituale di cui gli Apostoli sono le dodici fondamenta; e la vecchia Gerusalemme, che deve essere ricostruita sulle sue rovine. La restaurazione promessa della vecchia Gerusalemme implica non solo la ricostruzione degli edifici ecc., ma soprattutto la riorganizzazione del governo di Israele, perché una città nella profezia è sempre il simbolo o la rappresentazione di un governo.
Pertanto la ricostruzione promessa di Gerusalemme sulle sue vecchie fondamenta implica una riorganizzazione nazionale di Israele su una base simile a quella avuta in precedenza, ovvero come popolo su cui l'Unto di Geova eserciterà l'autorità. La Nuova Gerusalemme rappresenta la Chiesa del Vangelo nella gloria del Regno, un potere spirituale invisibile agli uomini, ma onnipotente.
La sua discesa sulla terra (Rivelazione 21:2) segna l'adempimento di tale petizione della nostra preghiera del Signore quando dice: “Venga il tuo Regno”, e la sua “venuta” sarà graduale e non improvvisa. In effetti sta già “scendendo giù” per prendere il controllo, e di conseguenza ne vediamo i passaggi preliminari che portano al ripristino della vecchia Gerusalemme, così infine il risultato menzionato nella nostra preghiera del Signore si realizzerà, quando cioè la volontà di Dio sarà fatta sulla terra come in cielo.
La Nuova Gerusalemme e i Nuovi Cieli sono pertanto sinonimi, a significare il nuovo potere spirituale dominante.
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gattosilvestro67
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Lasciato il - 11 January 2014 : 09:34:08
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Le profezie già esaminate puntano tutte all'anno 1878 come alla data in cui si è compiuto il “doppio” tempo di attesa di Israele per il suo Re, e da cui il loro ritorno al favore divino e all'allontanamento della loro cecità era arrivato: il tempo dopo il quale si sarebbe dovuto “parlare piacevolmente a Gerusalemme, e gridare in essa che il suo tempo prefissato [di attesa, o “doppio” tempo] si è compiuto e la sua iniquità è perdonata, perché essa ha ricevuto dalla mano del Signore il doppio per tutti i suoi peccati.” Isaia 40:1,2.
Da quell'anno in poi, secondo le molteplici promesse di Dio a tale scopo, vediamo come ci saremmo dovuti aspettare, i segni indicanti il ritorno del favore a questo popolo, un movimento mosso verso l'installazione di nuovo nella loro propria terra e la loro ricostruzione come una grande nazione; perché “Così parla il Signore, il Dio di Israele: Come questi fichi buoni, così io riconosco in Giuda coloro che sono trasportati in cattività, che ho mandato fuori da questo luogo nella terra dei Caldei [o Babilonia, la mistica Babilonia, ovvero la Cristianità, com'è indicato nel versetto 9: poiché sin dal loro rovesciamento sono stati dispersi fra tutte le nazioni della cosiddetta Cristianità] per il loro bene [questo perché la loro disciplina e punizione fu una buona cosa anche se sotto mentite spoglie].
Porrò i miei occhi su di loro per il bene, e io li porterò nuovamente in questa terra, e io li stabilirò fermamente, e non li abbatterò giù, e io li pianterò, e non li sradicherò. [Questo non potrebbe riferirsi al ritorno dalla prigionia nella Babilonia letterale, dato che dopo quel ritorno furono di nuovo abbattuti e sradicati.] E io darò loro un cuore per conoscermi, che io sono il Signore, ed essi saranno mio popolo e io sarò il loro Dio, poiché essi torneranno a me con tutto il cuore.” Geremia 24:5-7.
“Così parla il Signore: Ecco, io traggo dalla cattività le tende di Gia-cobbe, ed ho pietà delle sue dimore; la città [Gerusalemme] sarà riedificata sulle sue rovine, e il palazzo [il tempio] rimarrà come di consueto. I suoi figliuoli saranno come furono un tempo, la sua congregazione sarà stabilita dinanzi a me, e io punirò tutti i loro oppressori. I loro principi saranno uno di loro, e il loro governatore uscirà di mezzo a loro. Ecco, io li riconduco dal paese del settentrione [Russia, dove quasi due terzi di tutti gli Ebrei ora risiedono], e li raccolgo dalle estremità della terra.... Una grande compagnia tornerà là. Vengono piangendo; li conduco con supplicazioni.... O nazioni, ascoltate la parola del Signore, e proclamatela alle isole lontane, e dite: “Colui che ha disperso Israele lo raccoglie, e lo custodisce come un pastore fa col suo gregge”. Poiché il Signore ha riscattato Giacobbe, l´ha redento della mano d´uno più forte di lui. Pertanto verranno e canteranno di gioia sulle alture di Sion, e affluiranno insieme verso la bontà del Signore: al frumento e al vino, all´olio e ai piccoli del gregge e degli armenti; e la loro anima sarà come un giardino annaffiato, e non continueranno più a soffrire.” Geremia 30:18,20,21; 31:8-12.
Non solo il grande Redentore, una volta respinto da loro, in questo modo ripristina e solleva le generazioni viventi di quel popolo, ma anche i morti saranno risanati; poiché “Così dice il Signore Dio: Ecco, o popolo mio, io apro le vostre tombe e vi farò venire fuori dalle vostre tombe, e vi condurrò nel paese d'Israele. E voi conoscerete che io sono il Signore, quando avrò aperto i vostri sepolcri, ... e metterò il mio spirito in voi e voi vivrete, e io vi porrò nel vostro paese: allora saprete che io il Signore, l'ho detto e l'ho adempiuto, dice il Signore.” Ezechiele 37:12-14.
Queste meravigliose promesse non si adempiranno in una giornata di ventiquattrore, ma durante il giorno Millenario. Esse hanno avuto un inizio contrassegnato nell'anno 1878, a seguito del Congresso delle Nazioni di Berlino. Gli ebrei ora godono di maggiori privilegi nella terra dei loro padri di quanto sono stati loro concessi per secoli.
Non sono più semplici “cani” agli occhi dei Turchi insolenti.
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gattosilvestro67
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Lasciato il - 24 January 2014 : 17:19:48
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Non è generalmente noto, noi pensiamo, che l'Inghilterra ha già as-sunto un protettorato sulla Palestina, e anzi, su tutte le province della Turchia asiatica.
L'Inghilterra ha ritenuto per lungo tempo fosse una necessità tutelare la Turchia per tre ragioni: in primo luogo perché le sue classi benestanti sono titolari di grandi obbligazioni turche; in secondo luogo, perché se la Turchia dovesse andare a uno qualsiasi dei Paesi vicini, o venisse divisa tra di loro, l'Inghilterra ne avrebbe ben poco o nulla del suo bottino, mentre le altre nazioni rivali sarebbero quindi favorite più dell'Inghilterra nel potere e nel controllo degli affari dell'Europa; e in terzo luogo, soprattutto, perché l'Inghilterra si rende conto che con il governo turco tolto di mezzo, l'influenza russa in Asia meridionale sarebbe decisamente maggiore, e ben presto si assorbirebbe anche l'impero indiano, di cui la Regina inglese è l'Imperatrice, e da cui l'Inghilterra trae ricchi profitti attraverso il commercio ecc.
Per questo troviamo il partito Regale in Inghilterra che sostiene strenuamente i Turchi, e quando, nel 1878, la Russia stava per entrare in Costantinopoli, l'Inghilterra interpose e inviò una flotta di navi da guerra nel suo porto. Il risultato fu la Conferenza di Berlino del 13 giugno 1878, in cui la figura principale fu un ebreo, Lord Beaconsfield, Primo Ministro d'Inghilterra e così gli affari della Turchia furono poi regolati in modo da preservare al presente la sua esistenza nazionale, e in modo da organizzare le province affinché, in caso di smembramento finale le grandi potenze avrebbero saputo quale porzione cogliere.
Fu in questo periodo che a tutte le province della Turchia fu concessa maggiore libertà religiosa, e l'Inghilterra grazie a un trattato segreto con la Turchia divenne così Protettrice delle province asiatiche. Secondo il linguaggio dello storico, Justin McCarthy: “Il governo inglese si è impegnato a garantire i suoi possedimenti nella Turchia asiatica contro ogni invasione, ... formalmente impegnandosi a difendere e rendere sicura la Turchia contro ogni invasione e aggressione, e occupando Cipro al fine di avere un più efficace vantaggio sulla terraferma da cui poter partire per adempiere a questo progetto”.
Si vedrà, allora, che la Palestina, come una di quelle province asiati-che, è già sotto la protezione dell'Inghilterra, e questo spiega il maggior lassismo da parte del governo turco nell'attuazione della propria legislazione sfavorevole agli interessi ebraici.
Inoltre quest'apertura provvidenziale della Palestina agli ebrei è stata seguita da rinnovate persecuzioni nel “paese del nord”, ovvero la Russia e la Romania, certe di indurli così all'emigrazione da questi paesi verso la loro propria terra. Come risultato di questa combinazione di circostanze, ora in Palestina, e in particolare a Gerusalemme, la popolazione ebraica di tipo “ortodosso” è in rapida crescita. Già gli ebrei a Gerusalemme superano tutte le altre nazionalità messe insieme, mentre per secoli sono stati una piccola minoranza.
Il New York Herald, commentando qualche tempo fa l'acquisizione da parte dell'Inghilterra dell'isola di Creta, la sua occupazione dell'Egitto e la condizione della Turchia e delle sue province in generale, ha detto: “Viviamo in un'epoca frenetica, e anche la storia è fabbricata ad una velocità maggiore. Le guerre erano solite durare per decenni, la civiltà a-vanzava lentamente, le comunicazioni tra le nazioni e i conseguenti benefici reciproci procedevano di conseguenza in modo tardivo.
Ma ora, ciò che è inventato in un paese è conosciuto immediatamente a migliaia di chilometri di distanza, e tutto il mondo può trarne immediato vantaggio da quell'invenzione. Lo spirito d'urgenza è evidente in particolare nella politica. I piani degli statisti di una volta richiedevano generazioni per il loro completamento, ma ora i piani più arditi sono svolti dai pianificatori, e la mappa di un continente è cambiata in una settimana. Quanto veloce marcino gli eventi e quanto veloce la storia sia creata è evidente con chiarezza in particolare nella calamitante questione orientale .... Nel bel mezzo della scena di conflitti d'interesse giace la Palestina, molto cara ad Ebrei, cristiani e musulmani.
Lo statista dice che è nella posizione chiave, e cercando gli interessi dei suoi concittadini dichiara che, in vista della sua fertilità meravigliosa, che da secoli sostiene milioni di persone, e in vista delle sue possibilità grandiose di commercio, che nei tempi passati ha fatto dei suoi porti di mare scene di attività e di ricchezza, e che hanno reso proverbiale Tiro e Sidone fino a questo giorno, a motivo del suo essere lo svincolo tra l'Europa e l'Asia, e della sua posizione, quindi, più ammirabile; il possesso della Palestina è per il suo cuore patriottico la cosa più desiderabile.
Per lo storico invece, il primo episodio internazionale di cui si abbia notizia fu proprio l'invasione della Palestina, e da quel giorno a oggi è stata al centro dell'interesse di tutti, quindi, da parte sua è preoccupato per il futuro della Palestina. Anche la persona religiosa non riesce a trovare le parole per esprimere l'interesse che egli, dal suo punto di vista, mostra verso ciò che egli chiama la Terra Santa: perché per lui ogni pietra è un poema epico, ogni albero una poesia. Persino l'astuto commerciante osserva che quando il sistema ferroviario asiatico sarà costruito, e non appena un governo stabile vi sarà stabilito, la posizione geografica della Palestina la renderà lo Stato in cui le grandi linee ferroviarie convergeranno nel portare le produzioni dall'Asia verso i mercati europei e americani e viceversa, perché, come il commercio di tre continenti si incontravano nei suoi confini ai tempi di Salomone, così sarà il futuro del commercio dei continenti quando verranno portati di nuovo in quel luogo così favorito.
Né egli smorza le sue speranze in minima parte solo perché la loro realizzazione sembra lontana. Ricordando il rapido sviluppo di una Chicago o di una San Francisco, e la veloce svolta in cui aree prima desolate sono poi state trasformate in Stati popolosi, egli semplicemente osserva: 'Gli eventi si seguono rapidamente al giorno d'oggi,' e non gli resta che aspettare.
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gattosilvestro67
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Lasciato il - 31 January 2014 : 09:08:34
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“Mentre, tuttavia, le grandi potenze cristiane stanno con le mani in pasta per afferrare l'ambito e seducente boccone quando il turco moribondo lascia andare la presa, una figura storica gli passa davanti e dichiara, 'La terra è mia!' E quando le potenze si voltano per guardare l'oratore, vi riconoscono l'Ebreo, il figlio del patriarca che ha vissuto in Palestina quando essa è stata invasa per la prima volta, e che sarebbe volentieri presente per riaverla indietro quando il suo possesso è contestato trentasei secoli dopo!
“Che coincidenza meravigliosa direte! 'Ma non è così', risponde l'E-breo, 'non è una coincidenza, è il mio destino.' Diamo brevemente un'occhiata alla posizione dell'Ebreo in questa questione del futuro della Palestina. Le nazioni, sappiamo, sono nate da idee. Dall'idea dell'unità tedesca ad esempio è nato l'impero Germanico, proclamato al mondo da Versailles con il rombo dei cannoni francesi pronti a rispondere 'amen' alle preghiere tedesche di benessere.
Similmente dal grido dell'Italia irredenta è nata la nuova Italia di oggi, il cui tuono tornerà a svegliare le sponde del Mediterraneo. Dalla tradizione della Grecia antica è stata creata invece la Grecia moderna. Allo stesso modo i cristiani comprendono che le aspirazioni a lungo accarezzate dall'Ebreo, sono qualcosa che possono ancora essere realizzate, soprattutto perché l'Ebreo è particolarmente qualificato per sviluppare il futuro di questo paese brulicante di vita, mentre allo stesso tempo il suo possesso risolverebbe i timori delle Potenze gelose, per non dire che lo stabilimento dell'Ebreo in Palestina sarebbe pure un atto di giustizia, una degna espiazione per i terribili torti perpetrati su di lui, il martire della storia.
“Per quanto riguarda gli ebrei stessi, dire quanto essi desiderino la restaurazione è superfluo. Ogni 9 del loro mese di Ab, digiunano per la di-struzione dei loro templi e per le calamità nazionali che avvennero a quegli eventi. Non c'è una mattina o una sera che non preghino: 'Radunaci dai quattro angoli della terra', 'Ripristina il nostro popolo come una volta'; 'E Tu o Dio, abita in mezzo a Gerusalemme'; queste parole sono pronunciate in ogni città in cui si trova l'Ebreo, che significa in tutto il mondo.
Tale costanza è quasi al di là di ogni limite, e fino ad oggi gli ebrei spagnoli in tutti i paesi (anche in questo paese lontano) mettono un po' di polvere della Palestina o 'santa tierra', come la chiamano loro, sugli occhi dei loro morti, una testimonianza poetica e patetica del loro amore per il suolo sacro.
“Lo slogan: ‘Quando la ferrovia raggiunge Gerusalemme, il Messia verrà’, allude a Isaia 66:20, dove il profeta vede nella sua visione gli esuli che stanno tornando con ogni sorta di mezzi di trasporto, tra i quali quello che lui chiama “kirkaroth”. La versione inglese lo traduce ‘bestie veloci’, che è, ovviamente, troppo indefinito, oppure, ‘dromedari’ che è certamente un errore.
I filologi non mancano di far notare che la parola deriva da kar, ‘una fornace’ e karkar ‘agitare, ondeggiare’, affermando che il profeta ha cercato così di coniare una parola per quello che è stato a lui mostrato nella sua visione, ovvero un treno in rapido movimento. ‘Quando Nicholas regna la redenzione arriva’, è invece un'allusione a Isaia 63:4, da cui gli studiosi di ebraico fanno derivare ciò che essi chiamano ‘Rashe Teboth’; ovvero la frase: ‘Tutto Giuda sentirà e vedrà la caduta di Nicola, l'imperatore della Moscovia, a causa della oppressione dei figli di Giuda, e dopo che subiremo la nostra caduta, accadrà la nostra vera redenzione, e vicino a portata di mano per i figli di Giuda sarà la buona novella del profeta Tisbita [Elia].’
Questi slogan, e altri come questi, sono importanti, poiché ci chiariscono il pensiero ebraico.” Siamo così portati con forza a rammentarci quanto a volte vadano vi-cino, senza saperlo, le persone del mondo alla verità, con l'espressione di prima secondo cui il patriarca Abramo “sarebbe volentieri presente per riaverla indietro” la terra promessa come sua e della sua discendenza, trentasei secoli dopo la sua morte. Questo fatto, che alcuni potrebbero considerare solo un volo della poesia, le Scritture invece dichiarano che sarà un fatto reale.
Infatti, come abbiamo già visto, Abraamo, Isacco e Giacobbe, con Daniele e tutti i santi profeti, allora sarà “reso perfetto”, risvegliato dalla morte all'umanità perfetta, dopo che la Chiesa del Vangelo sarà stata glorificata (Ebrei 11:40), ed avrà nominato i “principi in tutta la terra” (Salmo 45:16), rappresentanti terreni e visibili di Cristo, il governante spirituale e invisibile. Ad Abraamo e al suo seme la terra promessa fu data in possesso perenne, ed egli deve riceverla in futuro, in quanto di essa finora non ha mai posseduto manco lo spazio occupato dal suo piede. Atti 7:5.
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gattosilvestro67
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Lasciato il - 12 February 2014 : 19:22:28
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Una lettera pubblicata in un giornale di Chicago testimonianza il notevole progresso graduale della restituzione che avviene in Palestina e dei preparativi per la futura benedizione promessa da Dio su di essa e sulla sua gente, come segue:
Gerusalemme, 23 novembre 1887
“Sono molto contento di dirvi in merito alle cose gloriose di cui siamo stati testimoni nel corso dei sei anni che abbiamo vissuto qui.
Quando siamo arrivati qui, sei anni fa, abbiamo numerato quattordici adulti e cinque bambini in tutto. Quando abbiamo guidato fino a Giaffa siamo rimasti profondamente impressionati dalla desolazione della terra. Non uno stelo verde poteva essere visto da nessuna parte; gli ulivi e le viti erano così coperti dalla polvere grigia di un'estate calda e secca, che non avreste mai potuto immaginare che ci potesse essere qualcosa di verde lì sotto, e tutta la terra sembrava asciutta fino alle fondamenta.
Ma da allora non l'abbiamo mai più vista così. Ogni anno sembra sempre più verde, e ora molti di quei sterili colli sono coperti da vigneti e uliveti, tanto da modificarne completamente l'aspetto. “Vi chiederete, qual è la causa di questo grande cambiamento?
Dio stesso ha promesso che, così come ha portato tutto questo male su questa terra, così egli porterà grandi benedizioni su di essa, e questo è evidentemente iniziato con l'invio di più pioggia di quella che è caduta per molti secoli passati.
Egli manda bei rovesci e pesanti rugiade dove non ce n'erano affatto, e manda le nuvole in estate, che non sono mai state viste anche solo venti anni fa. Queste temperano il calore, in modo che non si asciughi la terra. Cinque anni fa, ha inviato in luglio e agosto (mesi in cui non ha mai piovuto), ben tre ore di pioggia su Giaffa, e sedici ore su Damasco, e molta tutto intorno, tanto che i giornali americani osservavano che questa è una prova che il clima della Palestina sta cambiando.
Quando siamo venuti qui, c'erano pochissimi ebrei che tornavano in questa terra, ma le persecuzioni in Russia e in Germania e in altri luoghi hanno cominciato a scacciarli via, e malgrado gli editti del sultano, sono cominciati a tornare in questa terra, ad acquistare dei terreni, a seminare e a costruire, a ottenere il possesso del commercio della città, e così oggi ci sono molte migliaia di più di quando siamo arrivati
“Gerusalemme ora è, in realtà, già nelle mani degli ebrei, almeno per quanto riguarda il commercio, e l'Ebreo non è più sotto il tallone del maomettano, com'era una volta. Essi stanno anche rapidamente costruendo una nuova città, esattamente sulla linea della descrizione di Geremia 31:38-40; 32:43,44, in modo che anche i Turchi, che sono al potere, stanno pren-dendo nota di questo, e stanno dicendosi l'uno all'altro: ‘É Dio, e che cosa possiamo fare noi?’ E cosa possiamo dire a tutti questi, se non che Dio sta rapidamente adempiendo ai nostri giorni la sua Parola e il patto che ha fatto con Abramo? Noi ne siamo testimoni.”
Nonostante l'oppressione e la tirannia che li hanno portati per così dire nella polvere del suolo, troviamo ora molti di loro in questi ultimi anni crescere in ricchezza e distinzione ben oltre i loro stessi vicini Gentili. E con tali mezzi e distinzione ottenuti, in molti casi, sorge tra loro la benevola ambizione di spendere per l'elevazione della razza ebraica, e saggi sforzi ben diretti stanno venendo compiuti in questa direzione.
L'attenzione del pensiero di uomini riflessivi sia tra ebrei che gentili stanno venendo così diretti verso la questione ebraica.
Risulta evidente dalle espressioni dei principali giornali ebraici, e dai vari movimenti attualmente in formazione per la colonizzazione della Palestina, e per l'assistenza e la promozione di coloro che già vi si sono stabiliti, che migliaia si rivolgono ora con occhi desiderosi alla terra promessa.
Questa svolta negli affari ebraici è iniziata dal 1878, e gli eventi successivi a tale data hanno causato e stanno causando un notevole risveglio su questo argomento, che di per sé è un segno importante dei tempi. Dal Jewish World (20 Agosto 1886) riportiamo, come esempio, quanto segue:
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gattosilvestro67
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Lasciato il - 25 February 2014 : 07:45:35
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“Ci sono squarci tra le nubi che hanno gettato finora un'ombra lugu-bre sulla Terra Santa. Il futuro di questo paese infelice, così a lungo avvolto nel buio impenetrabile, sta cominciando debolmente a illuminarsi, e i barlumi di uno stato di cose più felice sono quasi a una distanza misurabile dalle nostre previsioni....
Due istituzioni sono destinate a giocare una parte cospicua nel miglioramento della condizione degli ebrei di Palestina; la Scuola Agraria di Giaffa, e l'Istituto Lionel De Rothschild nei sobborghi di Gerusalemme. Potremmo aggiungerne un terzo che prende il nome di Montefiore Testimonial Fund, che, per la sua promozione delle società di costruzione e per la sua costruzione di abitazioni a buon mercato, ha fatto molto per favorire il risparmio e ridurre le miserie e le privazioni della vita domestica nella Città Santa. ...
Quello che ci preoccupa in questo momento di far notare, è che le prospettive degli ebrei in Palestina non sono più cupe. Ci sono, da un lato, forze al lavoro per il miglioramento della condizione dei nostri fratelli che sono state sapientemente ideate e ingegnosamente organizzate, e che ora stanno assiduamente venendo applicate; d'altra parte, la gente si sta stancando della loro miseria e inattività, e mostrano una crescente tendenza a saper sfruttare per trarne vantaggio degli sforzi fatti per il loro reinserimento.
Questo è uno stato di cose che è carico di conseguenze felici, e nessun Ebreo non mancherà di contemplarlo con piacere.”
In un numero successivo dello stesso giornale un articolo di fondo dal tema “Il futuro della Palestina”, concludeva con queste parole: “Con il recente afflusso dell'elemento agricolo nelle colonie piantate dalle fondazioni Montefiore, Hirsch, e Rothschild, le mani volenterose de-vono essere disposte a trovare lavoro sulla scena della trasformazione, quando ‘il deserto fiorirà come la rosa’; mani volenterose e cuori ben disposti che bonificheranno la Terra Santa dalla sua lunga notte di morte, restituendo alla vita e alla luce la patria degli ebrei.”
Un altro giornale, Il Corriere Ebraico (The Jewish Messenger), ha scritto: “Mentre gli uomini sono assorbiti nelle loro piccole preoccupazioni, mossi a turno da speranze e timori, la marcia imponente e maestosa delle vicende umane procede in avanti e irresistibilmente a un compimento, nell'attuazione di una legge inevitabile che controlla ogni azione umana.
Uomini qua e là alzano la loro esile voce, come per fermare questa marea che avanza e arrestare così questo fiat [comando] divino. Già che ci sono, potrebbero tentare di sospendere la legge stessa che governa l'universo. Ma le razze umane hanno un corso prefissato così come sono le stelle che abbagliano nella volta celeste sopra di noi, e la razza di Israele è la più brillante stella tra tutte. In tutte le sue peregrinazioni è stata fedele al suo corso. La sua missione è stata prevista e preannunciata, e il suo ristabilimento finale nella Terra Santa era stato profetizzato.
Che questa profezia si sta adempiendo, lo indicano i segni dei tempi. Si sta compiendo così tranquillamente, e così gradualmente, che solo coloro che hanno prestato attenzione al soggetto possono rendersi conto dell'importanza del lavoro svolto.
“La Palestina è una necessità politica della razza ebraica. La fondazione di una nazione in Terra Santa una volta di più significa l'esaltazione di tutto Israele. Lo pone come una nazione tra le nazioni della terra. Dà all'Ebreo il potere politico e il diritto sovrano che significa protezione. Fa di lui un cittadino del suo paese, e gli dà un passaporto tra le nazioni della terra...
Questo può sembrare inattuabile all'uomo materialista, assorto tra i suoi libri, all'uomo nel suo esercizio commerciale assorbito nel capire i suoi profitti e le sue perdite, all'uomo immerso nella beatitudine dei piaceri sociali, ma è chiaro come il sole di mezzogiorno per chiunque fa uno studio dell'oroscopo politico.
“L'autonomia politica realizza che gli ebrei sparsi per il mondo non affluiranno in Palestina tutti in una volta. Ci sono 300.000 ebrei in Asia, 400.000 in Africa, e 5.000.000 vivono in Europa. È da questi che la Palestina attinge la linfa della restaurazione. Ma l'ebreo nato in America resterà indubbiamente un americano, e se un giorno dovesse visitare la Terra Santa, sarebbe per piacere e per fare un viaggio e vedere una terra famosa come il principale luogo di nascita della sua razza eroica.
“Si può obiettare che, geograficamente parlando, la Palestina è trop-po piccola per esercitare molta influenza come potere politico, intellettuale o morale fra le nazioni della terra. Noi rispondiamo che in epoca antica la Grecia era una potenza, e che anche nei tempi moderni la piccola isola della Gran Bretagna è una potenza. Geograficamente parlando, che cosa sono esse? Sono l'intelletto, la forza morale e l'orgoglio nazionale che fanno grandi le nazioni, e non l'estensione del suo territorio.
Sarà dunque l'intelletto e il potere morale che renderanno celebre Israele tra le nazioni.”
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gattosilvestro67
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Lasciato il - 05 March 2014 : 07:59:45
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Il Jewish Chronicle dice:
“Il movimento è irresistibile. Noi non possiamo tormentarci stando con le mani congiunte mentre questo nuovo esodo è in corso. Noi ebrei abbiamo ritenuto, per quasi duemila anni, che la consumazione dei secoli di sofferenza che abbiamo attraversato sarà raggiunta solo quando avremo di nuovo possesso della terra dei nostri padri.
Può questa fiducia morire pro-prio nel momento in cui sta per compiersi? Oppure, c'è da aspettarsi che il ritorno sarà portato avanti per mezzo di strumenti così misteriosi da essere al di là della collaborazione degli esseri umani? Dio opera la sua volontà attraverso la volontà degli uomini, e se le profezie si devono adempiere, sarà per la volontà e le energie umane. Questi possono sembrare argomenti elevati da trascinare e mettere in collegamento con un piano concreto per l'installazione di solo alcune colonie ebraiche in Palestina.
Ma è da inizi modesti, come questi, che spesso sorgono grandi eventi, e il ritorno di un piccolo gruppo di ebrei in Terra Santa non può non portare alla mente la possibilità e la praticabilità del ritorno più vasto a cui tutta la storia degli ebrei e tutte le aspirazioni ebraiche hanno finora mirato.”
Altri, oltre agli ebrei, uomini di gran rilievo nel mondo, vedono e commentano l'importanza crescente di Israele. Per esempio, si noti quanto segue dal Central Presbyterian:
“Invece di scomparire, l'organismo ebraico dimostra crescente vitali-tà. Essi non possono essere sradicati o inghiottiti. Passano da un paese all'altro per diventare padroni praticamente ovunque vadano. Ottengono terra in Germania e Ungheria, e si arricchiscono in Russia: sono i grandi banchieri di Londra e Parigi e dei centri del commercio europeo.
Nei dieci (ultimi) anni i Rothschild fornirono ben 100.000.000 £ in prestiti per l'Inghilterra, Austria, Prussia, Francia, Russia e Brasile.”
Lord Shaftesbury d'Inghilterra ha detto recentemente:
“C'è una grande gelosia di queste persone meravigliose che sta ve-nendo fuori. E ciò non è che un segno dei tempi, ovvero che, ovunque sono gli ebrei, sono anche le persone più importanti che vengono perseguitate, o le persone più importanti nell'assumere un ruolo guida in tutte le diverse professioni! A un eminente cittadino di Berlino fu chiesto: ‘Da cosa è dovuto questo forte sentimento anti-ebraico che avete a Berlino e in tutta la Germania?’ Egli rispose: ‘Io vi dico: questi ebrei, se entrano in commercio, diventano i primi commercianti del paese, se entrano in operazioni bancarie, diventano i primi banchieri, se entrano in legge, diventano i migliori avvocati, o se si mettono a far letteratura, essi battono tutti noi.
Qualunque sia la carriera che essi intraprendono, cacciano via i Gentili, e vi dico, signore, noi non lo sopportiamo’. “La persecuzione degli ebrei in Russia e Polonia non dipende dalla religione o dalla nazionalità. Queste non hanno nulla a che fare con tutto ciò.
I russi perseguiterebbero qualunque popolo fossero nella stessa posizione degli ebrei. Tenete conto solo di questo, gli ebrei tengono in ipoteca una parte considerevole della proprietà fondiaria della Russia, che sono padroni del debito di una percentuale molto elevata dei contadini, e di molti dei commercianti in diverse parti dell'impero. Pertanto ogni singola occasione che si presenta ora al popolo russo per il saccheggio e la spoliazione degli ebrei è quasi certa di essere afferrata al volo.
Nella distruzione degli ebrei e delle loro carte, i russi possono sbarazzarsi di documenti a cui sono legati, e che potrebbero essere portati come prova contro di loro, e fintantoché vi è la proprietà ad essere in gioco, vi troverete anche il popolo russo che insorge contro gli ebrei.” Il seguente paragrafo è un estratto di una lettera a un giornale inglese del Sig. Charles Reade, il romanziere, ben noto nei circoli letterari, la cui conversione a Cristo e alla Bibbia si è verificata pochi anni fa:
“La nazione ebraica, anche se sotto una fitta nube, alla fine riprenderà il loro antico territorio, che è evidentemente mantenuto in attesa per loro. Le profezie sono chiare come il giorno su almeno due punti: Che gli ebrei devono rientrare in possesso della Palestina, e, anzi, che dovranno governare dal Libano fino all'Eufrate, e che questo evento sarà il primo di una serie di grandi cambiamenti che porteranno ad un notevole miglioramento della condizione della povera umanità sofferente, e della creazione in generale.
Ora, abbiamo qui in prospettiva un evento così glorioso e tanto sicuro come il fatto che il sole sorgerà domani. L'unica differenza è che il sole sorgerà a una certa ora, mentre gli ebrei occuperanno la Siria e si riprenderanno la loro gloria nazionale in una giornata imprecisata.
Senza dubbio è la parte debole degli uomini a supporre che una data incerta debba essere per forza una data distante. Ma questo è irragionevole. Sicuramente è dovere degli uomini saggi e sobri cercare di vedere i segni precursori e prestare loro umile collaborazione, fosse un così gran privilegio accordatoci.
CONTINUA. ...
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gattosilvestro67
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Lasciato il - 14 March 2014 : 07:24:04
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“Questa persecuzione improvvisa degli ebrei nella nazione in cui es-si sono più numerosi, non potrebbe essere un segno precursore, e un'ammonizione della Provvidenza che la loro città eterna non è la Tartaria Europea?
[Ed. La Tartaria è stato il nome usato dagli europei dal Medioevo fino all'inizio del XX secolo per designare un grande tratto del nord e dell'Asia centrale che si estendeva dal Mar Caspio e dagli Urali fino all'Oceano Pacifico, abitata da turchi e dai popoli mongoli che erano genericamente denominati “tartari”.] La Palestina può essere colonizzata efficacemente sola dalla Russia, dove ci sono tre milioni di ebrei tremanti per la loro vita e la loro proprietà.
La storia è uno specchio puntato alle nostre spalle. Qualunque cosa hanno fatto gli ebrei, gli ebrei la possono rifare. Sono persone piene di genio, e il genio non è limitato dalla natura, ma dalla volontà, dalle abitudini o dal caso. In che cosa queste persone hanno tentato e hanno fallito? Sono stati guerrieri, scrittori, costruttori, commercianti, legislatori, agricoltori, e si sono dimostrati sempre primi in tutto! In questo, la storia si ripete.
“Essi sono grandi nell'arte della pace e della guerra, e i loro nemici si sciolgono davanti a loro come neve al sole. Se essi in partenza sembrano richiedere l'aiuto di qualche altra nazione, benedetta sarà quella nazione che aiuto gli offrirà, mentre la nazione che li perseguita sarà resa un esem-pio ammonitore. Pertanto, se per caso oltraggi recenti dovessero spingere i leader ebrei a colonizzare la Palestina dalla Russia, cerchiamo di offrire liberamente le navi, i marinai, i soldi e qualunque cosa ci venga richiesto. Risulterà essere un investimento molto migliore rispetto alle obbligazioni nazionali di Egitto, Brasile o Perù.”
Un proverbio ebraico recente dichiara: “Quando la ferrovia giunge a Gerusalemme, è venuto il Messia”, e questo è in armonia con la rappresen-tazione simbolica della ferrovia fatta dai profeti Naum (2:3-5) e Isaia (66:20). E, certamente, il proverbio non ha mancato di molto il segno, perché la ferrovia raggiungerà Gerusalemme “nel giorno della sua preparazione”, nel tempo cioè della presenza del Messia. Il seguente stralcio, che abbiamo preso dalla stampa quotidiana, è su questo argomento di grande interessante:
“Galileo aveva ragione: il mondo si muove. Una ferrovia sta per essere costruita da Gerusalemme a Giaffa, sul Mediterraneo, per una distanza di 31 miglia tra l'antico porto della capitale ebraica, e il luogo di sbarco dei cedri con i quali fu costruito il tempio. Un ebreo di Gerusalemme, Joseph Nabon, che è un suddito ottomano, ha ottenuto dal Sultano un brevetto a questo scopo. Il documento è valido per 71 anni.
Il costo stimato per la costruzione è di $ 250.000. A tanto è addomesticata la civiltà in Palestina. Il XIX secolo arriverà da quelle parti quando le prime sbuffate di fumo della prima locomotiva arriveranno a Gerusalemme.”
La lettera che segue, scritta da un corrispondente del Pittsburgh Di-spatch, che è apparsa recentemente in questo giornale, ci conferma ulteriormente dei recenti progressi fatti in Palestina e in particolare a Gerusalemme:
CONTINUA. ...
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gattosilvestro67
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Lasciato il - 20 March 2014 : 20:50:31
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Gerusalemme, 12 luglio 1889
“Trentamila dei quarantamila abitanti di Gerusalemme sono ebrei. Il governo turco, che per secoli ha vietato loro di vivere per più di tre settimane in Terra Santa, sta ora, sotto l'influenza dei governi stranieri, riducendo le restrizioni, e al momento gli ebrei stanno arrivando qui a centinaia. Essi si stanno impegnando negli affari, e ora controllano gran parte del commercio di Gerusalemme.
Alcuni tra loro ritengono che il giorno in cui la profezia della Bibbia, secondo cui essi abiteranno ancora le loro terre si adempirà fra breve, e una curiosa tribù dal sud della Penisola Saudita sostiene persino di aver ricevuto una rivelazione di lasciare il paese desertico e tornare in Palestina. Questi ebrei sono vissuto nello Yemen durante gli ultimi 2.500 anni.
Essi sono della tribù di Gad, e hanno lasciato la Palestina 700 anni prima della nascita di Cristo. Stanno portando con sé molti preziosi documenti che proverebbero la loro origine, e si stanno impegnando nell'agricoltura nei pressi di Gerusalemme. La persecuzione degli ebrei in Russia e in Austria sta portando molti di loro qui, ma ci sono anche un gran numero di ebrei polacchi e spagnoli a Gerusalemme.
Il visto per gli ebrei rimasti in Palestina è stato esteso, e le restrizioni ad una loro residenza a Gerusalemme, sono stati praticamente eliminati. Mezzo secolo fa c'erano solo 32 famiglie di ebrei in tutta Gerusalemme, e il numero in tutta la Palestina era soltanto di 3.000. Ora ci sono quasi 50.000 di loro in Terra Santa, e tre quarti della popolazione di Gerusalemme è costituito da loro.
“Che gente curiosa che sono! Come nessun altro ebreo sulla faccia della terra. Essi sono più vicini al carattere di coloro che vivevano qui in passato. I molti che sono stati costretti dalla persecuzione a rifugiarsi qui, sono sostenuti quasi interamente dalle diverse sinagoghe ebraiche nel mondo.
“Una delle più grandi attrazioni di Gerusalemme è il muro del pian-to, dove ogni venerdì alcune sette si incontrano all'esterno delle mura della Moschea di Omar, che occupa il sito dove sorgeva il tempio di Salomone, e con la testa piegata contro le pietre, piangono per la perdita di Gerusalemme, e pregano a Dio di ridare di nuovo la terra al suo popolo eletto. Questa usanza è stata osservata fin dai tempi del medioevo, ed è una delle visioni più tristi.
Il luogo l'ho visitato la scorsa settimana. In un vicolo stretto circondato da misere case su lastrichi di pietra che sono state consumate dai piedi nudi di migliaia di ebrei, contro un muro di grossi blocchi di marmo, che li sovrasta per cinquanta piedi o più, una lunga fila di uomini in abiti lunghi e donne con scialli sopra le loro teste prostrate, pregano e piangono. Molti degli uomini aveva la barba bianca e lunghi riccioli d'argento.
Altri erano lì per la prima volta, ma non ho potuto fare a meno di meravigliarmi quando li ho visti sconvolti per l'emozione. Ognuno aveva un Bibbia ebraica ben rilegata in mano, e di volta in volta il gruppo prorompeva in una specie di canto, un vecchio dai capelli grigi in qualità di guida, e il resto che seguiva il ritornello. Il canto era in una lingua strana, ma è stato tradotto come segue:
La Guida: Per la Casa che giace desolata Risposta: Sediamo nella solitudine e nel cordoglio.
La Guida: Per le mura che sono distrutte Risposta: Sediamo nella solitudine e nel cordoglio.
La Guida: Per la Maestà nostra che è partita Risposta: Sediamo nella solitudine e nel cordoglio.
La Guida: Per i nostri grandi uomini che giacciono morti Risposta: Sediamo nella solitudine e nel cordoglio.
La Guida: Per i nostri sacerdoti che hanno inciampato Risposta: Sediamo nella solitudine e nel cordoglio.
La Guida: Per i nostri re che lo hanno disprezzato Risposta: Sediamo nella solitudine e nel cordoglio.
CONTINUA. ...
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gattosilvestro67
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Lasciato il - 26 March 2014 : 06:56:11
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“L'effetto che questo canto produce, non può essere apprezzato senza averlo prima udito. I vecchi e le donne in lacrime, che baciano le pietre del muro che li separa da quello che una volta era il sito del tempio di Salomone, e che è ancora oggi la parte più santa della terra per l'Ebreo; il genuino sentimento espresso da tutti, e la fede che mostrano da condurli qui, settimana dopo settimana, e anno dopo anno, sono meravigliosamente impressionanti.
È davvero uno dei luoghi più strani della città più strana del mondo. “Ci sono otto colonie agricole in diverse parti della Palestina. Una di queste scuole vicino a Giaffa ha più di settecento alunni, e una fattoria di ventotto mila ettari. Si trova nella pianura di Sharon, dove vivevano i Filistei, e ha decine di migliaia di viti e di ulivi. I turchi sono molto contrari alla vendita d
i terre agli ebrei, ma quest'ultimi si mostrano così bravi nell'agricoltura quanto lo sono negli affari, e le colline a terrazze di Gerusalemme dimostrano che la Terra Santa era molto meglio coltivata da loro di quanto lo è mai stata sotto i loro conquistatori. Una grande quantità di terra, appena fuori della città di Gerusalemme è ora nelle mani o degli ebrei o delle loro istituzioni di beneficenza.
Il Sig. Behar, il capo delle scuole Rothschild, mi dice che hanno appena acquistato l'Hotel di Gerusalemme, e che lo aggiungeranno alla loro scuola. Il Sig. Moses de Montefiore, che ha gestito il fondo lasciato da un ricco ebreo di New Orleans, ha costruito molte case per gli ebrei sulla strada tra Betlemme e Gerusalemme, e ci sono anche un certo numero di ospedali ebraici. “Tra le persone che con fiducia credono che gli ebrei saranno presto di nuovo proprietari della Palestina c'è una colonia di quindici persone, che vivono in una bella casa costruita sulle mura di Gerusalemme, e che sono conosciute come ‘gli americani’.
Queste persone non sono Ebrei. Sono cristiani che sono venuti qui da diverse parti degli Stati Uniti, e più in particolare da Chicago, ad attendere il compimento della profezia secondo cui Dio rigenererà il mondo, cominciando da Gerusalemme. [Non comprendono che deve prima realizzarsi la scelta della Chiesa del Vangelo.]
“Non c'è dubbio alcuno, Gerusalemme sta migliorando sotto tutti gli aspetti. La maggior parte delle sue strade sono ora ben lastricate e le condizioni igieniche della città stanno notevolmente migliorando. La Gerusalemme di fuori delle mura è ormai grande quasi come la città dentro le mura, e mi dicono che la terra è aumentata di valore a tal punto che nella città santa si può parlare di un vero e proprio boom immobiliare. Vengo a sapere anche che lungo la strada di Giaffa, appena fuori dalla porta, la proprietà è salita in un anno circa di parecchio il cento per cento.
Un pezzo che appartiene a un ente di beneficenza è stato acquistato poco tempo fa per soli 500 dollari, ma il suo valore ormai è di $ 8.000, e non è facile acquistarlo neppure per tale importo. Una linea telegrafica ora corre da lì al mare, e a una compagnia ferroviaria gli è stato commissionato di costruire una linea ferroviaria che da Giaffa va a Gerusalemme.
Per la prima volta nella sua storia, Gerusalemme ha una forza di polizia, e il suo ordine ora è buono quanto quello di New York.” Di seguito, abbiamo un ritaglio di giornale preso da The Hebrew Christian del luglio ‘89, è un altro interessante resoconto della visita di un ebreo americano al muro del pianto a Gerusalemme. Egli racconta: “Dopo aver trascorso diverse ore in visita agli ebrei, un mio amico anziano, un rabbino di Kovno, in Russia, mi ha chiesto se volevo andare con lui al muro del pianto per dolermi della desolazione di Gerusalemme e pregare per la restaurazione di Israele al suo antico splendore. ‘Verrò con te’, risposi, ‘e pregherò molto sinceramente affinché Dio possa affrettare il giorno in cui Giuda tornerà al Signore.’
Essendo venerdì pomeriggio, il tempo in cui molti ebrei si riuniscono per la preghiera al muro dell'antico tempio, mi sono unito assieme a loro. Fu davvero uno spettacolo indimenticabile. C'erano ebrei da tutte le nazioni nei loro costumi peculiari orientali, e alcuni vestiti nei loro Talith (indumenti di preghiera).
Lessero il Salmo 22 più forte che potevano. Le donne con grande serietà gridarono ad alta voce, ‘Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato? Perché sei così lontano da me, e dalle mie parole ruggenti? O mio Dio, io grido di giorno, ma tu non mi senti, e pure nella notte, non resto in silenzio.’ Anche gli uomini stavano piangendo e provando salmi, litanie e preghiere. La maggior parte di questi premevano le labbra contro le pietre per baciarle. Mentre ascoltavo le loro preghiere commoventi mi sono ricordato quello che i rabbini hanno detto nel Talmud, cioè che ‘Dalla distruzione del Tempio, le porte della preghiera sono rimaste chiuse, e solo le porte delle lacrime sono rimaste aperte.’ Il rabbino in tono triste ripeté:
CONTINUA. ...
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